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Roma, 25 ott. (Ign) - Ogni sera il cielo della capitale si riempie di uccelli: sono centinaia di migliaia, forse milioni. Le specie di uccelli che scelgono i centri urbani come luogo ideale per svernare sono molte: oltre ai più conosciuti colombi, passeri e storni ci sono merli, cinciallegre, cinciarelle, verdoni, pettirossi, capinere, fringuelli, frosoni. Arrivano ogni autunno nelle città italiane dal Nord Europa in cerca di temperature più calde: sono più o meno 50 le specie migranti, ma in una metropoli grande come Roma possono raggiungere le 100.

La presenza di tanti uccelli crea però dei problemi: nella capitale quello più serio è rappresentato dagli storni. Secondo una stima del Comune, ogni anno vengono a svernare a Roma circa quattro milioni di volatili di questa specie. Una cifra incredibile: in pratica, un uccello per ogni abitante. Alcuni quartieri in autunno diventano invivibili, soprattutto alla sera. Stazione Termini, Largo Argentina, Prati, Trastevere. Gli escrementi degli uccelli imbrattano le strade, rendono le strade scivolose e l’aria a tratti irrespirabile. Inoltre il guano degli storni, accumulandosi nelle vie, può favorire il diffondersi di alcune malattie. L’unico rimedio possibile è quello del 'distress-call': mediante dei megafoni posti sotto gli alberi dove trovano rifugio gli storni vengono spaventati con uno strido che l’animale percepisce come segnale di pericolo. Ma spesso questo si risolve solo nel far traslocare gli uccelli da un quartiere all’altro.