koala3
00mercoledì 26 agosto 2015 11:42
Romanzo inglese del 1938 riscoperto in tempi non sospetti, mi ricorda fortissimamente una sceneggiatura di Lubitsch, prima del codice Hays.
Impianto teatrale, dialoghi brillanti, costante gioco con la moralità, col risultato di generare figure candide ed amorali, generose ed inaffidabili, senza mai cedere a moralismi.
Su tutto una intelligente ironia, che rende interessante persino il nulla.