la guanàbana è la frutta che cura il cancro

(richard)
00martedì 7 gennaio 2014 09:59

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La guanàbana è la frutta che cura il cancro, verità o farsa? Le sue proprietà secondo infoerbe.it
„Di tutte le indicazioni, quelle più comuni alle varie tradizioni sono relative al tratto gastrointestinale (parassitosi intestinale, diarrea e dissenteria, spasmi gastrointestinali) ed al sistema nervoso
(sedativa, rilassante, analgesica).
Nei tropici tutte le parti dell’albero (corteccia, foglie, radici, frutta e semi) sono utilizzate come fonte di rimedi medicinali. In generale il frutto ed il suo succo sono usati per parassitosi intestinale e come astringenti per diarrea e dissenteria, per abbassare la febbre e per aumentare la montata lattea. I semi sono considerati vermifughi ed antelmintici; le radici, la corteccia e le foglie sono utilizzate in estratti acquosi come sedative, antispasmodiche, ipotensive e “nervine” (aventi in altre parole un particolare tropismo per il sistema nervoso).
Nelle Indie Occidentali i butti e le foglie primaverili sono usate per disordini della colecisti, per tosse e catarro, e per disordini del tratto gastrointestinale.
In Ecuador le foglie sono un rimedio analgesico ed antispasmodico, e sono usate fresche come applicazione topica per disordini cutanei e reumatici.
Nelle Ande peruviane l’infuso delle foglie è considerato un rimedio anticatarro e i semi un rimedio antelmintico. Nella zona amazzonica del Perù la corteccia, le radici e le foglie sono usate per il diabete, come sedativi ed antispasmodici.
In Guyana i gruppi indigeni usano foglie e/o corteccia come infusione sedativa e tonica cardiaca.
Nell’amazzonia brasiliana l’infuso delle foglie è usato per problemi epatici, mentre l’olio delle foglie e dei frutti acerbi, mescolato ad olio d’oliva, è usato esternamente per nevralgie, reumatismi e dolori articolari.
In Giamaica, Haiti ed Indie Occidentali, il frutto e/o il suo succo è usato per febbre, parassiti, come galattogogo e diarrea; la corteccia o le foglie sono considerate antispasmodiche, sedative e calmanti per il cuore, la tosse e l’asma. Vengono anche utilizzate per influenza, parti difficili, astenia ed ipertensione.
In Kenya le tribù dei Luo, degli Acholi e dei Digo usano un decotto di una specie affine (Annona senegalensis) come rimedio per il raffreddore. La resina è utilizzata come vulnerario su ferite ed abrasioni, ed il frutto si usa per dissenteria, diarrea e vomito.
In tutta l’Africa dell’Est la stessa specie (A. senegalensis) ha molteplici utilizzi: la corteccia e le radici si usano come applicazione topica per morsi di serpente; la corteccia si usa per dissenteria e parassiti intestinali; le radici (lavate e bollite con farina di cereali) sono usate dai Nyamwezi per il trattamento della sterilità e per disturbi gastrointestinali (dispepsia, flatulenza, diarrea). I frutti si utilizzano per diarrea, dissenteria e vomito.
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