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LA GAZZETTA DELLO SPORT
16 maggio 2006
Rossi commissario Figc
Al Foro italico la giunta Coni ha ratificato la nomina del giurista, incaricato di prendere le redini della Federcalcio. Le prime parole: "Ci vogliono regole con sanzioni vere"

ROMA, 15 maggio 2006 - Sarà Guido Rossi, padre della Legge antitrust ed ex presidente Consob dal febbraio 1981 all'agosto 1982, il Commissario straordinario Figc: la seduta della Giunta Coni ha ratificato la sua nomina dopo che in una riunione conclusasi all'1.30 di questa notte si era raggiunto l'accordo sul nome del giurista. Rossi, nato a Milano nel '31 e laureatosi in Legge all'Università di Pavia nel 1953, è uno dei massimi esperti italiani di diritto societario ed è stato anche a capo di grandi aziende come Montedison e Telecom Sopra. È stato senatore della Sinistra indipendente dall' 87 al '92.
Rossi sarà affiancato nel suo ruolo da quattro subcommissari di sua nomina. Uno dei quattro subcommissari verrà dal mondo del calcio, avrà un ambito internazionale, e si occuperà della parte strettamente sportiva nella riorganizzazione della Figc.
Guido Rossi è arrivato nella sede del Coni al Foro Italico per accettare l'incarico di commissario straordinario della Figc, per il quale è stato votato all'unanimità dalla Giunta. Rossi dovrebbe provvedere immediatamente alla nomina dei vicecommissari. Il giurista è entrato nella sala della Giunta da un ingresso secondario per evitare i giornalisti. Queste le sue prime parole: "Ringrazio innanzitutto la Giunta, che mi ha votato all'unanimità. È vero quanto detto da Petrucci: fino alla sua telefonata non lo conoscevo. È stato un momento importante, come quando mi telefonò l'allora ministro Rino Andreatta per propormi la presidenza della Consob. Oppure come quando mi telefonò l'attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per propormi di candidarmi per la Sinistra indipendente al Senato. Mi chiamò anche Ciampi, che allora era ministro, per propormi la privatizzazione di Telecom. Anche questo settore, ilcalcio, come quelli che ho nominato, è molto importante. Ci vogliono delle regole, con sanzioni vere che vengono applicate, perchè le norme senza sanzioni non valgono niente".
"Prenderò contatto con i magistrati che stanno indagando - ha proseguito Rossi -, come mi ha chiesto di fare Petrucci. Se mi sento un extraterrestre? Mi ero già sentito così quando ero stato nominato presidente della Consob. Un agente di cambio mi disse: lei, professore, ha un bel coraggio. Io chiesi perchè avevo un bel coraggio, e quello mi rispose che era come andare a moralizzare una casa di tolleranza".
"Non sono affatto nè spaventato nè preoccupato - ha detto il neo-commissario della Federcalcio -. Accetto la sfida che mi è stata offerta dal Coni con serenità. Certo la crisi è grave, ma con l'aiuto del Coni e con la nomina dei vicecommissari affronteremo tutti i problemi". Sulla scadenza del 27 luglio per la consegna della lista delle squadre italiane che parteciperanno alle prossime coppe europee, Rossi ha garantito: "Dovrò essere in grado di dare la lista, non credo di avere altre alternative". Rossi ha anche confermato che andrà a Coverciano per salutare la Nazionale, che "rappresenta il punto di forza del calcio italiano e quindi certamente troverò il tempo necessario per poter seguire gli azzurri".



LA SCHEDA
Interista, ha guidato la privatizzazione di Telecom
Nato a Milano il 16 marzo 1931, Rossi si è laureato in Giurisprudenza all' Università di Pavia nel 1953 e ha ottenuto nel '54 il Master of Laws all' Università di Harvard.
Nel 1955, e per due anni, ha lavorato alla segreteria di Adriano Olivetti ad Ivrea. A 27 anni diventa docente di diritto commerciale e diritto privato comparato all' Università di Pavia. La carriera accademica di Rossi prosegue poi a Trieste, Venezia e ancora a Pavia, prima di approdare a Milano.
Nel febbraio del 1981, Guido Rossi viene chiamato dall'allora ministro del Tesoro Nino Andreatta alla guida della Consob.
Nel 1987 viene eletto senatore come indipendente nelle liste del Partito comunista. Consulente di grandi gruppi come la Montedison e l'Inps, Rossi è stato anche legale di Mediobanca e consigliere di amministrazione delle Assicurazioni Generali. Prima di essere chiamato, assieme all'attuale amministratore delegato ed ex commissario straordinario Parmalat Enrico Bondi, alla guida di Ferfin e Montedison nel pieno della crisi del gruppo Ferruzzi, Rossi ha guidato in prima linea la battaglia della Mondadori a fianco di Carlo De Benedetti contro la «scalata» di Silvio Berlusconi e ha curato operazioni finanziarie di peso, come la conquista del Credito Bergamasco da parte del Credit Lyonnais.
Nel 1993 Rossi arriva alla presidenza di Ferfin e Montedison scosse dal dopo-Tangentopoli. Raccoglie un gruppo che fattura 22.800 miliardi l' anno e registra un indebitamento finanziario netto di oltre 22.600 miliardi. Con una nuova squadra di vertice Rossi riesce ad ottenere dalle banche il via libera al piano di ristrutturazione.
Quando accetta, a gennaio del '97, l'invito di Carlo Azeglio Ciampi a guidare Telecom Italia, alla vigilia della fusione con la Stet, verso la privatizzazione, Rossi dice sì proprio con l'impegno di portare a termine il mandato che il Governo gli ha affidato. L'anno scorso è stato uno dei protagonisti della vicenda AntonVeneta, in cui ha tutelato gli interessi della banca olandese Abn Amro.
Tifoso interista, è avvocato di Massimo Moratti e ha seguito per la società nerazzurra il trasferimento di Ronaldo in Italia, oltre ad aver fatto parte del CdA del club milanese da parte del 1997.




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LA REPUBBLICA
16 maggio 2006
Il calcio nelle mani di Guido Rossi
L´ex presidente Consob commissario: dovrà riscrivere le regole
Padre dell´antitrust, massimo esperto di diritto societario: ora dovrà rifondare uno sport
Oggi il Coni ufficializzerà la scelta del giurista milanese: resterà in carica per un anno
FULVIO BIANCHI


ROMA - Un superavvocato, ex senatore della Sinistra indipendente, fustigatore dei potenti e dei furbetti, sarà il nuovo commissario straordinario della Federcalcio: è Guido Rossi, uno dei massimi esperti di diritto su mercato e regole. Ci voleva uno come lui, padre dell´Antitrust ed ex presidente della Consob, per rimettere ordine nel mondo del pallone. Per dare quelle regole che non ci sono, uscendo dalla spirale dei conflitti d´interesse. Per tenere i contatti con la magistratura e il mondo politico. La scelta di Rossi sarà ufficializzata oggi, dalla Giunta Coni: ma c´è spaccatura all´interno del Palazzo dello sport. Quattro-cinque presidenti hanno contestato il metodo, non il merito. E l´hanno fatto presente nella riunione informale di ieri notte. La scelta di Rossi è stato il colpo a sorpresa, di prestigio, tirato fuori dopo che erano cadute tutte le altre candidature, pur illustri (Monti, Gifuni, Monorchio, Masi, Coppi). Tramontate altre ipotesi, provenienti da ambienti calcistici: i Ds avevano consigliato anche Gianni Rivera, osteggiato però dal Coni e dalla Figc. Così come è tramontato in fretta Dino Zoff. Il commissario Rossi sarà affiancato comunque da alcuni vice, che sceglierà nei prossimi giorni: di sicuro collaborerà con Giancarlo Abete, uno dei pochi superstiti della Figc dopo l´addio di Carraro e Mazzini.
L´identikit di Rossi è stato tracciato in tarda serata, senza citarlo, da Gianni Petrucci: «Un uomo fuori dallo sport, non contiguo a questo mondo. Quindi, non un ex atleta: il commissario resterà in carica quanto serve, forse anche un anno, e al termine del mandato non si candiderà alla Figc» ha spiegato il n.1 del Coni, durante "Porta a Porta". Su Rossi è arrivato l´ok del centrosinistra e anche della Figc, o di quel che resta. Perché ieri in via Allegri (si fa per dire...) si sono riunite Leghe e componenti: accettata la soluzione del commissario, anche perché non si poteva davvero fare altro.
Per Rossi il lavoro comincerà presto, si insedierà già in settimana. Sul tavolo la rifondazione del calcio. «Occorrono soluzioni forti», spiega il segretario Ds, Piero Fassino, ai microfoni di "Gr Parlamento". E indica una strada: regole di mercato "vere", un "ripensamento" dei diritti tv e della distribuzione delle risorse, restituire alla classe arbitrale una «funzione imparziale», con una giustizia sportiva «autonoma dalle federazioni». In pratica, un consiglio superiore dei giudici sportivi (5 membri) come anticipato nei giorni scorsi da Repubblica. «Si possono studiare nuovi meccanismi», ha confermato Petrucci. Inoltre il commissario dovrà spazzar via quel diritto di veto che ha bloccato il sistema-calcio per anni: dalle elezioni del presidente, alla riforma dei campionati. Bastava l´opposizione di una Lega per paralizzare tutto. Infine ai dirigenti di club, visto quello che è successo, sarà tassativamente vietato tenere rapporti con il designatore (Maurizio Mattei è avviato alla riconferma) e con gli arbitri. Massima trasparenza e massimo rigore. Rossi commissarierà subito l´Aia: addio a Lanese, in corsa Casarin e Pescante.
Sarà compito anche del commissario prendere contatto con la procura di Napoli per sapere quando arriveranno le carte alla Figc: i pm Narducci e Beatrice hanno promesso di consegnare il primo stralcio questa settimana, così il generale Italo Pappa potrà partire finalmente con l´indagine. «Ma sarà come scalare l´Everest», sostengono in ambienti Figc, perché entro fine luglio dovranno essere chiusi tutti i processi: il 28 luglio infatti è previsto il sorteggio per le Coppe europee, e bisognerà avere una classifica definitiva della serie A per sapere quali squadre italiane saranno presenti. L´Ufficio Indagini procederà quindi con rito abbreviato, pochissimi interrogatori (sovente inutili) e carte trasmesse il prima possibile al procuratore federale per i sicuri deferimenti. In 70 giorni quindi dovrà essere tutto chiuso. Ma Carlo Tavecchio, presidente della Lega Dilettanti, è pessimista: «I campionati? Non potranno iniziare che in autunno inoltrato». Già, ma come fare con le Coppe? In agosto scattano i preliminari di Champions. Chi parteciperà?


INES TABUSSO