xkè abbattere il sistema capitalistico?

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Pertinax
00mercoledì 20 aprile 2005 10:49
Ciò che rivela delle contraddizioni a cui non è possibile far fronte e che non può in alcun modo essere salvato, va abbattuto, proprio come un corpo agonizzante privo di ogni speranza di salvezza. E come nel caso di una costruzione vacillante, non solo si ha la certezza matematica che cadrà, ma ci si deve anche adoperare affinchè crolli al più presto, in modo tale da sostituirla con un edificio solido e dalle fondamenta stabili. Così si presenta oggi il capitalismo agli occhi dei comunisti: come un edificio pericolante che non deve essere aggiustato (perché ha troppe contraddizioni) ma abbattuto, in modo tale da accelerare la sua caduta. Quali sono, dunque, le contraddizioni che viziano il sistema capitalistico? Marx ne individua parecchie, prima fra tutte la concorrenza. Il capitalismo, come è noto a tutti, si fonda sull’idea concorrenziale secondo cui ciascuno gode della possibilità di inserirsi sul mercato, di contrattare in assoluta libertà e di vincere la concorrenza tenendo i prezzi più bassi o offrendo merci più pregiate. E tuttavia, se letta in trasparenza, la storia insegna che la concorrenza stessa, per sua inclinazione naturale, tende a ridursi sempre più, fino a sfociare nell’oligopolio o, nel peggiore dei casi, nel monopolio. Questo avviene grazie ad accordi, a truffe, a raggiri che portano all’eliminazione delle parti deboli e all’affermarsi sempre maggiore delle grandi aziende, che si accordano tra loro per rimuovere dal mercato i concorrenti. Ne consegue che, paradossalmente, vien meno la concorrenza, ossigeno del capitalismo: per un assurdo meccanismo, la logica capitalistica, imperniata appunto sul sistema concorrenziale, nega se stessa, capovolgendosi in oligopolismo, ovvero negazione della concorrenza. Alla domanda “dove porta la concorrenza?” si può tranquillamente rispondere: alla negazione della concorrenza. Un’altra insuperabile contraddizione che inquina il sistema capitalistico consiste nel fatto che, a partire dalla nascita delle industrie con l’avvento della rivoluzione industriale, il lavoro in fabbrica è diventato sempre più, con il passare degli anni, cooperativistico, mentre il frutto di tale lavoro è diventato in misura via via crescente proprietà privatistica: come a dire che, nel sistema capitalistico, sono sempre in di più a produrre, attraverso forme di collaborazione, ma il frutto di tale lavoro è appannaggio di sempre meno individui privilegiati. Ciò implica che si apra sempre più la forbice tra modo di produzione e distribuzione della ricchezza: Marx dice testualmente, nel “Manifesto del partito comunista, che nella società capitalistica, man mano che passa il tempo, “ chi lavora non guadagna e chi guadagna non lavora ”, e questa contraddizione lampante dovrà portare, nella prospettiva marxista, all’abbattimento del sistema capitalistico, rigurgitante di una miriade di errori. Spostiamo ora la nostra attenzione su come vivono gli operai il capitalismo: secondo Marx, strenuo difensore del materialismo, non c’è nulla che meglio del lavoro realizzi l’essenza umana. Grazie ad esso, l’uomo trasforma la natura, imprime su di essa il proprio suggello, scavalca materialmente quella distinzione tra soggetto e oggetto superata solo idealmente da Hegel, domina la natura e la soggioga ai suoi interessi. Ne dovrebbe conseguire, stando le cose in questi termini, che l’operaio si trova in una situazione privilegiata, poiché trascorre quasi tutta la giornata al lavoro. Ma non ogni forma di lavoro realizza l’essenza umana; più precisamente, il lavoro inquadrato nella struttura dello sfruttamento capitalistico non solo non realizza l’essenza umana dell’operaio, ma anzi la mortifica. Infatti, l’operaio non concepisce più il lavoro come uno strumento per dominare la natura, ma, viceversa, come uno strumento con cui la natura lo domina: egli non è libero di appropriarsi del frutto del suo lavoro, che gli viene brutalmente strappato, sicchè arriva a concepirlo come un mostro a lui avverso, come un feticcio. E poi, non potendo più trovare la propria realizzazione nel lavoro, l’operaio la cerca altrove: nell’alcol e nella prostituzione, ovvero nelle sue funzioni più bestiali e disumane, cosicchè “ il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale ” (Marx, “Manoscritti economico-filosofici del 1844”). Con l’avvento delle macchine, poi, gli sono richieste competenze sempre minori e più dequalificate, tant’è che con la catena di montaggio si riduce a dover compiere singoli passaggi automatici che, oltre a rendergli insostenibilmente tedioso il lavoro, lo abbruttiscono perfino: l’operaio diventa un accessorio della macchina, quasi un suo prolungamento. Se ne conclude che: “ il lavoro alienato [=sottratto all’operaio] 1) aliena all'uomo la natura ; 2) aliena all'uomo se stesso, la sua attiva funzione, la sua attività vitale, aliena così all'uomo il genere; (---) il lavoro alienato fa dunque 3) della specifica essenza dell'uomo, tanto della natura che dello spirituale potere di genere, un'essenza a lui estranea, il mezzo della sua individuale esistenza; estrania all'uomo il suo proprio corpo, come la natura di fuori, come il suo spirituale essere, la sua umana essenza; 4) che un'immediata conseguenza, del fatto che l'uomo è estraniato dal prodotto del suo lavoro, dalla sua attività vitale, dalla sua specifica essenza, è lo straniarsi dell'uomo dall'uomo. Quando l'uomo sta di fronte a se stesso, gli sta di fronte l'altro uomo. ” Un altro fattore che inficia il sistema capitalistico e che, secondo le previsioni marxiste, lo porterà inevitabilmente a crollare consiste in quella che Marx definisce, con un’espressione divenuta celebre, “legge della caduta tendenziale del saggio di profitto”. Per non soccombere alla concorrenza, il capitalista deve investire in misura crescente il profitto ricavato in macchinari, ovvero in capitale costante, e per non diminuire i propri profitti deve cercare di tenere sempre più basso il capitale variabile (gli stipendi). Ciononostante, Marx é convinto dell'esistenza di una legge tendenziale di caduta del saggio di profitto , con la conseguente progressiva concentrazione del capitale in poche mani. E questo, a sua volta, forma un binomio indisgiungibile con l' immiserimento crescente degli operai : con l'avvento delle macchine, che possono sostituire il lavoro di molti operai, aumentano i disoccupati e, quindi, anche l'offerta di forza-lavoro sul mercato, cosicchè anche per questo aspetto i salari tendono a diminuire: aumenta la povertà e il numero dei disoccupati, di conseguenza il capitalista può tenere più bassi i prezzi dei salari e guadagnarci di più. In questa situazione si genera la massima contraddizione tra il carattere privato della proprietà dei mezzi di produzione e il carattere sociale sempre più rilevato della produzione, tra lo sviluppo delle forze produttive (il proletariato) e il numero sempre più ristretto di capitalisti: e Marx può affermare che “ la produzione capitalistica genera essa stessa, con l'inevitabilità di un processo naturale, la propria negazione ”. Infine, sull’inadeguatezza del sistema di produzione capitalistico, si possono ricordare le due crisi economiche che l’hanno travolto, rispettivamente, negli anni ’70 dell’Ottocento (“grande depressione”) e nel 1929: a differenza di tutte le altre crisi che si erano precedentemente verificate nella storia, le due poc’anzi citate sono state generate non dalla sottoproduzione ma, viceversa, dalla sovrapproduzione che caratterizza il sistema capitalistico. Il che vuol dire che la loro causa scatenante non è rintracciabile nella carenza di prodotti, ma nella loro sovrabbondanza, per via della quale non li si riesce a smerciare; e questo avviene anche in virtù del fatto che i produttori, per non essere travolti dal turbine della concorrenza, si vedono costretti a tenere sempre più bassi gli stipendi, cosicchè gli operai non possono acquistare i prodotti del sistema capitalistico: e questi ultimi si depositano invenduti nei magazzini. Per far fronte all’eccessiva produzione, non resta altro da fare che licenziare una nutrita schiera di operai affinchè cali la produttività e tutto torni alla normalità. Ma gli operai che si vedono privati del loro lavoro muoiono letteralmente di fame, poiché, se in una situazione campagnola, dove abbondano i campi e vi è un’esosità di prodotti agricoli, ci si può in qualche modo arrangiare, la città, dal canto suo, non perdona. Sintetizzando molto, il succo delle due crisi è che, per non soccombere alla concorrenza, si cerca di produrre il più possibile e ai costi più bassi e per fare questo si ricorre sempre più alle macchine, lasciando a casa parecchi operai e quelli che conservano il loro posto li si remunera sempre più scarsamente, con la paradossale conseguenza che non vi sono più acquirenti: la povertà è così generata dalla ricchezza o, se preferiamo, dal sistema capitalistico. Queste due crisi tipicamente “moderne”, divampate con una violenza senza precedenti, mettono, fra le altre cose, in luce l’illusorietà di quelle tesi propugnate dai liberisti, tesi secondo le quali ciascuno, perseguendo il proprio interesse privato, sta in realtà perseguendo gli interessi di tutti: il perseguimento dei propri interessi da parte dei singoli capitalisti ha invece portato ad un immiserimento crescente per il resto della società. Da queste considerazioni si evince la necessità di sancire la fine del capitalismo e dei suoi orrori e di sostituirlo con il comunismo: e non è un caso che, proprio mentre in America e nell’Europa capitalistica, dilagava la crisi del ’29, nell’Unione Sovietica si verificava un irresistibile sviluppo economico dovuto in buona parte all’isolamento di quel Paese dall’economia mondiale e ai processi di industrializzazione forzata che vi erano stati avviati. Da tutte queste considerazioni, possiamo evincere la necessità di abbattere il sistema capitalistico, tanto più che, come dice Marx nel “Manifesto”, con parole vibranti, “ i proletari non hanno da perdervi altro che le proprie catene. Da guadagnare hanno un mondo. ”
headcracker
00mercoledì 20 aprile 2005 12:49
[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611]
dominus9
00mercoledì 20 aprile 2005 22:28
Già, mi chiedo proprio perchè..........sma7
headcracker
00giovedì 21 aprile 2005 12:56
Re:

Scritto da: dominus9 20/04/2005 22.28
Già, mi chiedo proprio perchè..........sma7



é scritto sopra...
istantanea
00domenica 24 aprile 2005 14:21
[SM=x751611] [SM=x751611] bravo pertinax
cane...sciolto
00lunedì 25 aprile 2005 19:01
Che dire....mi inchino, niente di più vero è giusto....mad2
GORDIO~
00domenica 1 maggio 2005 18:49
ad oggi non si parla più di capitalismo di capitali ma di capitalismo senza capitali!!l'idea di abbattere forzatamente la struttura e cultura capitalistica mondiale è pura utopia e follia, il processo deve avvenire in modo autonomo... la capacità di capire quando questo arriverà al punto di non ritorno, dara gli strumenti per direzionare gli eventi a favore dei molti e non dei soliti poki, se non ci sarà nessuno pronto al momento la metamorfosi sara' pilotata dagli stessi ke oggi ne hanno + vantaggi.
cointreau il possente
00lunedì 1 agosto 2005 20:10
Re: perche' no vogliamo il sistema comunista

Scritto da: TURATI 01/05/2005 15.59

Noi socialisti democratici con il nostro tanto disprezzato (dai comunisti di sinistra come dai conservatori di centro-destra) riformismo abbiamo creato lo Stato Sociale moderno, abbiamo consentito le vittorie dei lavorotari con tutta una serie di diritti che ben si osservano nello Statuto dei Lavoratori varato nel 1970 non a caso grazie alla lotta democratica dei socialisti italiani.





[SM=x751604]

i tuoi amici socialisti sono "riusciti" ad ottenere quel che hanno ottenuto solo perchè i tuoi avversari capitalisti erano mooooolto spaventati da movimenti mooooolto più radicali, e hanno dato contentini...sai il "divide et impera", quella cosa là?!?
I "socialisti" come te si sono appropriati a posteriori di vittorie che non erano loro, perchè i VERI socialisti ottocenteschi - penso ai wobblies e al movimento operaio americano, che certo comunista non era - a gente come te non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola, dato che LORO sapevano cos'era la radicalità e quali erano le menzogne della "democrazia" capitalista...
Parli di democrazia rappresentativa, di diritti, di conquiste...ma lo vedi che fine stanno facendo dopo che lo "spauracchio" del comunismo reale è sparito?!? O non ti rendi nemmeno conto che...come dire...tutte queste belle cose che i socialisti come te avrebbero conquistato (ah ah) sono in grave crisi?!?
Invece di passar il tempo a sparare ai sassi, vedi di mirare la montagna...
headcracker
00martedì 2 agosto 2005 09:36
Re: Re: perche' no vogliamo il sistema comunista

Scritto da: cointreau il possente 01/08/2005 20.10


[SM=x751604]

i tuoi amici socialisti sono "riusciti" ad ottenere quel che hanno ottenuto solo perchè i tuoi avversari capitalisti erano mooooolto spaventati da movimenti mooooolto più radicali, e hanno dato contentini...sai il "divide et impera", quella cosa là?!?
I "socialisti" come te si sono appropriati a posteriori di vittorie che non erano loro, perchè i VERI socialisti ottocenteschi - penso ai wobblies e al movimento operaio americano, che certo comunista non era - a gente come te non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola, dato che LORO sapevano cos'era la radicalità e quali erano le menzogne della "democrazia" capitalista...
Parli di democrazia rappresentativa, di diritti, di conquiste...ma lo vedi che fine stanno facendo dopo che lo "spauracchio" del comunismo reale è sparito?!? O non ti rendi nemmeno conto che...come dire...tutte queste belle cose che i socialisti come te avrebbero conquistato (ah ah) sono in grave crisi?!?
Invece di passar il tempo a sparare ai sassi, vedi di mirare la montagna...



[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] Grande cointreau, quel pirla ci ha fatto talmente incazzare che l'abbiamo bannato, passava le serate a riempire la sezione di manifesti anticomunisti, ore ed ore, vuoi la guerra?? bene ora qua non ci scrive più e vaffanculo[SM=x751538]
Breznev
00martedì 2 agosto 2005 13:24
Re: Re: perche' no vogliamo il sistema comunista

Scritto da: cointreau il possente 01/08/2005 20.10


[SM=x751604]

i tuoi amici socialisti sono "riusciti" ad ottenere quel che hanno ottenuto solo perchè i tuoi avversari capitalisti erano mooooolto spaventati da movimenti mooooolto più radicali, e hanno dato contentini...sai il "divide et impera", quella cosa là?!?
I "socialisti" come te si sono appropriati a posteriori di vittorie che non erano loro, perchè i VERI socialisti ottocenteschi - penso ai wobblies e al movimento operaio americano, che certo comunista non era - a gente come te non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola, dato che LORO sapevano cos'era la radicalità e quali erano le menzogne della "democrazia" capitalista...
Parli di democrazia rappresentativa, di diritti, di conquiste...ma lo vedi che fine stanno facendo dopo che lo "spauracchio" del comunismo reale è sparito?!? O non ti rendi nemmeno conto che...come dire...tutte queste belle cose che i socialisti come te avrebbero conquistato (ah ah) sono in grave crisi?!?
Invece di passar il tempo a sparare ai sassi, vedi di mirare la montagna...




[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] Grande Cointreau!!!!

Non sapevo che Turati fosse stato bannato...[SM=x751568]


headcracker
00martedì 2 agosto 2005 14:34
Re: Re: Re: perche' no vogliamo il sistema comunista

Scritto da: Breznev 02/08/2005 13.24



[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] Grande Cointreau!!!!

Non sapevo che Turati fosse stato bannato...[SM=x751568]





si ha l'onore di aver ricevuto l'unico ban di arena, se vuoi discutere é un conto, se fai lo stronzo saccente e mi riempi tutti i thread della sezione comunista con manifesti kilometrici anticomunisti off topic allora diventa provocazione gratuita e di conseguenza dopo averlo inutilmente avvertito gli abbiamo fatto le penne[SM=x751546]
Pertinax
00mercoledì 3 maggio 2006 14:32
Re:

Scritto da: GORDIO~ 01/05/2005 18.49
ad oggi non si parla più di capitalismo di capitali ma di capitalismo senza capitali!!l'idea di abbattere forzatamente la struttura e cultura capitalistica mondiale è pura utopia e follia, il processo deve avvenire in modo autonomo... la capacità di capire quando questo arriverà al punto di non ritorno, dara gli strumenti per direzionare gli eventi a favore dei molti e non dei soliti poki, se non ci sarà nessuno pronto al momento la metamorfosi sara' pilotata dagli stessi ke oggi ne hanno + vantaggi.



neghi la storicità della rivoluzione francese e della rivoluzione russa?
Caio Logero
00lunedì 15 maggio 2006 17:22
Perchè siete violenti?
Berlinguer era d'accordo nel costruire il comunismi in forma più moderata in uno stato capitalista trasformandolo in uno stato Sociale (evitando lo stato radicalmente comunista).
Anche Togliatti era dello stesso parere.
Non abbattere il capitalismo, ma riformarlo in qualcosa di migliore, cambiare il volto del mondo senza annientare tutto.
L'Italia stessa non è adatta al sistema comunista...
Poi ai socialisti dovrete prima o poi riconoscere qualcosa. Essi fanno parte anche dell'idea Marxista, saranno molto moderato confronto a voi compagni, ma perchè non accetarli.
Non si può abbattere tutto con un colpo d'ascia.
Pertinax
00lunedì 15 maggio 2006 17:33
sei un fan del capitalismo di stato? io no, è un abberrazione.
Caio Logero
00lunedì 15 maggio 2006 18:00
No
Non sono fan di niente.
Ho voglia di un mondo nuovo, guidato da alti valori (ma la virtù e il denaro sono acerimmi nemici), dal rispetto ma anche dalla voglia di affermarsi attraverso l'onesta, l'onore, la gloria e la vita. Tutta utopia naturalmente.
L'importante dovrebbe essere ricordati per aver fatto bene, anche se solo dai proprio familiari.
Il comunismo non offre spazio all'individualità, non è la soluzione adatta ad un mondo che è troppo cambiat...
Il capitalismo ha dimostrato tutte le sue numerose pecche...
Lo Stato Sociale è una risposta incompleta e vaga...
Cosa ci resta da fare se non cercare un nuovo sistema che integri, unisca e concili tutto per un nuovo destino migliore.
Pertinax
00lunedì 15 maggio 2006 18:13
Re: No

Scritto da: Caio Logero 15/05/2006 18.00

Il comunismo non offre spazio all'individualità, non è la soluzione adatta ad un mondo che è troppo cambiat...




nel sistema socialista l'individuo regna sovrano ed ha i mezzi per esercitare il suo potere e gestire i suoi affari in prima persona senza demandare nulla a nessuno.

il mondo e troppo cambiato da quando? [SM=x751549] e poi questa domanda ne richiede un altra: conosci il marxismo seriamente o parli per sentito dire? sembra di si.
Caio Logero
00lunedì 15 maggio 2006 18:49
Pertinax nessun problema
Ascoltami io non critico il comunismo e ti ho risposto che non faccio parte del fan club per il capitalismo.
Politicamente non mi sento vicino al comunismo ma non capisco la domanda se conosco seriamente il marxismo.
Potrei imbrogliarti, fammi aiutare da qualcunaltro, sparare cavolate.
In ogni caso ti voglio dire che essendo il comunismo nato in un epoca diversa, in una zona geologica diversa, ed essendo la realtà quotidiana cambiata (passagio al terziario dovrebbe suonare qualcosa), il comunismo troverà difficolta ad affermarsi nelle componente originaria. Ripeto che Togliatti lo capì e frenò una rivoluzione in Italia, con Berlinguer che cercò di modificare la mentalità del PCI in quando l'Italia il comunismo era inapliccabile e ormai facente parte di un mondo diverse, perchè la politica stessa è cambiata.
Se mi dici che nulla è cambiato come faccio io a farmi comprendere. Mi smantelli come ad un castello di carte, mentre invero non è così.
Non conoscerò a fondo l'ideologia marxista (putroppo non ho mai approfondito abbastanza per dire che me ne intendo ma riprometto di farlo al più presto).
Se noti ciò che ho già scritto, ripeto che il socialismo, lo Stato Sociale di stampo moderato è una soluzione anche se è imcopleta perchè ci vorebbe qualcosa capace di modificare lo stato di cose efficacemente integrando il publico ed il privato, il partito e l'intividuo,la plurità e l'unicità.
Spero di essermi fatto comprendere. Credo che entrambi saremo d'accordo nel dire che il capitalismo nel suo stato attuale è incapace di dare una risposta alla società. Ma aggiungo che non può essere abbatutto senza distrugere la società stessa per fondarne dalle ceneri una nuova.
Matteo Bonaparte
00lunedì 15 maggio 2006 18:50
Re: No

Scritto da: Caio Logero 15/05/2006 18.00
Non sono fan di niente.
Ho voglia di un mondo nuovo, guidato da alti valori (ma la virtù e il denaro sono acerimmi nemici), dal rispetto ma anche dalla voglia di affermarsi attraverso l'onesta, l'onore, la gloria e la vita. Tutta utopia naturalmente.
L'importante dovrebbe essere ricordati per aver fatto bene, anche se solo dai proprio familiari.
Il comunismo non offre spazio all'individualità, non è la soluzione adatta ad un mondo che è troppo cambiat...
Il capitalismo ha dimostrato tutte le sue numerose pecche...
Lo Stato Sociale è una risposta incompleta e vaga...
Cosa ci resta da fare se non cercare un nuovo sistema che integri, unisca e concili tutto per un nuovo destino migliore.



è vero che il comunismo lotta contro l'individualismo borghese così come si affermò nell'800.
ma che vuol dire che il comunismo non offre spazio all'individualità? che tutti i cittadini sono obbligati a compiere lavori manuali senza alcuna altra possibilità?

io direi anzi che il comunismo propone, come ha detto pertinax, la possibilità a tutti di partecipare alla vita del paese. e per far questo i cittadini devono essere sensibilizzati e capaci di gestirsi da soli e non devolvere la proprià facoltà di decisione tramite un voto che spesso viene dato a caso, visto che il fine ultimo del marxismo e del comunismo è l'assenza dello stato. oltretutto quello che non si può fare è sfruttare il lavoro degli altri mentre dal tuo puoi trarre i frutti che meriti.
Pertinax
00lunedì 15 maggio 2006 19:40
non vorrei sembrare saccente ma dire che togliatti fermo la rivoluzione perche accortosi dell'inadeguatezza del marxismo è ridicolo. detto questo matteo ti ha fornito degli spunti omnicomprensivi molto interessanti non trovi?
Elio e le Storie Tese
00giovedì 25 maggio 2006 09:17
Re: No

Scritto da: Caio Logero 15/05/2006 18.00
Non sono fan di niente.
Ho voglia di un mondo nuovo, guidato da alti valori (ma la virtù e il denaro sono acerimmi nemici), dal rispetto ma anche dalla voglia di affermarsi attraverso l'onesta, l'onore, la gloria e la vita. Tutta utopia naturalmente.
L'importante dovrebbe essere ricordati per aver fatto bene, anche se solo dai proprio familiari.
Il comunismo non offre spazio all'individualità, non è la soluzione adatta ad un mondo che è troppo cambiat...
Il capitalismo ha dimostrato tutte le sue numerose pecche...
Lo Stato Sociale è una risposta incompleta e vaga...
Cosa ci resta da fare se non cercare un nuovo sistema che integri, unisca e concili tutto per un nuovo destino migliore.






[SM=x751611]

Pienamente d'accordo.....






Caio Logero
00mercoledì 14 giugno 2006 15:19
Io non ho detto che Togliatti si accorse dell'inadeguatezza del marxismo....

Toglietti fermò la rivoluzione in Italia illudendo migliaia di comunismi che aspettavano l'agognata ora X dalla morte del Duce ritardandola perchè capì che in Italia la Rivoluzione marxista era impossibile da eseguirsi perchè la società italiana tranne distruggendola dalle radici non era adatta a raccogliere le idee rivoluzionarie della dottrina comunista.

Su questo è d'accordo la storia....

Per il resto sarai tu l'esperto e saprai valutare a tuo piacimento.

p.s.: la risposta arriva tardi perchè non sono stato molto attivo ultimamente.
Pertinax
00mercoledì 14 giugno 2006 22:35
hai detto la stessa cosa [SM=x751601]
Caio Logero
00giovedì 15 giugno 2006 15:37
non è vero...

dicendola come dici tu, la formula è totale

come la ho elaborata io, invece, si mette nell'impossibilità l'esecuzione in un determinato contesto, l'Italia

è come la differenza tra superlativo assoluto e superlativo relativo....

[Modificato da Caio Logero 15/06/2006 15.38]

Pertinax
00giovedì 15 giugno 2006 18:06
resto della mia idea ma ti chiedo un approfondimento se possibile, quali sarebbero le condizioni di questa presunta insufficienza italica?

inoltre, sei davvero convinto che togliatti agi come agi solo per questa stravagante teoria?
Caio Logero
00venerdì 16 giugno 2006 18:39
Prima di morire in una visita in Russia (Crimea?), Togliatti ne parlò in un suo famoso documento... in questo momento non ricordo molto
Tercio Real
00sabato 23 settembre 2006 23:45
Ma...devo dire che quoto Caio Logero.
Pertinax
00domenica 24 settembre 2006 10:54
cosa quoti? [SM=x751574]
Tercio Real
00domenica 24 settembre 2006 17:06
In pratica ha detto che bisogna trasformare il capitalismo in un sistema migliore, non abatterlo completamente e ricostruire un nuovo sistema da zero. Quello é impossibile oggi giorno.
E poi ha anche detto che la situazione economica, sociale, da Marx ad oggi é cambiata sostanzialmente.
Vabbé, in certo modo quoto il suo discorso. Non riguardo Togliatti perché questo fatto non lo conosco proprio.
Ace Ventura
00lunedì 25 giugno 2007 23:14
solo una critica, nonostante sia daccordo con questo post quasi su tutto, due cose:
1 io nn vedo il sistema attuale cm un edificio, quanto invece come un dente cariato che va trapanato a fondo e ricostruito, ma nn tt è da buttare. nn passiam da un estremo all' altro. (anche se la parte da trapanare è molta, e lo farei senza anestesia

2 io vedo il comunismo sfortunatamente come un utopia, ma a differenza di molti non per la sua inattuabilità (perchè questà è la scusa di chi è contrario) quanto invece perchè a mio parere il treno è già passato, l' occasione è sfumata. dovevam stare più attenti. Ah e ovviamente quando parlo di comunismo nn parlo di regimi dittatoriali, che sono semplici abberrazioni.

3 infine lasciatemi dire, che nonostante io comprenda appieno chi la pensa in maniera estrema, trovo che criticare a priori lo stadio attuale delle cose senza salvarne nulla sia abbastanza errato, nel senso che, si le cose van pessimamente, ma chi dice tt fa schifo secondo me nn sa che posson andare mooooooooooooolto peggio di così.
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