00 07/04/2006 01:17
CORRIERE DELLA SERA
6 aprile 2006
«Ho dato del coglione ai miei, a quelli di sinistra avrei detto ben altro»
«Azione dei magistrati contro di me»
Berlusconi: «Sono estraneo al caso Mills. Ho dovuto provvedere da solo alle indagini che la Procura si è rifiutata di fare»


ROMA - «Con il caso Mills non c'entro nulla, è stata solo una montatura dei giornali e dei gruppi di potere che parteggiano per la sinistra». E' questa la sostanza della dichiarazione che Silvio Berlusconi ha fatto oggi a Palazzo Chigi di fronte ai giornalisti appositamente convocati. Una conferenza stampa senza possibilità per i cronisti di fare domande («Ho concluso, vi saluto!») nel corso della quale il leader di Forza Italia ha denunciato di avere le prove del fatto che contro di lui è in atto un'azione giudiziaria dal carattere squisitamente politico.


IL CASO MILLS
- Berlusconi ha citato date e fatti e ha annunciato la distribuzione di documenti, reperiti in proprio, che testimonierebbero una sua estraneità alle vicende che vedono coinvolto l'avvocato inglese David Mills. Secondo la procura di Milano, che a febbraio ha depositato gli atti dell'indagine, ci sarebbe stato un versamento di 600 mila dollari a Mills da parte della Fininvest, una sorta di premio per delle testimonianze favorevoli a Berlusconi in due processi degli anni Novanta. Di qui l'iscrizione del Cavaliere sul registro degli indagati. Ma lo stesso Berlusconi ha fatto sapere che pochi giorni dopo i suoi legali avevano chiesto ai magistrati milanesi di indagare e di effettuare rogatorie per accertare se effettivamente quel versamento di 600 mila dollari fosse attribuibile a lui o alle sue aziende. «Ma non lo hanno fatto - ha sottolineato durante l'incontro con la stampa - e hanno preferito rinviarmi a giudizio a pochi giorni dal voto, screditandomi di fronte all'opinione pubblica internazionale».


INDAGINI IN PROPRIO
- Berlusconi ha poi detto di avere raccolto da sè le informazioni che la Procura di Milano non ha ritenuto di reperire velocemente. «Il risultato - ha detto il premier - sono documenti che provano che la somma a Mills arriva da un armatore che non conosco, Diego Attanasio. Questi documenti erano depositati dal '97 presso la banca. E sarebbe stato sufficiente avviare una rogatoria per procurarsi questa documentazione ed evitare l'ennesimo processo nei miei confronti ed evitare spreco di denaro pubblico». Secondo il premier «questi documenti provano la mia estraneità ma anche che solo una persona dotata di intraprendenza fuori dal comune e notevoli disponibilità economiche può far fronte a questi attacchi, mentre un comune cittadino è costretto a soccombere».


LA REPLICA DELLA PROCURA
- Nel pomeriggio da ambienti giudiziari milanesi è però trapelata la versione della procura secondo cui la rogatoria internazionale diretta alle autorità giudiziarie delle Bahamas è stata avviata dalla Procura di Milano il 18 aprile 2005, con due integrazioni trasmesse il 23 dicembre 2005 e il 14 febbraio 2006. Le autorità delle Bahamas non avrebbero, però, ancora dato una risposta ai pm milanesi.


L'ATTACCO AL CORRIERE
- Berlusconi, nel corso della conferenza stampa, ha anche attaccato il Corriere della Sera, che anticipò la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti e che ha seguito puntualmente le vicende processuali legate al caso Mills. E se l'è presa con tutti «i grandi giornali» che «concordano i titoli» per attaccare un governo che ha avuto il torto «di non favorirli». «Denuncio questo ennesimo episodio di uso politico della giustizia - ha tuonato ancora Berlusconi - . Questo atto era teso a infangare presidente del consiglio e immagine dell'Italia. E' impensabile che ci siano funzionari dello Stato che tramino cotro il presidente del Consiglio che lavora per tutti gli italiani».


CASO MEDIASET
- In mattinata Berlusconi era stato intervistato da Sky Tg 24. «Sul caso Mediaset bisogna stare attenti perché a rischio c'è la libertà». «Ci sono prove assolute di regime», aveva aggiunto parlando a Sky tg24. Ieri «ha avuto successo il blitz antidemocratico di Prodi e della sinistra e dei giornali che mi hanno impedito di andare in tv».


LA PAROLACCIA
- Il premier in mattinata è anche tornato a precisare il senso della parola «coglione» pronunciata durante l'intervento a Confcommercio per mettere in guardia da un voto a sinistra: «Non ho dato del coglione agli elettori della sinistra, non si prendano un aggettivo che li definisce bene, non li ho gratificati di questa espressione che di un aggettivo bonario. Coglioni sono coloro che stanno dalla mia parte e che non curano i loro interessi».


«SE PERDO SARA' DI MISURA»
- «Mi sento forte come un leone e continuerò a battermi comunque. Sono sicuro di vincere e se ci fosse una sconfitta sarà di misura. E comunque la sinistra dovrà fare i conti con noi in Parlamento. A questa sinistra non mi arrenderò mai», ha aggiunto Berlusconi.«La sinistra è così illiberale - spiega - che minaccia di fare leggi ad personam per eliminare un avversario politico.


«VENGANO GLI OSSERVATORI ONU»
- E nel pomeriggio è arrivato un ulteriore attacco agli avversari, accusati di voler realizzare brogli elettorali. Rispondendo ad un cronista che gli chiedeva se fossero necessari gli osservatori Onu, Berlusconi ha detto: «Debbono venire per difendere noi da questi signori, che sono esperti di brogli, con tutti i giornali dalla loro parte, con le tv che si comportano come vedete. Hai voglia che abbiamo bisogno degli osservatori per i brogli, perchè se va avanti così chissà cosa ci combinano».



INES TABUSSO