00 22/04/2007 16:26


IL COLLANTE DEL BERLUSCONISMO




"Il grande collante dell'antiberlusconismo, anche inteso non contro Berlusconi ma contro il berlusconismo, non basta e rende effimero (il progetto del Partito Democratico, ndr.). Vogliamo ben altro...".
(on. Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato, intervento al convegno 'Partito Democratico: dalle parole ai fatti', organizzato dall'associazione Liberta' e Giustizia, Ansa, 14 giugno 2006)
www.libertaegiustizia.it/speciali/speciali_leggi.php?id=129&id_se...



"Non e' un caso che l'on. Berlusconi abbia voluto essere qui ieri, e oggi alla Margherita, con parole di apprezzamento che mostrano che l'uomo ha una straordinaria capacita' di percezione di quello che si muove nella societa' italiana e che in passato abbiamo sbagliato a non riconoscergli. Ha voluto essere sulla scena nel momento in cui si compie un cambiamento e una sfida per tutta la politica italiana".
(on. Massimo D'Alema, presidente dei Ds e ministro degli Esteri, congresso nazionale dei Ds, PalaMandela, Firenze 20 aprile 2007)
it.news.yahoo.com/20042007/26/ds-d-alema-pd-cambiamento-epocale-berlusconi-cap...



"Nelle vicende degli ultimi tredici mesi, spicca il recupero di consensi conseguiti da Silvio Berlusconi, cui va onestamente riconosciuto un temperamento di battaglia, nell'esercizio della leadership. In parte, questo fatto ci ricorda che in politica si puo' sempre recuperare".
(on. Francesco Rutelli, presidente nazionale e leader della Margherita, Ministro per i beni e le attività culturali e Vicepresidente del Consiglio, congresso DL - La Margherita, studio 5 di Cinecittà, Roma, 20 aprile 2007)
www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo358481.shtml



"Il Partito Democratico non potrà essere solo il frutto del rimescolamento dei ceti dirigenti politici dei partiti che lo compongono".
(on. Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato, congresso nazionale dei Ds, PalaMandela, Firenze, 21 aprile 2007)
www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=69240



"Se questo è il futuro Partito Democratico, al 95 per cento sarei pronto a iscrivermi anch’io..."
(on. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, congresso nazionale dei Ds, PalaMandela, Firenze, 19 aprile 2007)
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200704articoli/20693gi...



"Non ho mai parlato di larghe intese. Ho ricordato anche oggi che siamo orgogliosi e convinti del bipolarismo. Ho detto che ci può essere un confronto sereno e una collaborazione, ma non sono stato io a usare il termine larghe intese. E' un soliloquio nel quale non voglio intervenire perché nessuno ci ha mai pensato. Non ho mai fatto dichiarazioni al riguardo, siete sempre voi che complicate le cose".
(on. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, all'auditorium di via della Conciliazione per la manifestazione del partito in occasione del 21 aprile, Natale di Roma, Roma, 21 aprile 2007).
it.news.yahoo.com/21042007/201/berlusconi-mai-parlato-larghe-int...






*****************************************************************




LA STAMPA
20 aprile 2007
NESSUN FISCHIO PER IL CAVALIERE
E Berlusconi applaude convinto:
"Quasi quasi mi iscrivo anche io"
«Intervento serio, responsabile e sincero. Mancano però autocritiche sulla storia del Pci»
UGO MAGRI
INVIATO A FIRENZE

E’ nato un grande amore tra Silvio Berlusconi e i Ds. Il Cavaliere Nero ha lasciato il congresso della Quercia (peccato che sia l’ultimo) col cuore gonfio di commozione. Euforico per l’accoglienza ricevuta. Riconoscente dal profondo del cuore per gli applausi dei «compagni». Ammirato dalla compostezza dei delegati. Addirittura conquistato dalla relazione di Piero Fassino, alla quale ha tributato applausi a scena aperta e giudizi più lusinghieri, per dire, di un Clemente Mastella. Prima di tornarsene a Roma, dove assisterà stamane alle assise della Margherita, Berlusconi si è spinto a dichiarare nientemeno che «se questo è il futuro Partito Democratico, al 95 per cento sarei pronto a iscrivermi anch’io...».

L’ex premier, si sa, non è uomo da mezze misure. La natura generosa lo porta a strafare, cosicché poi sovente è costretto alla marcia indietro. Magari già oggi tornerà a sostenere che i comunisti mangiano i bambini. Intanto però ieri, al Mandela Forum di Firenze, è accaduto qualcosa di memorabile. Forse, la fine del muro contro muro e l’inizio di un «bipolarismo mite», come lo definisce il segretario Ds. Di certo, un clima che solo sette giorni fa mai nessuno avrebbe osato immaginare. Con il Cavaliere scortato dal servizio d’ordine del vecchio Pci, i portuali di Livorno. Accolto con tutti gli onori, tra strette di mano e non solo (Marida Bolognesi gli si è gettata tra le braccia). E alla fine, immancabile richiesta della foto ricordo, da un gruppo di cinque ragazze stavolta diessine.

Se l’ospitalità è stata cordiale, l’ospite ha battuto ogni record. Mai visto, prima d’ora, un Berlusconi così puntuale: alle 15,10 era già lì, venti minuti prima che si aprissero i lavori. Mai così paziente: ha ammazzato il tempo dell’attesa stringendo mani e scambiando impressioni col dalemiano Nicola Latorre. Mai così umile: si è piazzato in quarta fila del settore invitati, dietro a tutte le autorità del Parlamento, del governo, dell’Ulivo, dell’Unione, alle spalle del rifondarolo Gennaro Migliore. Mai così educato: quando la calca dei cameramen intorno a lui è diventata eccessiva (per poco Gianni Letta non veniva travolto), ha chiesto scusa agli organizzatori, «se do troppo fastidio tolgo il disturbo». Mai così benaugurante: «Buon lavoro, buon lavoro», ha ripetuto due volte a Fassino. Mai così diplomatico: a Sposetti, a Chiti, a Migliavacca, giunti come i Magi per rendergli omaggio, ha rivolto tante congratulazioni per l’allestimento del congresso, che bellezza tutto quel rosso. Mai così compito: sempre attentissimo mentre Fassino parlava, né sbadigli né barzellette ai vicini di banco come al congresso Udc. Stavolta braccia conserte, bocca cucita, solo qualche scambio di opinioni con Letta, Bonaiuti e La Malfa a sottolineare i passaggi più impervi della relazione, tanti appunti per mostrare che meritavano di essere immortalati.

Non si è ben capito il primo degli applausi di Berlusconi: Fassino stava dicendo che le riforme istituzionali sono necessarie per salvare il sistema politico dalla nevrosi quotidiana, nulla di trascendentale. Invece è chiarissimo il perché del secondo battimani: il segretario Ds ha detto «basta considerarci nemici, da adesso in poi saremo semplicemente avversari», cioè il tanto atteso (da Berlusconi) sdoganamento. Al termine del discorso, il leader di Forza Italia s’è unito all’ovazione collettiva. E se la sala avesse intonato «avanti popolo», magari avrebbe cantato pure quello. Davanti ai microfoni, ha parlato di «intervento serio, responsabile e sincero sulle difficoltà di mandare avanti il progetto di Partito Democratico», ha lodato la «volontà coraggiosa di Fassino», ne ha sottolineato «l’impostazione socialdemocratica che, in alcuni punti, è addirittura liberale». E’ arrivato a condividere perfino «la politica sociale» illustrata dal segretario Ds. Unico neo, a suo dire, l’«assenza di autocritiche sugli errori che hanno marchiato la storia del Pci». E’ solo per questo motivo che non prenderà la tessera del Pd.


INES TABUSSO