00 10/07/2006 23:00

"La responsabilità.
Riguarda tutti gli attori, a partire dal medico fino al cittadino e al soggetto pubblico
(...)
Ma esiste anche un’altra responsabilità. Quella
dell’appropriatezza e della lotta agli sprechi. Sprechi che sono troppe volte frutto di
negligenze e di comportamenti non appropriati. Gli esempi sono molti. Uno su tutti: la
prescrizione e la moltiplicazione di esami diagnostici inutili da parte del medico, ma
anche il mancato ritiro dei relativi referti da parte del cittadino.
Questa negligenza che, ribadiamo, è un venir meno ad un dovere di
responsabilità, può essere sottoposta ad un ticket che perlomeno rimborsi la
Comunità di parte delle spese inutilmente sostenute. L’unico ticket che oggi ha un
senso è proprio quello sulla negligenza e l’inappropriatezza. Un ticket che dovrà
essere quantificato e pagato dal sistema (in forma di penalizzazioni) ma anche dal
cittadino (quale vera e propria “multa” per un comportamento scorretto e per il
danno causato alle economie del sistema sanitario).
(Audizione del Ministro della Salute Livia Turco alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati,
"Un New Deal della Salute", Linee del programma di Governo per la promozione ed equità della salute dei
cittadini, 27 giugno 2006)
cfr.:
www.ministerosalute.it/dettaglio\phPrimoPiano.jsp?id=331




Nel suo programma, il New Deal della salute, lei ipotizza un ticket sulla negligenza dei cittadini che non rispettano la prenotazione di visite ed esami.
Secondo il Censis il 18-30% dei referti di analisi non vengono ritirati. In un policlinico romano, Tor Vergata, il 20-30% dei pazienti in lista non si presenta, fenomeno più evidente per Tac e risonanza magnetica.
"Il cittadino ha diritti e doveri e fra questi ultimi rientra il senso di responsabilità . Un’analisi non ritirata è una negligenza che danneggia un altro paziente e quindi va risarcita".
(Livia Turco, ministro della Salute, CORRIERE DELLA SERA, 10 luglio 2006)




"Con proprio decreto il Ministro della sanità, sentito il Consiglio superiore di sanità, procede alla revisione del nomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale, avuto riguardo alla necessità di individuare le prestazioni tecnologicamente superate nonché quelle il cui costo tariffario risulta eccedente l'onere economico della prestazione stessa e determinando, in luogo delle prestazioni genericamente formulate, le singole prestazioni erogabili. Il mancato ritiro del referto entro trenta giorni dall'effettuazione della prestazione specialistica comporta l'addebito all'assistito dell'intero costo della prestazione fruita".
(Legge 29 dicembre 1990, n. 407, "Disposizioni diverse per l'attuazione della manovra di finanza pubblica 1991-1993", Pubblicata nella G.U. 31 dicembre 1990, n. 303, Capo II - Disposizioni in materia di assistenza, sanità e lavoro, articolo 5. Norme relative al settore sanitario, comma 8 )
cfr.:
www.welfare.gov.it/EaChannel/MenuIstituzionale/normative/anni+precedenti/1990-12-29-legge+29+dicembre+1990+n....




"I risultati degli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio
dovranno essere ritirati entro 30 giorni dalla data comunicata per il
ritiro; oltre tale termine l’Utente dovrà pagare per intero il costo
delle prestazioni effettuate, ai sensi del comma 8 art. 5 legge 29
dicembre 1990, n. 407"
(Dal talloncino che viene consegnato ai comuni mortali che devono recarsi a ritirare i
referti degli esami eseguiti presso le strutture del SSN, o presso quelle convenzionate)



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CORRIERE DELLA SERA
10 luglio 2006

ROMA - Si ricomincia dal sanitometro, sistema di esenzioni fondato sul reddito. Il decreto, mai applicato, approvato dal governo di centrosinistra nel ’98, quando alla Sanità c’era Rosy Bindi, costituisce ora la base di partenza per Livia Turco che, in linea con le indicazioni del Dpef, elaborerà proposte antideficit. «Ipotesi, solo ipotesi - ribadisce il ministro -. Non è detto che si traducano in fatti concreti nella prossima Finanziaria e che alla fine i cittadini debbano partecipare alla spesa». Per verificare la praticabilità di certe soluzioni verrà nominata una commissione. Tra le idee, un ticket alberghiero sui ricoveri ospedalieri per i più abbienti, sulle prestazioni non urgenti di pronto soccorso (i cosiddetti codici bianchi che, secondo uno studio di "Meridiano sanità", assorbono l’80% del lavoro dei medici) e sulle negligenze (ad esempio non presentarsi all’appuntamento per un esame, non ritirare il referto di un’analisi).

Far pagare ai ricchi un contributo alberghiero per i ricoveri , come suggeriva F assino, nell’intervista di ieri al Corriere. È d’accordo?
Fassino, nel parlare di compartecipazione alla spesa, ha fatto un esempio calzante. Si può prevedere un ticket sui ricoveri per chi ha un reddito alto.

Dieci euro?
Niente cifre. Si tratterebbe ben inteso di un contributo alberghiero, non sanitario. Le prestazioni mediche comprese nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, devono invece essere garantite a tutti secondo un principio di equità. L’asse portante del Dpef è costituito proprio dal finanziamento dei Lea oltre che da investimenti nella sanità.

E la commissione?
Discuterà le proposte con le parti sociali. A qualcuno sembrerà strano che il ministro della Salute prenda l’iniziativa. Io l’ho fatto perché bisogna seguire criteri di salute e non di economia. Voglio affrontare il problema anche per evitare che qualcun altro, il Tesoro, usi un’impostazione economicistica.

Pagheremo anche al pronto soccorso per visite non urgenti, una caviglia gonfia, qualche linea di febbre o mal di pancia?
In alcune Regioni ha funzionato. Tutto ruota attorno al principio dell’appropriatezza .

Nel suo programma, il New Deal della salute, lei ipotizza un ticket sulla negligenza dei cittadini che non rispettano la prenotazione di visite ed esami.

Secondo il Censis il 18-30% dei referti di analisi non vengono ritirati. In un policlinico romano, Tor Vergata, il 20-30% dei pazienti in lista non si presenta, fenomeno più evidente per Tac e risonanza magnetica.
Il cittadino ha diritti e doveri e fra questi ultimi rientra il senso di responsabilità . Un’analisi non ritirata è una negligenza che danneggia un altro paziente e quindi va risarcita.


Ma con i ticket non viene scalfito il principio della salute come diritto per tutti?
Assolutamente no, io voglio costruire e promuovere un sistema sanitario pubblico che assicuri servizi di qualità a tutti. Il Dpef chiarisce che per garantire l’universalità dell’assistenza non si può prescindere dalla compartecipazione al costo dei servizi sulla base del reddito. Dunque, anche nella farmaceutica, sì a ticket selettivi, no a quelli generalizzati perché poco efficaci e perché colpiscono i più deboli.

Margherita De Bac


[Modificato da INES TABUSSO 10/07/2006 23.16]

INES TABUSSO