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CORRIERE DELLA SERA
3 giugno 2006
Intervista a: GERARDO D'AMBROSIO
D'AMBROSIO: NO, E' UN ERRORE PRESTO LE CARCERI DI NUOVO PIENE
di: GIUSEPPE GUASTELLA

VISTO DAL CENTROSINISTRA
D'Ambrosio: no, è un errore presto le carceri di nuovo piene

Senatore D'Ambrosio, si parla di amnistia.
«Troppo presto».

Scusi?
«L'amnistia è un provvedimento che fino ad ora è servito solo a differire i problemi della giustizia».

Da sola non basta?
«Così è un palliativo, un errore addirittura. Il problema del sovraffollamento delle carceri va affrontato con gli altri problemi della giustizia».

Quali?
«A partire dai tempi dei processi. C'è bisogno di una profonda riforma del diritto penale, di informatizzare e riorganizzare gli uffici. Mettere sul tavolo solo l'amnistia oppure l'indulto è sbagliato. Se ne potrà parlare quando si saranno trovate soluzioni accettabili per tutto il resto».

Altrimenti cosa accade?
«Quello che è successo le altre volte: dopo due mesi le carceri saranno di nuovo superaffollate. Basta guardare i dati. Il numero dei detenuti è aumentato al ritmo di mille all'anno e negli ultimissimi anni anche di duemila. Vuol dire che c'è qualcosa che non funziona nel sistema. Da anni sono state studiate forme alternative al carcere».

Cosa suggerisce?
«Ad esempio, si potrebbe eliminare la carcerazione preventiva per i tossicodipendenti che, se accettano un programma di recupero, vanno agli arresti domiciliari in comunità. Molte celle si svuoterebbero di colpo e la permanenza in comunità varrebbe come scomputo dalla pena finale. Si potrebbe rivedere l'impostazione degli illeciti penali e di quelli amministrativi che ricadono sul penale. È un problema grosso. Molte pene detentive potrebbero essere trasformate in lavoro sociale o in pene pecuniarie grosse. E se su queste ultime si toglie la sospensione condizionale, cioè se le si fanno pagare davvero, questo diventerebbe un deterrente superiore allo spauracchio del carcere. E si tornerebbe al problema italiano di sempre».

Quale?
«Che bisogna ripetere i provvedimenti di clemenza ogni tre- quattro anni perché in poco tempo molti di quelli che escono tornano a delinquere e finiscono di nuovo dentro».

Se proprio si deve, che amnistia pensa si possa fare?
«Amnistia breve e solo per quei reati che si vuole depenalizzare».



INES TABUSSO