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"le Camere sciolte si limitano a compiere gli atti ritenuti costituzionalmente
doverosi ovvero urgenti...
...Sulla base della prassi relativa ai periodi di prorogatio, possono trarsi
le seguenti indicazioni per quanto riguarda l'esercizio delle principali
funzioni dell'Assemblea, delle Commissioni e degli altri organi della Camera.
Per quanto concerne l'attività legislativa, la prassi consente di procedere,
in Assemblea, all'esame dei soli progetti di legge connessi ad adempimenti
costituzionalmente dovuti ovvero urgenti e indifferibili...
... A tale proposito si segnalano:...
...i progetti di legge rinviati dal Presidente della Repubblica ai sensi
dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione;..."
(dalla Comunicazione del Presidente della Camera dei Deputati: Luciano Violante, Modalità e limiti all'esercizio delle principali funzioni parlamentari durante il periodo di prorogatio, Mercoledì 14 marzo 2001)
filodiritto.com/notizieaggiornamenti/20marzo2001/comunicpresidenteca...



"Il discorso è semplice: quella norma si potrebbe approvare anche a Camere sciolte, ma a quel punto non ci sarà più la maggioranza che la vota. Se le Camere vengono sciolte e vengono indetti i comizi elettorali, si dovranno fare le liste e a quel punto Berlusconi potrà contare sulla collaborazione solo dei deputati che verranno ripresentati. Il rischio del flop c'è".
(da L'Unita' del 25 gennaio 2006, articolo di Bruno Miserendino)






L'UNITA'
10 febbraio 2006
Senato, manca il numero legale: niente inappellabilità
di red


L’inappellabilità non è passata. La legge scritta ad uso e consumo del presidente Berlusconi, tanto che lui stesso è stato costretto ad ammettere in tv il collegamento col processo Sme (anzi «processino» sempre secondo il premier), non è stata approvata dal Senato per mancanza del numero legale. Insomma: non c’erano abbastanza senatori della maggioranza in aula per votarla.

A palazzo Madama ci hanno provato per tutta la mattina. Per ben 7 volte. Ma, nonostante il dispiegamento dei cosiddetti “pianisti” (cioè coloro che votano al posto di un collega assente) non c’è stato niente da fare. E alle 13,40, preso atto della situazione, la votazione è stata rinviata a martedì prossimo.

Infatti il ddl potrà tornare in aula al Senato anche a camere sciolte dato che la legge sull’inappellabilità è stata rinviata dal capo dello Stato e quindi l'esame è ritenuto «un atto dovuto».

«Ho chiesto che almeno in questo caso ci fosse la decenze da parte della Cdl di non ricorrere ai pianisti – ha spiegato il vice capogruppo della Margherita, Roberto Manzione - A quanto pare però questa legislatura, che per fortuna è alle ultime ore, deve concludersi così come era iniziata: con leggi ad personam che aiutano Berlusconi e Previti e con il disdicevole comportamento di senatori di maggioranza che votano per gli altri colleghi».

Per non parlare dell’ennesimo dispregio dimostrato dalla maggioranza nei confronti delle istituzioni e delle regole della democrazia. Il ddl sull’inappellabilità che Ciampi si è rifiutato di firmare per una lunga serie di motivazioni (Palesi incostituzionalità, insostenibile aggravio della giustizia penale, violazione del principio della ragionevole durata del processo, norma in contraddizione fra loro ecc ecc) è infatti rimasto per lo più come era.

Commenta il senatore Nando Dalla Chiesa: «Non sono bastate nemmeno due settimane in più di Parlamento ottenute ricattando il capo dello Stato sulla data del voto; la legge Pecorella nel giorno del venerdì non ha ottenuto il numero legale nemmeno con mezzo governo schierato in Aula. Passerà la settimana prossima - con una precettazione militare di senatori, ministri e sottosegretari - un provvedimento incostituzionale ad personam che, incurante delle obiezioni del Presidente della Repubblica, verrà approvato nei tempi riservati alla eccezionale attività del parlamento. Diventato arbitro delle sua partita personale, il capo del Governo segnerà il suo sospirato gol al 59esimo del 2° tempo, ossia quando dagli spalti si urla "arbitro venduto!". All'insegna di questo scandalo si chiude simbolicamente un'intera legislatura. Alla fine, l'unica vera privatizzazione di questo governo è quella del Parlamento».

INES TABUSSO