Voglio la luna, debuttanti sul set

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zerofobia92
00giovedì 5 luglio 2007 18:07
"Un paese in cui il mestiere dell'attore non si nega a nessuno, neanche ai negati, perché dovrebbe negare la possibilità di recitare ai dipendenti di un tour operator?" Chi ha la risposta si rivolga al regista e agli attori di "Voglio la luna" (tra cui Gianmarco Tognazzi, papà della frase soppracitata), che hanno preso parte al primo film prodotto, recitato e finanziato interamente da un agente di viaggi ("Hotelplan Italia").

La storia è quella di un viaggio, naturalmente. Ma narrato con i toni della commedia brillante. Un viaggio fatto da due quarantenni come tanti, inseriti nella realtà milanese e costretti nel proprio ruolo da una città che punta tutto sul lavoro. Con rispettive mogli finiscono a Mauritius e qui si scontrano per la prima volta con i loro sentimenti più profondi.

Diretto da Roberto Pambieri e nato da un'idea di Marco Cisini (direttore tour operating di Hotelplan Italia) il film si sta ultimando in questi giorni tra Milano e Mauritius e sarà pronto a dicembre. Il montaggio non è finito, ma regista e autori assicurano che non apparirà la scritta Hotelplan su uno striscione in cielo, nè su una brochure offerta agli ospiti del villaggio, nè, occultamente, su qualche portacenere. L'unico riferimento al tour operator starà nella tematica di fondo, quel viaggio che significa anche cambiamento.

Costato quasi due milioni di euro, "Voglio la luna" non ha nulla da invidiare alle produzioni tradizionali, non è amatoriale e si promette di sbarcare nei cinema, come tutti gli altri film al più tadi l'anno prossimo L'unica differenza con le pellicole a cui siamo abituati sta negli interpreti che sono tutti 170 dipendenti di Hotelplan, quindi nuovi alla macchina da presa, istruiti a dovere e diventati, per i due mesi di riprese, i migliori attori possibili.

E qui torna in ballo la frase di Gianmarco Tognazzi, unica presenza famosa del film insieme a Paolo Jannacci che ne curerà al colonna sonora. Chi ha detto che un addetto marketing di un'agenzia viaggi non sappia recitare meglio di uno di quei sedicenti attori che oggi spopolano nelle sale? Senza contare che "Voglio la luna" "potrebbe essere un esempio innovativo, da un lato di product placement e dallaltro un anticipo del meccanismo di tax shelter - continua Tognazzi - in quanto i privati potrebbero finalmente investire nel cinema a fronte di un risparmio fiscale, consentendo in tal modo al cinema italiano di uscire dai soliti meccanismi delle sovvenzioni pubbliche".

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