00 14/11/2007 12:38

"Governo battuto. Il governo e la maggioranza sono stati battuti dall'Aula del Senato su un emendamento del senatore Giuseppe Valditara di An per un fondo di 40 milioni di euro al dottorato di ricerca. Con il parere contrario di governo e relatore, l'emendamento alla Finanziaria è invece passato con 161 sì, 152 no e 3 astenuti. La proposta di modifica prevede un incremento dell'assegno di dottorato di ricerca, attraverso un aumento del fondo di finanziamento ordinario di 40 milioni di euro per i prossimi tre anni".
(Il Messaggero.it, 13 novembre 2007)




ITALIA OGGI
14 novembre 2007
Università, governo sotto sul testo Valditara

rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/11/14SIN...





IL SOLE 24 ORE
14 novembre 2007
A 13mila borse 40 milioni anno

rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/11/14SIH...





TRATTO DA:

L'Unione
Per il bene dell’Italia
Programma di Governo 2006-2011
da pag. 238 a pag. 246


"Università ed enti di ricerca: motori dell’innovazione e della mobilità sociale


L’Italia ha di fronte una grande sfida: rimettere la conoscenza,

il sapere al centro della politica, dell’economia, della società.

Pochi laureati e ricercatori, bassi investimenti in ricerca e

innovazione, scarso impegno nella formazione continua sono

tutti segni di difficoltà. Eppure si percepisce tra i cittadini,

soprattutto tra i più giovani, la voglia di cambiare

rotta, di puntare decisamente sulla conoscenza come fattore

propulsivo del benessere personale e dell’equità sociale.

L’Unione vuole assecondare e governare questi processi legati

alla priorità della conoscenza, affermandone innanzitutto la

natura di bene comune non mercificabile, di fondamento stesso

della cittadinanza democratica. La conoscenza è l’unico sicuro

capitale per il futuro posseduto dai singoli e dalle

comunità, un capitale che accresce il suo valore quanto

più è condiviso e scambiato.

(...)

la competitività economica del Paese richiede un

grande salto in avanti in tutti i settori della ricerca e

dell’innovazione tecnologica: eppure noi perdiamo i giovani

migliori, molti dei quali sono costretti a fuggire all’estero.

(...)

La formazione superiore

e la ricerca libera costituiscono beni pubblici di fondamentale

importanza ed è compito primario dello Stato sostenerle

e, insieme, favorire ogni forma di integrazione con le

istituzioni territoriali pubbliche o private.

Il sistema italiano delle università e della ricerca (...)

mostra seri problemi (...) È infatti sottofinanziato,

non ha efficienti modalità di governo autonomo

per cui l’autocorrezione è molto difforme, ha strumenti di

valutazione ancora gracili, è lento e talvolta addirittura

chiuso ad accogliere i giovani di talento.

(...)

Cinque anni di governo del centro destra hanno significato

anche:

- la delegittimazione sistematica dell’Università presso

l’opinione pubblica, con la conseguente demotivazione

degli attori del sistema;

- il definanziamento del sistema università – enti pubblici

di ricerca – ricerca industriale, peraltro già

sottofinanziati;

- l’accentuazione del particolarismo e del clientelismo

nell’allocazione delle risorse;

- un utilizzo intensivo di uno spoil system invasivo dell’autonomia

scientifica.

L’Unione deve invertire la rotta, deve aver pronte proposte

precise e concrete per sostituire immediatamente le norme

sbagliate introdotte nell’ultimo periodo.

(...)

l’Unione si impegna a fare delle università italiane un polo

d’attrazione per la formazione dei giovani e dei ricercatori,

soprattutto nelle discipline umanistiche, scientifiche e

tecnologiche di maggior tradizione e prestigio, in

particolare per coloro che provengono dal bacino del

Mediterraneo e da Paesi emergenti.

(...)

Occorre orientare le strategie di riforma verso:

- aumentare e qualificare decisamente la spesa per

l’universita' e per la ricerca, con regole e modalità che la

rendano un investimento per la crescita del Paese,

(...)

- dare spazio ai giovani nell’università e nella ricerca

perché l’Italia ha bisogno di giovani che insegnino e

facciano ricerca con stabilità e libertà invece che

penare in posizioni incerte e subalterne che finiscono

anche col limitare la loro originalità di pensiero e

indipendenza di azione;

- valutare e promuovere il talento negli studi, nella

ricerca, nelle carriere – superando consuetudini

sociali negative – perché è il solo modo di favorire

l’equità e la mobilità sociale e perché un sano equilibrio

tra competizione e garanzie stimola la qualità

complessiva del sistema;

- promuovere la ricerca “libera” proposta in autonomia e

guidata dalla curiosità del ricercatore sia nelle

discipline di base umanistiche e scientifiche che in

quelle tecnologiche e applicate, perché è il volano

ultimo dell’innovazione ed un fattore fondamentale per

la formazione del capitale umano;

(...)

- aumentare il numero dei dottori e delle dottoresse di

ricerca per sostenere sia il ricambio generazionale

nelle università e negli enti di ricerca, sia lo svi-

luppo della ricerca privata e delle alte professionalità

in tutti i campi;

(...)

- sostenere la ricerca di base sia con finanziamenti a

progetti su base competitiva che con finanziamenti ai

ricercatori

sulla base della valutazione della loro attività, evitando

comunque che, per carenza di fondi o per regole non

ben calibrate, una malintesa competitività finisca col

distogliere dall’attività di ricerca o col deprimere le

potenzialità di ricerca dei singoli e dell’intero Paese;


(...)

In sintesi, sul piano degli investimenti necessari al sistema

università – enti di ricerca – ricerca industriale, occorre

varare un piano d’incremento, che comprenda anche le risorse

umane, e che permetta di raggiungere, entro la fine della

legislatura, l’attuale media europea, pari al 2% del PIL".





INES TABUSSO