Visto che siete timidi, inizio io. Mi scuso con Enrico per averci messo del tempo, ma ultimamente sono costretta a stare al computer lo stretto necessario per lavorare, pena la pubblica fucilazione da parte della mia solerte fisioterapista che sta rimettendo faticosamente a posto una fortissima infiammazione e contrattura delle mie vertebre cervicali.
Tornando agli scritti di Enrico, riporto quanto gli avevo scritto in privato in merito agli articoli su "Allevatori, mercato e aviaria".
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I contenuti sono certamente condivisibili da parte mia. La frase che rispecchia maggiormente il mio modo di pensare è questa:
Quasi mai “ non decidere” produce vantaggi, poiché ben raramente i problemi evolvono da soli verso la soluzione preferita. A questa mia, e sua, posizione ho rilevato un notevole ostracismo nell'ambiente e francamente non ne capisco il motivo. Se restiamo fermi in una situazione di immobilismo, poi non dobbiamo lamentarci delle conseguenze di questa immobilità e dire a posteriori "si poteva fare questo, quello, ecc". Si doveva, ma non si è fatto. Punto.
Mi scuso già da ora perchè so che sarò prolissa, ma il tema mi interessa molto e merita riflessioni approfondite e precise.
Proibire l’attività di scambio e compravendita nei luoghi predisposti e controllati può forse rappresentare una cautela sanitaria, ma ha buone probabilità di produrre effetti contrari a quelli desiderati: si favoriscono scambi di soggetti di provenienza non controllata, e, dunque, si alza il livello di rischio. = Verissimo. Su Internet, in autunno, di fronte allo svolgimento della sola mostra ornitologica senza mostra scambio, si ventilava l'ipotesi di svolgere un mercatino non autorizzato sul piazzale dell'Ente Fiera di Reggio Emilia (e di altri luoghi, di volta in volta) "aprendo i bauli delle automobili" (sotto la neve, con il freddo o la pioggia), in condizioni più che disagevoli, sia per le persone che, soprattutto, per gli uccelli. Poi fortunatamente le cose sono andate diversamente. Però... l'idea è saltata comunque fuori.
tracciare la sua storia dalla nascita ( data e luogo/ allevatore ) fino al possessore finale, attraverso i vari passaggi e spostamenti, che possono essere registrati . = un po' come accade con il registro di detenzione CITES, che possiedo anche io...
come tutelare , contemporaneamente , la salute delle persone ( e gli aspetti psicologici collegati ) e la vita della nostra attività di allevatori. = Esattamente. Quello che certi allevatori secondo me non comprendono è che l'allevamento è un hobby e che gli enti preposti alla sicurezza sanitaria non daranno mai la precedenza a un hobby rispetto alla sicurezza delle persone. Se dovranno scegliere, chi scomparirà saremo noi allevatori. E' più che ovvio.
L’elemento chiave,oggi, per le autorità veterinarie pare essere il controllo – secondo protocolli ufficiali nazionali – dello stato di salute degli animali attraverso il tampone fecale periodico ed a campione, come per i piccioni e le galline. E’ praticabile un’analoga procedura per i nostri allevamenti amatoriali (ma alcuni hanno dimensioni apprezzabili)? = Potrebbe essere praticabile (e auspicabile), certamente, ma non sarà una passeggiata. A quanto so, le ASL hanno un tariffario che illustra le parcelle da corrispondere ai veterinari per le loro uscite presso gli allevamenti. Tali parcelle sono a totale carico degli allevatori che, però, svolgendo questa professione a scopo di lucro (reddito) possono sopportare le spese. Diverso sarebbe per gli allevatori amatoriali che, come sottolinea anche lei, spesso sono in perdita (come la sottoscritta!!) o in pareggio, pochi in attivo (gli allevatori sono amatori, hobbysti, che non svolgono un'attività industriale). Per la maggior parte degli allevatori amatoriali non sarebbe possibile pagare la parcella "piena" di un veterinario ASL (o privato) con una certa frequenza (anche se poi magari si spende il triplo in sigarette, ma questa è un'altra storia...). Per ovviare a questo problema, reso ancor più complicato dal fatto che i veterinari esperti in patologia dei volatili d'affezione sono piuttosto rari, si potrebbero (dietro autorizzazione delle ASL, per esempio) stipulare delle convenzioni fra le Associazioni Ornitologiche locali e 1 veterinario aviare in zona: i soci si impegnano formalmente a rivolgersi solo a questo professionista per le analisi a campione, il quale, in cambio, praticherà tariffe molto vantaggiose, vista l'affluenza di un alto numero di clienti. In questo modo forse si vincerebbe la ritrosia che molti allevatori hanno a recarsi da un veterinario che per una visita in allevamento prende, per esempio, 40 euro. Eventualmente, se il veterinario aviare non fosse vicino (come nel mio caso), l'Associazione potrebbe stabilire, per esempio, che ogni primo lunedì del mese, entro le ore 10 del mattino, debbano pervenire in Associazione i campioni di tutti i soci, che poi 1 sola persona a turno porterà al veterinario (ovvio che i soci verranno istruiti su come fare la raccolta e il trasporto). In questo modo, si eviterà lo spostamento al veterinario e ai singoli allevatori, riuscendo magari a spuntare un prezzo ancor più di favore presso il professionista, che non sarà costretto a lasciare lo studio e girare ogni allevamento di persona. Il tutto, ovviamente, sperando anche nell'onestà dei singoli allevatori, per evitare i "soliti" comportamenti all'italiana...
Certamente, complicandosi di più la vita. = Ovvio, però, fra lo scomparire o l'essere costretti a smettere di allevare e lo "sbattersi" un po' di più, io francamente preferisco la seconda opzione e continuare a godere della meravigliosa vista che sono i miei Diamanti di Gould.
Per le autorità e le famiglie questo rappresenterebbe un importante punto fermo (il 6°): lo stato sanitario degli uccelli ornamentali allevati in Italia è garantito. = Sottoscrivo in pieno. Non saremmo più ghettizzati e visti con sospetto dal vicino di casa che "si beve" tutto quello che dice il TG. E anche di fronte ad eventuali contestazioni di movimenti animalisti estremisti, saremmo al riparo. E, mi permetta, questa non è cosa da poco.
La eventuale disponibilità degli allevatori FOI al costante monitoraggio statistico del settore ed al miglioramento delle azioni di garanzia sanitaria non deve trasformarsi in una gabbia teorica e burocratica che, avulsa dalla realtà, di fatto produrrebbe la rapida scomparsa del movimento degli allevatori amatoriali = Questo è il secondo punto dolente. La burocrazia. Che, purtroppo, in Italia complica anche le cose più semplici. Bisognerebbe trovare un sistema snello e semplice, con poche istruzioni facili, chiare e che non diano adito a confusione di sorta. Non come il (famigerato) registro CITES, che mi ha provocato seri incubi notturni per la prima compilazione, con tremila opzioni e caselle, con 10 Guardie Forestali che dicono 10 cose diverse al telefono...! Inoltre, non tutti sono laureati e bisogna tenere conto del fatto che spesso gli allevatori sono anziani (io ho 30 anni, ma la maggior parte dei membri della mia Associazione è comporta da pensionati), che magari fanno fatica a leggere le scritte in piccolo e che non perderebbero certo ore per compilare un registro complicato a ogni uccellino venduto. In mostra scambio ognuno dovrebbe arrivare con il registro e segnarsi tutto.
Inoltre, come si fa con la "menata" dei dati personali? Una famiglia che compra 1 coppia di canarini sarebbe disposta a dare i propri dati personali a uno sconosciuto (l'allevatore)? Io non avrei problemi, ma l'ossessione per la privacy ormai è al pari di quella per l'aviaria...
Ogni uccello dei nostri allevamenti è identificato in modo certo ed univoco dalla nascita. = Di norma è così, però ci sono le eccezioni. Se per esempio un allevatore finisce gli anellini o se per un periodo di assenza non riesce a inanellare i pulli, che succede? Si avrebbero soggetti perennemente irregolari?
Questa componente emotiva porta a fare d’ogni erba un fascio, a non distinguere, ad assumere provvedimenti generalizzati e per questo stesso motivo inefficaci e generatori di danni. = Verissimo.
7-Occorre adottare provvedimenti cautelativi sul piano sanitario-veterinario: se quelli riguardanti il nostro settore (amatoriale!) saranno complessi e non coerenti con la nostra natura, il movimento degli allevatori rischierà la scomparsa, oppure sarà tentato di nascondersi nelle nebbie dell’illegalità. = Verissimo anche questo. Concordo pienamente.
è necessario completare i dati raccolti annualmente ed informatizzarli. = Certamente, oggi non è pensabile avere dei database solo su carta. Internet è ormai in tutte le case ed è uno strumento preziosissimo per la ricerca e la condivisione di informazioni.
4-E’ necessario il controllo sanitario d’ogni singolo allevamento, secondo criteri molto realistici e pragmatici, ad un tempo garantisti e praticabili dai nostri allevatori..Il tema organizzativo (per tutto il nostro Paese) ed il tema economico sono alcuni degli aspetti critici di questo passaggio. = Esattamente. I due punti che trovo più "spinosi" da affrontare e da risolvere. Tenendo comunque presente che sarà assolutamente impossibile accontentare tutti. Il Bastian Contrario esiste da sempre e per sempre esisterà.
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A brevissimo seguiranno le mie riflessioni anche sugli altri articoli, che, ricordo, sono visionabili qui
www.sor.re.it/php/la_sor/sor_docgenerali.htm
Modificato da AleNeg 30/05/2006 15.45