Vi propongo un esame di coscienza.....

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Matuelle
00venerdì 11 febbraio 2005 08:43
Tutti cerchiamo le relazioni, perché il contatto con gli altri è anche il momento che ci da maggiormente il peso e la misura di noi stessi, perché negli altri ci riflettiamo, perché con gli altri possiamo scambiare, pensieri, sensazioni, emozioni. Possiamo dare e ricevere.

Ma quanti di noi riescono ad accostarsi agli altri senza i propri schemi mentali? Quanti riescono a rinunciare a pregiudizi e preconcetti per essere realmente vuoti e ricettivi a ciò che l’altro è nella sua vera essenza. Quanti permettono agli altri di essere loro stessi?
Manca la voglia di conoscere che dia la disponibilità all’ascolto. Manca la libertà da mille pregiudiziali. Manca l’incoscienza che ci porta ad abbandonare gli schemi fissi per tuffarci in qualche cosa di veramente nuovo.

Senza questa disponibilità nell’altro cerchiamo qualcuno che ci rifletta maggiormente l’immagine, che amiamo di noi stessi. Cerchiamo il conforto al nostro modo di essere. Cerchiamo rafforzamento e conferme.
Non è sbagliato in assoluto, ma così facendo non vedremo mai l’altro ma sempre e solo la sua immagine nella nostra mente. Invece di relazionarci con una persona viva e vera continueremo a relazionarci con l’immagine statica e stereotipata che ci siamo fatti e chi ci facciamo dell’altro.

........Sappiamo relazionarci davvero?Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni!

peperonci
00venerdì 11 febbraio 2005 11:33
io si. dopo un periodo di vita di timidezza, sono riuscito a vincere questa cosa e a differenza della maggioranza che in un incontro cerca sempre di presentarsi meglio di quello che è io faccio esattamente il contrario. sono quello ce ad un matrimonio non mette la giacca e la cravatta perchèè la gente deve vedermi per quelo che sono o addirittura peggio di quello che sono in modo che poi , chi avrà intenzione di frequentami non avrà delusioni ma sorprese positive
Matuelle
00lunedì 14 febbraio 2005 07:48
Re:

Scritto da: peperonci 11/02/2005 11.33
io si. dopo un periodo di vita di timidezza, sono riuscito a vincere questa cosa e a differenza della maggioranza che in un incontro cerca sempre di presentarsi meglio di quello che è io faccio esattamente il contrario. sono quello ce ad un matrimonio non mette la giacca e la cravatta perchèè la gente deve vedermi per quelo che sono o addirittura peggio di quello che sono in modo che poi , chi avrà intenzione di frequentami non avrà delusioni ma sorprese positive




Vero!!
Tu sei una delle poche persone estremamente sincero e genuino. Sei davvero come ti descrivi e non vedo l'ora di conoscerti dal vivo!!
peperonci
00lunedì 14 febbraio 2005 12:45
meglio dal vivo che dal morto

umm ci vedremo??? allora devo prendere le precauzioni del caso[SM=g27820] [SM=g27818] [SM=g27819] [SM=g27824]
eliana80
00lunedì 14 febbraio 2005 16:01
Io sono una tipa che non riesce a darsi un'idea dell'altro in poco tempo.. comunque se mi trovo bene riesco subito a relazionarmi
peperonci
00lunedì 14 febbraio 2005 16:30
è normale per una interista ehheehheehehhehehe[SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227]
eliana80
00martedì 15 febbraio 2005 11:55
Re:

Scritto da: peperonci 14/02/2005 16.30
è normale per una interista ehheehheehehhehehe[SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227]



[SM=x531218]
peperonci
00martedì 15 febbraio 2005 15:01
dai su non è colpa tua diciamo che sei interista per cause genetiche una mutazione insomma una mutazione recessiva che ha portato il bianco a sporcarsi di blu. ma non è una mutazione vantaggiosa [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227] [SM=x531227]
Dolceluna29
00venerdì 18 febbraio 2005 16:06
Ribalterei la domanda, matuelle. Quanti sanno essere se stessi? Quandi realizzano nella vita "la loro vera essenza"?
Non sono gli altri a "permetterci" di essere noi stessi e non siamo noi a permettere agli altri di farlo. Noi possiamo anche essere assolutamente ciechi, ma se uno sa essere se stesso non potremo certo impedirglielo con la nostra cecità.

Mi preoccuperei di più di quanto sappiamo essere noi stessi, di quando siamo in contatto con la nostra vera essenza. Solo quando sapremo noi, in prima persona, essere autentici, sapremo anche cogliere l'autenticità dell'altro.
Questa cosa è una parte fondamentale di quella che io chiamo responsabilità.
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