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IL MESSAGGERO
27 Dicembre 2006
Berlusconi, Natale a Milano:
torno e faccio la “rivoluzione”
E prepara l’Università liberale, in cattedra anche Putin e Blair
di BARBARA JERKOV

Convalescenza a Macherio, con la famiglia. Capodanno in Sardegna. Il Cavaliere
lavora a un ateneo privato entro il 2009 contro la «dittatura culturale della sinistra»

ROMA - «Ho capito una cosa in questi giorni: ma quale partito dei moderati, qua bisogna fare la rivoluzione! La rivoluzione liberale: ecco di cos’ha bisogno il nostro paese». Chi pensava di trovarlo più tranquillo, a riposo, dopo l’intervento al cuore di sette giorni fa, è rimasto a dir poco sorpreso. Berlusconi, rientrato dagli Usa dove gli è stato impiantato un pace-maker, ha trascorso i giorni di Natale a Milano. La mattina con la famiglia a Macherio; il pomeriggio, ad Arcore, per rispondere dall’ufficio alle centinaia di telefonate di auguri che gli sono arrivate da ogni parte. E a molti interlocutori ha ripetuto lo stesso concetto: «l’Italia ha bisogno di una rivoluzione liberale». Come? Ecco, è proprio su questo che il Cavaliere sta ragionando in questi giorni di forzato riposo.
Quella che ha in mente, spiegano infatti i più fidati collaboratori, è un’operazione «alta» di profilo «più storico-culturale» che non legato alla contingenza politica. «Si tratta», ha dettato, «di sottrarre alla sinistra il monopolio della cultura». Di qui la pratica che sta studiando personalmente, tanto da essersi portato il relativo fascicolo perfino nel suo ricovero a Cleveland e da non volerlo abbandonare neppure per Capodanno quando come ogni anno volerà in Sardegna. Si tratta dell’”Università del pensiero liberale”, progetto nato inizialmente come scuola quadri per i dirigenti di Forza Italia e trasformatosi via via in queste ultime settimane in qualcosa di assai più ambizioso.
Berlusconi pensa infatti a un vero e proprio ateneo privato, con almeno quattro diverse facoltà (economia, legge, scienze politiche e scienze della comunicazione), rette di ammissione tutt’altro che simboliche ma anche borse di studio per gli studenti meritevoli. L’idea è che accanto ai corsi veri e propri, ospiti anche visiting professor del calibro di Vladimir Putin, Tony Blair o Bill Gates ad arricchire il corpo docenti. La sede, già trovata, è una villa settecentesca in Brianza, giusto a mezza strada fra Arcore e Macherio. Comprende un grande parco adatto agli impianti sportivi, camere da letto per gli interni tipo college, aule e laboratori vari. Un campus in piena regola, appunto.
Berlusconi vuole che ogni cosa sia pronta entro il 2009, di pari passo cioè con la federazione del centrodestra. Poi, se tutto va bene, si potrebbero aprire anche altre due sedi, una al centro e l’altra al sud. Sempre, come si diceva, per «scardinare la dittatura culturale della sinistra» e realizzare, finalmente, quella «rivoluzione liberale» di cui, secondo il Cavaliere, l’Italia ha tanto bisogno.




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IL GIORNALE
27/12/2006
Berlusconi fonda l'università liberal
di Fabrizio De Feo

Roma - Il progetto sarebbe in cantiere da circa un anno. La sede sarebbe già stata individuata: una prestigiosa villa in Lombardia. Così come sarebbe già stato scelto il responsabile del progetto e il possibile «rettore»: Angelo Maria Petroni, direttore della Scuola superiore della pubblica amministrazione e consigliere di amministrazione della Rai.
L’ultima idea di Silvio Berlusconi si chiama «università del pensiero liberale». Un ateneo ad hoc con cui scardinare il «monopolio della sinistra» in campo culturale e accademico e formare la «futura classe dirigente moderata», aiutando il centrodestra a penetrare nella società, facendo rete dei propri strumenti e arcipelago delle proprie isole sparse. Un sogno che il presidente di Forza Italia ha sempre avuto nella testa e ora potrebbe iniziare a prendere forma, uscendo dalla stadio embrionale.
Il leader di Forza Italia, rientrato da alcuni giorni in Italia dopo l’intervento a Cleveland, sta trascorrendo questi giorni di festività a Milano, accanto ai suoi familiari. L’ex premier non ha ancora ripreso a pieno ritmo l’attività lavorativa. Ma Don Gelmini - amico di vecchia data del Cavaliere - dopo averlo sentito per telefono ha detto che «sta bene ed è molto, molto combattivo». In effetti, anche in questi giorni di riposo ai tanti che lo hanno chiamato per gli auguri Berlusconi è sembrato molto determinato, soprattutto su quella che considera la sfida dei prossimi mesi: il partito unico dei moderati. Un obiettivo a cui si affianca un altro progetto: la fondazione di una «università del pensiero liberale». L’idea era stata anticipata alcune settimane fa nel corso di una riunione con i coordinatori regionali. Ma ora sarebbe partito l’input definitivo per passare alla fase operativa del progetto.
«Non possiamo lasciare la cultura nelle mani della sinistra» è stato il ragionamento che Berlusconi ha fatto in queste ore con alcuni interlocutori.
«Il partito dei moderati sarà il mio lascito - ha aggiunto - e l’università costituirà la base della futura classe dirigente del centrodestra». Il successo della manifestazione organizzata dal centrodestra a dicembre ha rafforzato nel Cavaliere la convinzione che si debba «rilanciare la cultura di centrodestra, soprattutto ora che il popolo di San Giovanni ha dimostrato che Forza Italia è un partito di massa». Come dire che il popolo c’è, ma bisogna fornirgli una guida e una comunità intellettuale di riferimento, sottraendo alla sinistra «il monopolio della cultura».
Il progetto, assicura chi ci sta lavorando, sarebbe in una fase piuttosto avanzata e sarebbero già state individuate alcuni possibili sedi in Lombardia. Secondo qualcuno si starebbero valutando alcune strutture vicine alle due case di Berlusconi di Arcore e Macherio. Nelle intenzioni del leader azzurro, l’università dovrebbe essere strutturata sul modello statunitense. Un vero e proprio campus, dunque, con posti letto per studenti e professori, attrezzature sportive, biblioteche. Un progetto da realizzare in tempi rapidi se è vero che il Cavaliere vorrebbe inaugurare l’ateneo entro un anno, massimo un anno e mezzo.
L’università prenderebbe spunto dall’esperienza di istituti già esistenti come la Luiss o la Bocconi. Un ateneo privato, dunque, ma con un sistema di borse di studio per premiare gli studenti meritevoli che non possono permettersi la retta. Le facoltà sarebbero prevalentemente quattro: economia e commercio, giurisprudenza, scienze politiche e della comunicazione. Berlusconi è intenzionato a dare un’impronta internazionale al nuovo istituto con accordi di collaborazione con università di altri Paesi e con lezioni di personaggi di livello internazionale, come gli ex statisti Bill Clinton e Mikhail Gorbaciov o magnati come Bill Gates. Nessuna indiscrezione sul nome dell’ateneo. L’unica certezza è che il leader azzurro ne sarebbe il fondatore perché come conferma il senatore Guido Possa, amico di infanzia dell’ex premier, «Berlusconi vuole che il suo passaggio nella politica lasci un’eredità concreta e un’orma profonda, anche nella formazione e nella cultura».




INES TABUSSO