00 18/04/2007 00:52

INTERCETTAZIONI: GIRO DI VITE PER LA STAMPA
sì unanime della camera al ddl, aumentate le sanzioni per chi le pubblica

L'aula della Camera ha approvato all'unanimita' il provvedimento sulle intercettazioni telefoniche e ambientali. I si' sono stati 447, gli astenuti 7. Nessun voto contrario. Adesso il ddl Mastella deve passare all'esame del Senato. Sanzioni piu' salate, fino a 100mila euro, per i giornalisti che pubblichino intercettazioni legali coperte da segreto. L'aula della Camera, infatti, ha approvato un emendamento del governo che aumenta le sanzioni per i giornalisti. L'emendamento prevede per chiunque pubblica, in tutto o in parte, atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione, la punizione con l'arresto fino a 30 giorni o con l'ammenda da 10mila a 100mila euro. Nella versione precedente, invece, l'ammenda andava da 51 euro a 258 euro. "Non condividiamo l'inasprimento delle sanzioni per i giornalisti introdotto con un emendamento del Governo al disegno di legge sulle intercettazioni. Un emendamento che sembra rappresentare una mediazione tra maggioranza ed opposizione e che si aggiunge a quanto gia' deciso: il prolungamento della fase di secretazione degli atti processuali. Nonostante sia stata battuta la linea dura delle minoranze, il provvedimento passa ora al Senato con un taglio repressivo". E' il parere di Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi. "Chiediamo - aggiunge - di poter esprimere al Parlamento e al ministro della Giustizia la contrarieta' del sindacato dei giornalisti per un provvedimento che espropria l'organo di autogoverno deontologico della categoria, l'Ordine dei giornalisti, dei suoi poteri sanzionatori". "Non abbiamo messo la museruola alla stampa. Assolutamente no. Non c'e' questa visione, nessuno ha voluto mettere la briglia alla stampa italiana", ha detto il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, conversando con i giornalisti a Montecitorio subito dopo l'approvazione del ddl sulle intercettazioni che, tra le altre cose, ha inasprito le sanzioni per i giornalisti in caso di pubblicazione di intercettazioni legali coperte da segreto. "Abbiamo aumentato le sanzioni - ha spiegato il Guardasigilli - rispetto a chi esula da quelli che sono i corretti percorsi. Nessuno non garantisce il diritto di cronaca e la possibilita' di fare inchieste, pero' laddove vengono fuori, come talvolta sono venuti fuori, degli elementi che fuoriescono da quello che e' il diritto di cronaca, francamente se uno sbaglia, finisce per pagare. Tra l'altro, gia' ora esistono dei criteri: se io sono diffamato, anche la legge attuale stabilisce che o lo denuncio sul piano penale o su quello civile. Quindi, questo gia' avviene normalmente. Non abbiamo fatto nulla di particolare ne' di eccessivo". (AGI) - Roma, 17 apr. -




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I PUNTI SALIENTI DEL PROVVEDIMENTO

Sanzioni fino a 100 mila euro per chi pubblica, in tutto o in parte, atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione, controllo della Corte dei Conti sulle spese sostenute per le intercettazioni. Sono questi i punti salienti del disegno di legge in materia di intercettazioni approvato oggi dalla Camera dei deputati. Uno degli emendamenti qualificanti del provvedimento appena approvato e' quello che modifica l'articolo 684 del codice penale, che prevedeva, per i giornalisti che pubblicano materiale non pubblicabile, o l'arresto fino a 30 giorni o un'ammenda fino a 258 euro (le pene sono alternative). Adesso, invece, il nuovo testo prevede o l'arresto fino a 30 giorni (come prima) o un'ammenda che va da 10mila a 100mila euro. Quindi il 'giro di vite' agisce non sulla pena detentiva (che rimane invariata) ma su quella pecuniaria. Resta pero' la possibilita' di oblazione, ovvero la possibilita' per il giornalista di pagare una somma pari alla meta' del massimo dell'ammenda (in questo caso pari a 50mila euro) per evitare il processo. Il ddl approvato stasera vieta poi la "pubblicazione, anche parziale o per riassunto" degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non piu' coperti da segreto, "fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare". Stesso divieto e stesso termine si prevede anche per la pubblicazione, anche solo nel contenuto, "della documentazione e degli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a flussi di comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati riguardanti il traffico telefonico e telematico, anche se non piu' coperti da segreto", mentre quella dei provvedimenti emessi in materia di misure cautelari e' consentita "nel contenuto dopo che la persona sottoposta ad indagini ovvero il suo difensore ne abbiano avuto conoscenza", fatta eccezione per le parti che riproducono il contenuto di intercettazioni. Se si procede al dibattimento, non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d'appello. E' sempre consentita, invece, la pubblicazione degli atti utilizzati per le contestazioni o dei quali sia data lettura in pubblica udienza. Per quanto riguarda invece le intercettazioni e i dossier illecitamente formati, questi "non possono essere acquisiti ne' in alcun modo utilizzati tranne che come corpo di reato". Essi sono custoditi in un archivio riservato e, tranne per quelli acquisiti in procedimento, e' prevista la distruzione dopo 5 anni con provvedimento adottato annualmente dal Procuratore della Repubblica. Di questa operazione deve essere redatto un verbale, cosi' come per i documenti acquisiti in procedimento, che dovranno essere vagliati dal gip in camera di consiglio, per accertarne la tipologia e i soggetti destinatari della captazione o della raccolta illecita di informazioni. L'autorizzazione del Gip al pm di effettuare intercettazioni deve essere data con decreto motivato, "che deve contenere, a pena di inutilizzabilita' dei risultati delle intercettazioni, l'autonoma valutazione della sussitenza di gravi indizi di reato e della circostanza che l'intercettazione sia assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini". (AGI) - Roma, 17 apr. -




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Articolo21
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GIORNALISTI E INTERCETTAZIONI

Intercettazioni: i giornalisti "imbrigliati" dall'emendamento Mastella

di redazione
Maggiori pene per i giornalisti e i cronisti ma, fortunatamente, non c'è lo spauracchio della galera che il centrodestra voleva reintrodurre ma che è stato bloccato dalla maggioranza. Ci saranno multe fino a 100 muila euro per il giornalista che pubblicherà intercettazioni legali ma coperte dal segreto. Ed estensione dell'impossibilità di rivelarne i contenuti fin dopo al deposito degli atti stessi. Lo ha deciso l'Aula della Camera licenziando un emendamento al ddl Mastella sulle intercettazioni che lo prevede. Non partecipano alla votazione finale Giuseppe Giulietti, Roberto Zaccaria, Enzo Carra e Peppino Caldarola.


In pratica, l'emendamento prevede per chiunque pubblichi, in tutto o in parte, atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione, la punizione con l'arresto fino a 30 giorni o con l'ammenda da 10mila a 100mila euro. Nella versione precedente, invece, l'ammenda andava da 51 euro a 258 euro. Alcuni parlamentari di maggioranza, fra cui il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti, Enzo Carra e Roberto Zaccaria della Margherita e Peppino Caldarola del Gruppo misto, non parteciperanno al voto definitivo che è in corso in questi minuti in aula. Per quanto riguarda Carra e Giulietti hanno anche votato contro all'Articolo 1 dell'emendamento (che prevede l'estensione del divieto di pubblicazione anche dopo il deposito degli atti) e l'articolo 22 che ha aumentato le sanzioni.

"Va riconoscito il fatto - affermano Giulietti e Carra - che l'intervento della maggioranza ha permesso di rimandare al mittente l'ipotesi del carcere per i giornalisti e l'elevazione delle sanzioni sino ai 500mila euro. E anche che la decisione spetterà in ogni caso all'Autorità per la Privacy. Ma nonostante questo l'emendamento non possiamo votarlo".
Le ragioni sono ben specificate da Giulietti: "Giudichiamo pericoloso il contesto in cui si applica l'emendamento. Perchè a un anno dalle elezioni non si è fatto nessun provvedimento per superare la vera anomalia italiana, quella del conflitto di interessi per dare anche maggiore autonomia ai giornalisti ed ai cronisti. A questo punto mi auguro che subito dopo questo voto, cui non parteciperemo, si apra un tavolo permanente di confronto per arrivare a definire un percorso di riforma a partire da quella dell'Ordine dei Giornalisti che da anni giace nei cassetti. E in questo clima non possiamo non ricordare che i giornalisti italiani da oltre due anni sono senza contratto".
17/04/2007




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IL SOLE 24 ORE
17 aprile 2007
MARINI: SULLE INTERCETTAZIONI SERVE EQUILIBRIO DEI DIRITTI

www.corteconti.it/Rassegna-S/aprile2007/17042007/008.tif





INES TABUSSO