Storia di un Commodore

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samus-aran
00martedì 25 ottobre 2005 11:07
Riprendo questo topic che avevo aperto sul sito di Dracula.

COMINCIAMO !!


Quando si parla di personal e home computer uno dei primi nomi che viene in mente è quello di Commodore: azienda che ha prodotto, a cavallo tra gli Anni 80 e 90, alcuni dei modelli di maggior successo.
Benché abbia avuto massima notorietà in questo periodo, Commodore ha origini lontane nel tempo.
Nasce infatti negli Anni 50 come piccola azienda artigiana di macchine da scrivere che, per circostanze in gran parte fortuite, approda nella seconda metà degli Anni 70 al mondo dei computer.

La storia di Commodore si intreccia agli inizi con quella del suo padre-padrone, Jack Tramiel: polacco di origine ebraica sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, emigrato adolescente negli Stati Uniti nel dopoguerra.
Dopo una breve esperienza di lavoro nell'esercito americano come elettricista e riparatore tuttofare, Tramiel decide di aprire un piccolo laboratorio di macchine per ufficio a New York nel Bronx.
In società con un amico crea nel 1954 Commodore Portable Typewriters; nome - spiegherà lo stesso Tramiel in un'intervista - suggerito dalla sua passione per le cose militari, e ispirato a marchi esistenti come Admiral e General.

Nel 1955, per sviluppare l'attività commerciale con l'Europa (in particolare con l'Italia da cui importa i prodotti Olivetti), Tramiel costituisce una nuova società a Toronto in Canada.

Nasce così Commodore Business Machines International, azienda che nel 1962 si quota in Borsa e si espande su nuovi settori di mercato.
Negli Anni 70, seguendo l'esempio di altri costruttori di macchine per ufficio, Commodore comincia a produrre calcolatrici utilizzando tecnologia e componentistica di Bowmar e Texas Instruments.
Con l'espandersi del mercato delle calcolatrici elettroniche, Tramiel intuisce l'importanza strategica dei chip digitali e decide quindi di rendere la propria azienda autonoma nella produzione dei semiconduttori.

Il 'colpo di fortuna' è per Commodore l'acquisizione, nel '76, di MOS Technologies: società che produce chip di elevata tecnologia ma finanziariamente in cattive acque, a causa - secondo alcuni osservatori - dell'eccessiva diversificazione di attività e investimenti.

Eccetto i circuiti per le calcolatrici, Tramiel è intenzionato a tagliare tutti i rami secchi dell'azienda acquisita.

Si lascia però convincere da un appassionato ingegnere di MOS, Chuck Peddle, che la CPU 6502, creata un anno prima, avrebbe potuto dare grandi soddisfazioni in futuro, diventando la base per la produzione di personal computer.

Non dev'essere stato facile per Peddle descrivere a Tramiel, nel lontano '76, cosa fosse un personal computer: nulla più di un'idea astratta o di un'intuizione comune a pochissime persone al mondo.
La leggenda vuole che il pragmatico Tramiel abbia dato a Peddle una sorta di ultimatum: portare a termine entro sei mesi il progetto di un computer per il mercato professionale o chiudere tutto.
La scadenza è rispettata: e nel '77 nasce il primo personal computer di Commodore: il PET 2001.

Il nome PET sta per Personal Electronic Transactor, acronimo che ha per gli anglosassoni il familiare significato di animale domestico, mentre 2001 è un chiaro riferimento al celebre film di Kubrik del 1968 e alle fantastiche capacità del computer HAL.

A differenza delle pre-esistenti schede processore (tra cui KIM1 della stessa MOS, diffusa nel mercato tecnico) il nuovo prodotto ha bisogno di sollecitare fortemente l'immaginazione degli utenti per accreditarsi nel nuovo ruolo di 'assistente personale' che è prerogativa del personal computer.

Oltre alla CPU 6502, che funziona a 1 MHz, la macchina ha 4KB di RAM, il linguaggio di programmazione Microsoft Basic, monitor e registratore a cassette incorporati.

Venduto inizialmente a 600 dollari, il PET si rivela un grande successo e genera una domanda di sistemi che eccede molte volte le capacità di produzione.

Commodore, che non ha in quel momento alcun problema di concorrenza, impone agli acquirenti tempi di consegna che superano i tre mesi. L'architettura di base del PET viene successivamente aggiornata con maggiori disponibilità di memoria, una tastiera più efficace e una unità di registrazione a disco magnetico.

Il grande contributo di Peddle all'informatica e alla nascita del personal computer resta legato soprattutto al microprocessore 6502, che egli disegna per MOS in modo da ridurre al minimo i costi di produzione.

Peddle, che aveva già collaborato in Motorola alla progettazione della CPU 6800, aveva avuto l'intuizione che la ricchezza di istruzioni - il parametro sul quale si confrontavano allora le CPU sul mercato - non fosse poi così importante.

Nella progettazione del 6502 aveva quindi limitato il set di istruzioni riducendo, assieme al microcodice, anche il costo di produzione del chip.

Secondo alcune fonti, il basso costo del chip è determinante nel portare il 6502 all'attenzione di due giovani sperimentatori, Steve Wozniac e Steve Jobs, che sul processore MOS decidono di realizzare Apple I, precursore della fortunata serie di personal che lancerà Apple tra i grandi nomi dell'informatica.

Il 6502 e le sue varianti sono inoltre impiegati da Rockwell nell'AIM 65 e da Atari sulle console per giochi VCS 2600 e sui personal computer delle serie 400/800.

Nel gennaio del 1981, per rispondere al crescente interesse del mercato consumer per i computer, Commodore crea una versione ridotta del PET a cui dà il nome di VIC-20 (l'anno prima il computer è commercializzato sperimentalmente in Giappone, con il nome di VIC-1001).

VIC sta per Video Interface Chip (il nome del circuito che controlla la visualizzazione a colori), 20 è un numero di fantasia, senza rapporti con parametri funzionali.

Il personal ha un design compatto molto originale ed è venduto a 299 dollari.

Michael Tomczyk è il responsabile del progetto VIC, Bob Yannes il progettista dell'architettura (in seguito anche dell'innovativo chip SID per la generazione musicale nel C64). Secondo alcune fonti, Commodore realizza il VIC-20 per sfruttare componenti e tecnologie sviluppati senza successo per il mercato delle console di giochi.

Il successo del VIC-20 (un milione di unità vendute in un anno) è il motivo per l'introduzione nell'82 di un più potente modello: il Commodore 64.

Basato sullo stesso processore, il nuovo computer spinge al massimo le capacità del sistema: la RAM equipaggia tutti i 64KB indirizzabili dalla CPU a 8 bit, c'è un chip dedicato alla grafica e uno alla riproduzione musicale, entrambi con capacità molto avanzate.

C64 è insomma un personal computer senza compromessi, sia pure con un prezzo di vendita troppo elevato per l'utenza consumer. Il livello notevole delle capacità fa però sì che il sistema possa essere prodotto per lungo tempo senza aggiornamenti e quindi, a differenza dei concorrenti, senza creare discontinuità nel supporto software.

Potendo contare su una crescita esponenziale delle vendite, prezzi della tecnologia in continuo calo e un lunghissimo periodo di produzione, il nuovo computer si rivela un grandissimo successo per Commodore.

Si stima che l'azienda abbia prodotto tra i 17 e i 22 milioni di C64 e che siano stati scritti per la piattaforma decine di migliaia di programmi.

Commodore realizza nell'83 una versione trasportabile del C64: SX-64, dotata di monitor CRT a colori e lettore floppy da 5,25" incorporati.

Grazie al successo dei propri prodotti Commodore supera la soglia del miliardo di dollari di fatturato.

Nel nuovo contesto di grande azienda tecnologica la figura carismatica del fondatore Tramiel comincia ad apparire agli azionisti pericolosa e ingombrante.

Nell'84, con la prima grave crisi nel mercato dei personal computer, Tramiel è sostituito da Irving Gould alla guida di Commodore.
Malgrado l'importanza dell'avvicendamento è una scelta improntata alla continuità: fin dagli Anni '60 Gould era stato il finanziatore dell'azienda e il suo salvatore nei momenti più difficili.
Lasciata Commodore e incassato l'enorme plusvalore della propria trentennale partecipazione azionaria, Tramiel si rimette in gioco entrando nel capitale del gigante dei videogiochi Atari e guidandone, come presidente, il rilancio nei computer.



Fine prima parte.........


Jack Tramiel (nome americanizzato dal polacco di Idek Tramielski) fonda Commodore nel 1954 a New York come piccola azienda di riparazione di macchine per ufficio. Alla guida dell'azienda per un trentennio, ne espande le attività negli Anni 70 all'elettronica e poi ai computer.


Chuck Peddle, ingegnere di MOS (società acquisita da Commodore nel 1976), è il responsabile dello sviluppo della CPU 6502 e il progettista, nel 1977, del primo personal computer Commodore: il PET 2001


Il PET 2001 è il primo personal computer di Commodore, progettato nel '77 per le esigenze del mercato professionale. Ha 4KB di RAM, monitor e memoria di massa a nastro incorporati. Il computer anticipa di alcuni mesi l'entrata in commercio dei concorrenti Apple II e TRS-80 di Radio Shack.


Evoluzione del PET e del VIC-20, il Commodore 64 è l'home computer a 8 bit che ha ottenuto il maggiore successo sul mercato. Ha 64KB di RAM, chip dedicati per la visualizzazione grafica e la sintesi sonora ma soprattutto il valore di un immensa disponibilità di software sul mercato.
Dr.Stewart
00martedì 25 ottobre 2005 15:03


Si stima che l'azienda abbia prodotto tra i 17 e i 22 milioni di C64 e che siano stati scritti per la piattaforma decine di migliaia di programmi.


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Commodore realizza nell'83 una versione trasportabile del C64: SX-64, dotata di monitor CRT a colori e lettore floppy da 5,25" incorporati.



[SM=x430285] [SM=x430285] [SM=x430285]

non sapevo del commodore portatile O__O
samus-aran
00martedì 25 ottobre 2005 20:04
Che meraviglia eh ?

Un C64 trasportabile con schermo a colori [SM=x430260] [SM=x430260]
samus-aran
00giovedì 10 novembre 2005 12:09
Seconda parte
Nella primavera dell'84 Commodore lancia al Cebit (la fiera informatica di Hannover in Germania) due nuovi modelli professionali: il Commodore Z8000 e il Commodore PC.

A giugno, al Consumer Electronics Show di Chicago, è la volta degli home computer Commodore 16 e Plus/4.
Al costo di 100$, Commodore 16 è il sistema d'ingresso della linea, progettato per rimpiazzare il vecchio VIC-20 di cui è cessata la produzione.
Il Plus/4, che invece costa 300$ e ha 64KB di memoria, punta invece ad aggiornare il C64.

E' un personal dal design più ergonomico, con tasti cursore separati per le funzioni di posizionamento (quelle che in seguito reclameranno l'uso del mouse); ha inoltre in ROM un set di applicazioni di produttività, richiamabili rapidamente premendo un tasto.

I nuovi computer hanno un'accoglienza molto fredda sul mercato.

Per nulla innovativi rispetto ai modelli concorrenti, fanno apparire Commodore anni luce lontano da Sinclair e Apple che nell'84 hanno rispettivamente presentato il QL e il Macintosh. Fatto ancor più grave, i nuovi computer Commodore sono incompatibili con i programmi realizzati per il VIC-20 e il C64.
Il rigetto del mercato è tale da costringere Commodore a riprendere la produzione del C64.

Mentre il software acquista sempre più valore, si moltiplicano le esperienze negative degli utenti sulle architetture minori, lasciate spesso al loro destino dai costruttori.

L'attenzione del mercato si focalizza così su un aspetto del tutto nuovo: la compatibilità.

La compatibilità diventa un elemento fondamentale nella scelta delle piattaforme computer: il motivo sul quale fa leva il marketing di Philips e di un gruppo di costruttori giapponesi uniti sotto l'egida dello standard MSX.
In campo professionale, le piattaforme Apple II e IBM PC, 'standard di fatto' e sempre più ricche di software rimpiazzano i tanti anonimi sistemi basati sul processore Zilog Z-80 e sistema operativo CP/M dei primi anni '80.

Il passo più importante per Commodore è, nel 1984, l'acquisizione di Amiga Inc: una startup fondata nel '82 da Jay Miner e Dave Morse (due ex dipendenti Atari) che ha sviluppato dei chip innovativi e ha bisogno di ingenti capitali per produrre il proprio primo personal computer.

Su Amiga ha già messo gli occhi l'Atari di Tramiel anticipando cospicui finanziamenti, ma a spuntarla è Commodore, grazie a un'offerta più generosa e per aver dato al management Amiga la possibilità di continuare a guidare, dopo l'acquisizione, lo sviluppo dei progetti.

Mentre si prepara la futura generazione di sistemi viene introdotto, nel gennaio del 1985, l'ultimo dei computer a 8 bit: il Commodore 128. Memore del fiasco del Plus/4, Commodore ha questa volta progettato il computer in modo da garantire la compatibilità anche con il software realizzato per il C64: risultato ottenuto sfruttando un'architettura bi-processore (è stato aggiunto uno Zilog Z80) che può operare sia in modalità compatibile sia in modalità standard CP/M, sfruttando le maggiori risorse.

L'evento più importante è, nel giugno dell'85, la presentazione a New York del primo computer della nuova generazione, l'Amiga 1000, dotato di interfaccia grafica, mouse e sistema operativo multitasking.

Un computer dall'aspetto e dal costo professionali, ma che mostra la capacità di Commodore di competere con la generazione di sistemi dotati d'interfaccia grafica di cui il Macintosh è precursore. Al costo di 1300 dollari, Amiga 1000 offre il potente processore Motorola 68000 (lo stesso dell'Apple Macintosh), 256KB di RAM e un lettore per floppy da 3,5" con 880KB di capacità.

Grazie al buon successo del C128 e alla riorganizzazione aziendale condotta dal nuovo CEO Thomas Rattigan, Commodore supera la difficile congiuntura. Nell'87 Gould rimuove Rattigan per disaccordi sull'assetto dell'azienda, che comunque è finanziariamente in buona salute.

Sul fronte dei prodotti, Commodore annuncia nel febbraio '87 l'Amiga 500: versione a basso costo dell'architettura, adatta finalmente a incontrare i favori dell'utenza consumer. Nella fascia alta debutta invece Amiga 2000, assieme agli IBM-compatibili PC10-1 e PC10-2. In novembre si aggiunge alla famiglia l'Amiga 2500/30 che monta il processore 68020 con il coprocessore matematico.

Nel gennaio del 1989 Commodore annuncia di aver raggiunto il milione di sistemi Amiga venduti nel mondo. Irving Gould, nel ruolo di chairman e CEO, nomina presidente Mehdi Ali, già vice presidente finanziario di General Motors e PepsiCo. Da Apple arriva in Commodore Harold Copperman nel ruolo di COO e presidente per le attività negli USA.

Con la nuova organizzazione Commodore vuole accreditarsi come una primaria multinazionale d'informatica capace di proporre soluzioni ad alta tecnologia sui mercati del consumer e dei prodotti professionali.
Le capacità multimediali sono l'elemento distintivo dei prodotti Commodore sia rispetto ai più limitati PC IBM-compatibili sia ai modelli Apple: i cui sistemi Macintosh si sono specializzati nelle applicazioni di grafica creativa e di desktop publishing.

Nel 1990 Commodore annuncia il potente Amiga 3000: un sistema basato sul processore 68030 a 16 MHz che utilizza una versione avanzata del chip-set grafico. L'unità ha 2MB di RAM, disco fisso da 10-40MB ed è venduta con prezzi a partire da 4100$, monitor incluso.

Commodore si lancia nel settore dell'entertainment digitale con il CDTV (Commodore Dynamic Total Vision): un computer con l'aspetto di un hi-fi, pensato per la fruizione familiare 'da salotto' di enciclopedie multimediali e di media interattivi su CD.
Basato sull'hardware dell'Amiga 500 e venduto a 1000$, CDTV sonda un mercato nuovo sul quale ha investito Philips con il CDI e sta per arrivare Olivetti con l'Envision (l'idea originale della società d'Ivrea è portare in questo mercato un vero PC-compatibile).

Conquistato dalle console di giochi, il salotto si rivela inaccessibile ai nuovi player intelligenti. CDTV, al pari dei prodotti consimili, non ha il successo sperato. Con il CDTV fallisce il tentativo di promuovere presso il grande pubblico la diffusione dei supporti multimediali; un fatto sul quale Commodore contava per moltiplicare la domanda dei modelli professionali Amiga quali strumenti di produzione.

Nel '91 Commodore introduce l'Amiga 3000UX, un computer dotato del processore Motorola MC68030 a 25MHz e del sistema operativo UNIX System V Release 4, con il supporto dell'interfaccia grafica Open Look e della connessione di rete Ethernet. L'unità, di fascia professionale, costa 5000$, escluso il monitor.

Nel 1992 Commodore sollecita nuovamente il mercato consumer con l'Amiga 600: un computer compatto con visualizzazione a 4096 colori, audio stereo, sistema operativo pre-emptive multitasking, slot PCMCIA e controller per disco fisso; il tutto al prezzo base di 500$.
Arriva anche il primo personal con il nuovo chip set AGA (Advanced Graphics Architecture) e il processore 68040/25: l'Amiga 4000.
Oltre ai sei chip custom AGA (Super Gary, Super Ramsey, Super Amber, Lisa, Alice, and Paula) ci sono 6MB di RAM, disco fisso da 120MB e l'AmigaDOS Release 3.

Nel dicembre '92 è la volta dell'Amiga 1200: ultimo modello di successo. Simile all'Amiga 600, ma dotato del più potente processore 68020/14 e di 2MB di RAM.

Nel 1993 c'è un altro tentativo di Commodore per entrare nel mercato dell'intrattenimento.

Fallito il CDTV, la società ripropone un prodotto sostanzialmente analogo, realizzato sotto forma di console per videogiochi. CD32 è la prima console sul mercato a vantare una CPU a 32 bit (il processore è il 68020/14). Simile nell'architettura all'Amiga 1200, incorpora un lettore CD-ROM, il chipset grafico AGA e ha l'opzione per la decodifica dei filmati MPEG1.

E' questo l'ultimo innovativo prodotto di Commodore.

Nel frattempo sono infatti riaffiorati i problemi finanziari come conseguenza di un calo delle vendite dei computer Amiga e delle periferiche. A fine anno Commodore annuncia perdite per oltre 100 milioni di dollari e il taglio di attività non strategiche, tra cui la produzione dei PC-compatibili.

L'evoluzione della crisi è incredibilmente rapida.

Nell’aprile del 1994 Commodore è in bancarotta e costretta a cessare le attività di produzione di computer e semiconduttori; nell’anno successivo è messa in liquidazione.
All’asta per acquisire l'azienda partecipano Dell Computer e la tedesca Escom.
E' quest'ultima, dopo lunghe vicissitudini giudiziarie a ottenerne l'aggiudicazione per 12 milioni di dollari. Il business di Commodore si è intanto assottigliato e il periodo non è affatto felice per il comparto dei pc in cui opera il costruttore tedesco. Preparando forse la vendita frazionata degli asset aziendali, Escom decide nel ’96 di scorporare il business dell'Amiga in una società indipendente che prende il nome di Amiga Technologies.

Nel '97 Escom fallisce.

Amiga Technologies passa così al costruttore americano Gateway 2000, mentre il marchio Commodore - che nel frattempo è stato ingloriosamente usato per per dar nome a una linea di accessori da banco - va all'olandese Tulip Computers.

Le attività dell'Amiga vengono rilevate da alcuni manager, tra cui il CEO Bill McEwen, che rifondano Amiga Inc, riprendendo a sviluppare la piattaforma.

Dell'originario sistema Amiga è rimasto soltanto il software, trasformato in un ambiente di sviluppo per applicazioni multimediali (AmigaDE), in grado di girare sulle piattaforme processore più diverse. L'idea di tornare a proporre un sistema completo è molto forte: nel 2001 la società definisce una nuova piattaforma hardware di riferimento basata sulla CPU Power PC di IBM e realizza, con l'aiuto di un costruttore esterno, il sistema AmigaOne. Il successo dell'iniziativa non esce dalla stretta cerchia di fedelissimi che l'Amiga, come pochissime altre piattaforme, ha intorno.

Oggi Amiga è impegnata nello sviluppo di una nuova versione del sistema operativo e offre sul proprio sito Web alcune suite di giochi che girano sui palmari Pocket PC.

Amiga non è l'unica parte di Commodore a essere sopravvissuta. Dopo un lungo oblio, Tulip Computers torna a parlare del Commodore 64 in comunicato stampa emesso nel luglio 2003.

La società olandese annuncia il proprio impegno nel rilanciare il glorioso marchio, dato nel frattempo in licenza a Ironstone: società che gestisce un sito Web sul quale commercializza programmi per la piattaforma. Secondo il comunicato, esisterebbero oggi ben 6 milioni di utenti ed entusiasti che tengono in vita la vecchia piattaforma computer, sia riciclando le componenti hardware originali sia utilizzandone il software nelle emulazioni su pc, palmari e sistemi dell’ultima generazione. (pt)


Plus/4 (in foto) e C16 sono il tentativo di Commodore di aggiornare rispettivamente il C64 e VIC-20. I due sistemi hanno un linguaggio Basic più evoluto e software applicativo integrato (Plus/4) ma non convincono a causa dell'incompatibilità con il software preesistente. Se il C16 trova mercato tra i neofiti, Plus/4 è invece un grande flop per Commodore.


L'Amiga 1000 è il primo computer della nuova generazione. Di costo elevato e adatto al mercato professionale, ha capacità audio e grafiche molto avanzate, supportate dal sistema operativo. Ha un vano inferiore in cui inserire la tastiera quando non è usata e incorpora un lettore per floppy da 3,5". L'architettura si basa sul processore Motorola 68000 e utilizza 256 KB di RAM.


Commodore produce anche dei PC-compatibili sui quali però non riesce a portare innovazione. La linea ha lo scopo di mantenere aperto il canale 'professionale' di vendita per i sistemi Amiga: proposti come potenti workstation per la creazione di contenuti multimediali. L'insuccesso su questo fronte è uno dei motivi del fallimento del '94.


L'Amiga 600 è un modello compatto a basso costo venduto a partire del '92. E' basato sul processore 68000, ha un controller per disco fisso incorporato e una porta PCMCIA per la connessione di un modem o altre periferiche.


La console CD32 è, dopo il CDTV, l'ultimo tentativo di Commodore di affermarsi in mercati complementari a quelli tradizionali del personal computer. La console, la prima sul mercato con architettura a 32 bit, è pensata per i videogiochi e ha internamente l'architettura dei sistemi Amiga 1200.

Dr.Stewart
00venerdì 11 novembre 2005 00:08
intanto ecco un pò di info in italiano


www.srn.it/c64/
samus-aran
00sabato 18 marzo 2006 20:29
Qualche recensione di vecchie glorie del C=64 !


CREATURES

Mi sono sempre chiesto quanti colori avessero utilizzato. Insomma il C64 poteva visualizzarne al massimo 16, e allora perchè osservando Creatures i colori sembravano esser cento?La risposta potrebbe risiedere nel complesso meccanismo del caos, quasi a voler erigersi nella sua ineffabile autodeterminazione, conseguenza naturale dell'estro creativo del team Thalamus. Giocare adesso a Creatures lascia ben intendere che la programmazione pura, quella fatta di ottimizzazioni del codice, di restrizioni hardware da sormontare e interminabili sezioni di playtesting sia solo bieco ricordo. La programmazione prescinde dall'hardware di cui è veicolo, e Creatures sembra reclamarlo con forza negli schermi delle torture, strutturati a mo di sottogiochi con evidente soluzione di continuità. Infatti dette sottosezioni non erano una semplice variante alla linearità del platform, ma costituivano una delle maggiori attrattive offerte dal gioco.

Attrattive che contrapponevano il design tondeggiante delle creature all'esplicito sadismo degli avvenimenti; non bisogna dunque sorprendersi nell'osservare una dolce creaturina pelosa brandire con disinvoltura una sega elettrica, triturando le cervella della povera vittima, e facendone schizzare il sangue dappertutto. Ma Creatures non si limita a proporre una semplice variante al genere platform, giacchè racchiude nella sua apparente semplicità un'impeccabile realizzazione tecnica. I 50Hz per le animazioni, gli sfondi dettagliatissimi, l'incredibile scrolling differenziale di alcuni livelli, tutto è concepito su incredibili livelli di complessità. Il dettaglio grafico era a tratti sconvolgente: alberi che si animano sputando palle di fuoco, guardiani giganti che difendono incredibili segrete a scrolling parallattico prospettico. Ma il momento più alto del gioco, e non solo del gioco ma della storia intera del microcomputer Commodore, si ha nella scena notturna della luna, che appare dietro le mura di un maniero mentre la sagoma di una strega la attraversa ondeggiando. Incredibile!!

Creatures è uno dei migliori giochi sviluppati su Commodore 64, uno dei più importanti videgiochi del secolo scorso nonchè uno dei motivi per cui valga ancora la pena possedere la vetusta piattaforma Commodore. Mentre in sala giochi impazzavano i più importanti arcade Capcom, su di un hardware apparentemente insignificante giostrava una perla videoludica perfettamente in grado di contrastare, graficamente, Ghouls'n Ghosts e affini. Il comparto sonoro si attestava sugli altissimi livelli della grafica. Le musiche di sottofondo risultano molto gradevoli da ascoltare e soprattutto pulite, ma la vera opera d'arte è la colonna sonora delle sezioni di intermezzo (quelle dello shop), di una tonalità assolutamente originale e orecchiabile . Da tutto questo concludiamo che Creatures sia IL capolavoro dei fratelli Rowland - per altro autori del bellissimo Retrograde - introduttore, in un certo senso, dell'ultima generazione di giochi per Commodore 64 (nel 1990 in piena fase di declino) reinventando uno stile grafico stravagante e al contempo "universale". La universalità intesa come struttura base del platform game, partendo da Super Mario Bros finendo alle più recendi pseudo-produzioni tridimensionali a piattaforme (Klonoa 2). Le cose da fare sono sempre le stesse, ma in Creatures era tutto talmente bello e colorato che difficilmente ci saremmo fermati: avremmo di certo continuato fino alla fine, scoprendo margini grafici che l'8 bit per antonomasia sembrava non possedere (leggi un parallasse da far invidia alle più sofisticate macchine a 16 bit).



COVER 94
GRAFICA 95
SONORO 95
GIOCABILITA' 96
LONGEVITA' 94
INNOVAZIONE 97
ATMOSFERA 98
GLOBALE 96

PRO Grafica da urlo-Sonoro eccezionale-Giocabilità massima

CONTRO Nulla da segnalare









Fonte

samus-aran
00domenica 4 marzo 2007 12:36
Riporto un breve commento trovato su un blog di un grande ammiratore della vecchia gloria.



La plastica che rivestiva la scatola era l’ultimo ostacolo prima di essere “proprietario” di un nuovo fantastico mondo. Il mio Commodore 64, acquistato con sacrificio in un negozio di Piazza de Angeli a Milano, era finalmente tra le mie mani. Quella tastiera soffice piena di simboli imperscrutabili.. quel color caffèlatte così professionale…

“Ma a cosa servono quei tastoni con scritto F1, F2, ?” mi chiedevano gli amici a cui mostravo il mio gioiello, oggi non mi ricordo ma a quei tempi riuscivo a dare delle spiegazioni abbastanza realistiche (..o almeno mi sembravano tali).


“Mi è arrivato Mission Impossible !, vieni che te lo duplico”, era la frase che mi faceva saltare sulla vespa e catapultarmi dal mio amico/complice. Quante sere passate con Albertone a scrivere pagine e pagine di “basic” , quante cassettine utilizzate per scopiazzare allegramente giochi e programmi…

Certo, oggi con il “PeerToPeer” è possibile scaricare versioni “full” di software costosissimi e discografie complete di qualsiasi artista in un sol colpo… Ma allora quelle duplicazioni fatte in casa con un registratore “a doppia piastra” ci faceva sentire come dei “carbonari d’elite”. Da allora ho usato/cambiato decine e decine di computers… è superfluo dire che nessuno di loro mi ha più saputo regalare le stesse magiche e strane sensazioni.


Vallie
00domenica 4 marzo 2007 14:33
Quanti ricordi con il C64 [SM=x430260] ai tempi che furono ci passavo delle belle ore piene dopo lo studio, mi divertivo da matti [SM=x430260]
samus-aran
00giovedì 8 marzo 2007 14:19
"Compramelo babbo, così ci giochi anche tu.."




Era il settembre 1982. Mentre in tutto il mondo la Apple si glorificava con le vendite dei nuovi modelli di Apple II, la Commodore International lanciò sul mercato il personal computer Commodore 64. Il successo del C64 fu immediato: il prezzo del nuovo modello era dimezzato rispetto a quello del concorrente, ma le prestazioni erano maggiori. Inoltre la dotazione di software sembrava infinita.

Nel giro di pochi anni il Commodore 64 entrò in milioni di case, stabilendo un incredibile successo di vendite: chi desiderò questo computer durante la prima metà degli anni '80 non può non ricordare lo slogan pubblicitario trasmesso dalla tv: "Compramelo babbo, così ci giochi anche tu..". In effetti il Commodore 64 permetteva a chiunque di imparare a scrivere programmi semplici o complessi, oppure lasciava spazio alla fantasia con l'incredibile disponibilità di giochi straordinari. I programmatori del Commodore 64 sfruttarono ogni bit di memoria disponibile, creando programmi che oggi sembrano impossibili se si pensa che il processore girava a poco più di 1 Mhz e la memoria era solo di 64 K.

Il Commodore 64 possedeva anche un avanzato chip sonoro, dedicato esclusivamente alla gestione degli effetti audio: per questo furono numerosissime le applicazioni musicali, che prevedevano anche delle speciali tastiere per simulare un pianoforte sul C64. Con quelle risorse così esigue fu infine possibile sintetizzare sul Commodore 64 la voce "umana": chi usò questi software più di 15 anni fa non dimenticherà mai quella voce elettronica che usciva per magia dai circuiti di una macchina da sogno.
Dr.Stewart
00venerdì 9 marzo 2007 14:37

"Compramelo babbo, così ci giochi anche tu.."



Bellissimo... [SM=x430247] [SM=x430247]

Comunqeu gli effetti sonori erano da paura...cme dimenticare la Musica di Traz o quelle piratate dell Ikari plus [SM=x430260]
samus-aran
00venerdì 9 marzo 2007 15:08
Anche quelle dei giochi della Thalamus erano grandi !
[SM=x430260]
samus-aran
00venerdì 20 luglio 2007 16:44
Vogliamo parlare in maniera approfondita delle periferiche ?
Memorie di massa

Il Datassette



In Europa, il C64 era utilizzato spesso con il lettore di cassette (supporti di memorizzazione molto comuni in cui i dati venivano registrati su un nastro magnetico, impiegati allora soprattutto per la riproduzioni della musica. V. audiocassetta), che erano più economiche, ma anche molto più lente dei dischi floppy. Uscirono i turbo-loader anche per le cassette che velocizzavano la velocità di caricamento. Novaload era il più popolare turbo-loader, utilizzato dalla maggioranza degli sviluppatori americani ed inglesi. Negli Stati Uniti, i floppy drive erano più comuni.


Registratore a cassette


Modalità turbo del registratore a cassette. I caratteri apparentemente casuali sullo schermo sono in realtà codice macchina caricato nella memoria video.



Inizialmente era disponibile la sola memoria a cassette magnetiche, ossia le comuni cassette audio su cui dati e programmi venivano registrati codificandoli su frequenze di alcuni kHz. L'unità a cassette (Datassette) era piuttosto lenta e, se non ben pulita e calibrata, talvolta inaffidabile nei caricamenti: dopo attese medio-lunghe non era insolito trovarsi sullo schermo la scritta LOAD ERROR, ossia errore nel caricamento, ed essere costretti a ricominciare daccapo l'operazione. Quest'ultimo difetto era imputabile nella maggioranza dei casi all'azimuth, ossia la testina di lettura dell'unità a cassette, che dopo molte ore di funzionamento, si sporcava oppure perdeva l'allineamento con il nastro delle cassette. Era inoltre possibile l'uso di loader/saver alternativi a quelli del sistema operativo, che permettevano dei caricamenti e salvataggi su cassetta più veloci. Un particolare segnale identificava l'inizio di un blocco dati (generalmente, un programma), e per poterlo trovare l'utente era generalmente costretto a scorrere lentamente la cassetta in modo Play. Il contatore di giri posto a lato della cassetta era usato come una sorta di "indice" per arrivare più rapidamente al programma voluto.



Drive per floppy disk



Dopo il Datassette fu disponibile il floppy disk drive 1541, che accettava dischi da 5.25" e trasferiva dati a velocità molto più elevata. Il 1541 aveva un processore 6502, simile a quello del computer principale (il 6510), e alcuni programmi lo sfruttavano come coprocessore per avere maggiore potenza di calcolo a disposizione. La presenza del microprocessore nel 1541 rendeva possibile a questa unità di operare in modo del tutto indipendente: ad esempio, era possibile formattare un floppy e, nel contempo, continuare a scrivere il proprio programma (o, addirittura, effettuare un caricamento dalla unità a nastro). L'abbinamento Commodore 64 + 1541 costituiva così un sistema multiprocessore.

Vennero prodotti 3 modelli di drive per il Commodore 64:

Commodore 1541 (per floppy disk da 5¼")
Commodore 1571 (per floppy disk da 5¼")
Commodore 1581 (per floppy disk da 3½")
Il drive 1541 era incredibilmente lento nel caricamento dei programmi a causa del bus seriale male implementato, che era un derivato del Commodore VIC-20. Da qui il famoso detto: "andiamo a prenderci un caffè (o una cioccolata calda)" dopo aver scritto il comando di caricamento di un programma, come nell'esempio seguente:


LOAD "*",8,1



'*' indica l'ultimo programma caricato o il primo sul disco, '8' è il numero del drive floppy e '1' indica che il programma deve essere caricato all'indirizzo della memoria indicato nel suo header (ciò vale ovviamente per i programmi compilati).

Si scoprì che la lentezza nelle operazioni del drive floppy poteva essere risolta utilizzando software più intelligente e implementando un protocollo di trasferimento migliore tra il Commodore 64 e il drive floppy.
Una compagnia, la Epyx, rilasciò la cartridge FastLoad che sostituiva alcune funzioni lente del 1541, velocizzando di 5 volte il caricamento dei programmi. La cartridge ebbe grande successo: molti rivenditori Commodore mettevano in vendita il drive 1541 con la cartridge Epyx.

Come alternativa gratuita alle varie cartridge FastLoad, furono creati numerosi programmi turbo-loader (acceleratori di caricamento), anche se avevano bisogno di essere caricati dopo ogni reset. I migliori di questi acceleratori erano capaci di aumentare la velocità di caricamento di circa 30 volte, a dimostrazione della cattiva implementazione del bus.

Pochi anni dopo, uscì la nuova versione, il drive 1541-II. Le uniche differenze furono la presenza di un alimentatore esterno e maggiore integrazione dei circuiti, per ridurre i costi.

La Commodore vendette anche un adattatore IEEE-488-standard, che poteva essere inserita nella porta d'espansione. Solo pochi potevano permettersi quest'espansione che sfruttava i drive IEEE, come la SFD-1001 1-megabyte, con i dischi da 5¼ pollici, i drive 4040 e 8050 e l'hard disk 9060/9090. A causa della lentezza del 1541 e del costo dell'adattatore e dei drive IEEE, furono venduti dei floppy drive non ufficiali che offrivano maggiore velocità rispetto al 1541, al costo di una minore compatibilità.

Uno dei vantaggi del bus seriale fu la possibilità di formare una catena di hardware: una periferica (un disco drive o una stampante) connessa al Commodore 64 e le altre connesse una all'altra. Questo permise alla Commodore di produrre (attraverso terze parti) la rarissima Commodore 4015, o switch VIC. Questo permetteva di connettere fino a 8 Commodore 64 e condividere le loro periferiche.



Comunicazione via seriale

Il basso costo dei modem favorì la diffusione di queste periferiche per la telecomunicazione. Negli Stati Uniti, la Quantum Computer Services (più tardi America Online) offriva un servizio online chiamato Quantum Link per il C64 che permetteva i chat, gli scaricamenti e i giochi online. In Inghilterra, Compunet era un servizio online molto popolare per gli utenti C64 (anche se richiedeva modem speciali forniti dalla Compunet), dal 1984 fino ai primi '90. In Germania, le leggi restrittive sull'uso della telefonia rallentò la diffusione dei modem.

Come nel VIC-20, C64 era privo di un vero chip UART come il 6551 e utilizzava un emulatore software. Questo limitò la velocità del bus a 2400bps. Cartridges di terze parti con chip UART offrirono prestazioni migliori.
Dr.Stewart
00domenica 22 luglio 2007 23:58

Il drive 1541 era incredibilmente lento nel caricamento dei programmi a causa del bus seriale male implementato, che era un derivato del Commodore VIC-20. Da qui il famoso detto: "andiamo a prenderci un caffè (o una cioccolata calda)" dopo aver scritto il comando di caricamento di un programma



Beh...non so quanto sia vero il fatto che derivi da questi episodi, però come per la scaramanzia, non è vero ma ci credo [SM=x430246] [SM=x430246]

I punti vendita Commodore che vendevano una cartuccia per velocizzare il proprio prodotto, cartuccia realizzata da una soft-house esterna....

e come dire....come se la Ea mettesse in vendita una periferica per velocizzare il Wii e la Nintendo la vendesse in bundle...spettacolo [SM=x430247] [SM=x430247] [SM=x430247]
samus-aran
00lunedì 23 luglio 2007 02:08
A me invece fà impazzire l'idea che si potesse giocare online ! [SM=x430260]


Vincere la guerra del mercato

Il C64 fronteggiò una vasta gamma di macchine concorrenti, dopo la sua introduzione nell'agosto 1982. Con un impressionante prezzo di listino e con il suo hardware avanzato, superò velocemente molti dei suoi concorrenti.
Negli Stati Uniti i più grandi concorrenti del C64 erano l'Atari 800 e l'Apple II. L'Atari 800 era molto simile in termini di hardware, ma era molto costoso da costruire, il che forzò l'Atari a spostare la sua produzione nell'Asia orientale. Costrinse anche l'Atari a riprogettare le loro macchine per essere più economiche, dando la luce alla linea dei 400/800XL. L'ormai vecchio Apple II non poteva competere con l'hardware del C64, ma era molto espandibile grazie ai suoi slot interni, una caratteristica che il C64 non aveva.

Nel Regno Unito i concorrenti principali del C64 erano il britannico Sinclair ZX Spectrum e l'Amstrad CPC. Rilasciato qualche mese prima del C64, e venduto a quasi metà del suo prezzo, lo Spectrum diventò rapidamente leader del mercato.
Il C64 competerà in popolarità con lo Spectrum nella seconda meta degli anni 80, sopravvivendo allo stesso quando ne fu cessata la produzione, nel 1992.

La chiave del successo del C64 furono le aggressive tattiche di marketing, che portarono a venderlo nei grandi magazzini, nei discount e nei negozi di giocattoli, oltre che nella rete di rivenditori autorizzati. Questo gli consentì, come al suo predecessore VIC 20, di competere con le console per videogiochi.

Nel 1983 la Commodore offrì, negli Stati Uniti, un incentivo di 100 dollari all'acquisto di un C64, ritirando un qualsiasi computer o una console per videogiochi. Il successo del VIC-20 e del C64 contribuì anche in modo significativo all'uscita di scena della Texas Instruments dal campo degli home computer (si veda TI-99/4A) e al tristemente noto crack dei videogiochi del 1983.
Dr.Stewart
00lunedì 23 luglio 2007 23:54

Nel 1983 la Commodore offrì, negli Stati Uniti, un incentivo di 100 dollari all'acquisto di un C64, ritirando un qualsiasi computer o una console per videogiochi. Il successo del VIC-20 e del C64 contribuì anche in modo significativo all'uscita di scena della Texas Instruments dal campo degli home computer (si veda TI-99/4A) e al tristemente noto crack dei videogiochi del 1983.



i primi anni 80 non sono anni facili per il mondo dei computer e dei videogames, e il fatto che ci sia stato un incentivo di 100 dollari( che a quel tempo valicchiavano molto di più) è un fattore importante ed è stata anche una scelta molto rischiosa. [SM=x430262] [SM=x430262]
samus-aran
00domenica 12 agosto 2007 18:04
Altre periferiche



Il Commodore 1701 era un monitor a colori da 13 pollici.

L'espansione di memoria ufficiale Commodore, modello 1764, era fornita assieme ad un alimentatore potenziato e conteneva 256 KB di memoria RAM. Il più famoso tra i pochi software a farne uso è stato il sistema operativo grafico GEOS.

Come per la famiglia degli Apple II, unità di accelerazione fornite da terze parti fornirono una velocità della CPU maggiore. A causa dei limiti del timer del chip VIC-II, gli acceleratori del C64 erano molto più complessi e costosi da implementare rispetto a quelli costruiti per gli altri computer. Gli acceleratori basati sul Western Design Center 65C02, che di solito funzionavano a 4 MHz, e sul 65816 (fino a 20 MHz), comparirono sul mercato troppo tardi e ad un prezzo di 199 dollari, ed ebbero quindi una diffusione limitata.

La periferica prodotta da terze parti più interessante fu la SuperCPU della CMD che aumentava la frequenza della CPU a 20 MHz e fino a 16 Mb di RAM, se si disponeva della SuperRamCard. L'unico problema era che non c'era molto software che supportava la SuperCPU, ad eccezione di un Browser Web chiamato the Wave, un sistema operativo grafico stile UNIX o QNX, chiamato Wings (supportava il multitasking e aveva un client IRC e un programma email), alcuni demo e il videogioco Metal Dust, uno sparatutto. Altra incredibile e semisconosciuta periferica era il "Moog Song Producer", interfaccia MIDI prodotta dalla Moog moogarchives.com/insong.htm . Ad oggi (2005) vengono ancora prodotti nuove periferiche, principalmente per la memorizzazione in massa. Un lettore MP3 è in lavorazione.



samus-aran
00sabato 6 ottobre 2007 17:47
Tornando alla storia del modem...



Nella foto in alto il package orginale del modem 6499 commercializzato in Italia a partire dal 1987, a sinistra invece il dispositivo al di fuori della sua confezione...





Le foto sotto questo testo mostrano due schermate del servizio Videotel di Sip...








Nell'adattatore telematico 6499, che veniva fornito con presa tripolare standard, erano contenuti i circuiti che consentivano di modulare e demodulare (da qui il nome modem) i segnalia varie velocità (75/1200 baud, 300 baud full duplex, 1200 baud half duplex). All'interno era presente una EPROM contenente i programmi per la gestione del C64 interfacciato al protocollo di rete CEPT livello 1 (lo standard che veniva impiegato per il servizio VIdeotel di SIP). Il prezzo di vendita del Commodore 6499 era al momento del lancio sul mercato di 150.000 delle vecchie lire....


Fonte
RuggeroLeone
00domenica 7 ottobre 2007 12:20
Re:
Dr.Stewart, 25/10/2005 15.03:



Si stima che l'azienda abbia prodotto tra i 17 e i 22 milioni di C64 e che siano stati scritti per la piattaforma decine di migliaia di programmi.


....................................


Commodore realizza nell'83 una versione trasportabile del C64: SX-64, dotata di monitor CRT a colori e lettore floppy da 5,25" incorporati.



[SM=x430285] [SM=x430285] [SM=x430285]

non sapevo del commodore portatile O__O




Io posso vantarmi di averlo in casa !
Ancora perfettamente funzionante !


samus-aran
00domenica 7 ottobre 2007 12:38
Il Commodore normale o quello portatile ?
Quello normale ce l'abbiamo anche noi perfettamente funzionante [SM=x430304]
RuggeroLeone
00martedì 9 ottobre 2007 19:17
Re:
samus-aran, 07/10/2007 12.38:

Il Commodore normale o quello portatile ?
Quello normale ce l'abbiamo anche noi perfettamente funzionante [SM=x430304]



io ho la versione portatile, con tanto di stampante ad aghi.
Pensate che per la formattazione dei testi l'allineamento del testo o il carattere lo impostavi direttamente su un display sulla stampante.
Appena posso lo tiro fuori dall'armadio e vi posto qualche foto.
Mi ricordo i pomeriggi passati a giocare a "krisp" o a "wizard of world".
Ho imparato prima a caricare i giochi sul C64 che a leggere e a scrivere !
samus-aran
00mercoledì 10 ottobre 2007 01:22
Ma che meraviglia.
Mi piacerebbe proprio vedere le foto del Commodore portatile. [SM=x430304]
E anche della stampante [SM=x430306]

Cavolo anch'io e mio fratello siamo cresciuti col Commodore (16 e 64)
Quanti bei ricordi.
Io da piccola fregavo mio zio ad "Auf Wiedersehen Monty"
Amavo quel gioco alla follia

samus-aran
00giovedì 25 ottobre 2007 00:59
Storia della generazione del suono all'epoca del Commodore 64


Il COMMODORE 64 era in grado di produrre suoni; non solo note senza alcun carattere, ma poteva riprodurre strumenti reali e generare suoni non producibili da alcuno strumento musicale dell'epoca. Così come rendeva possibile la simulazione dei più diversi rumori. Perché dotare un calcolatore di capacità sonore?
Forse la prima cosa che viene in mente sono i videogiochi. Se a delle buone immagini si associavano degli effetti sonori realistici allora il videogioco diventava decisamente più interessante e divertente. Il COMMODORE 64 era in grado di offfire una grafica eccezionale con degli effetti sonori ottimi. [SM=x430260]

Ma non è questo tutto ciò per cui si poteva utilizzare il suono.
In programmi comuni esso poteva servire per il cosiddetto AUDIO FEEDBACK, cioè per segnalare all'utente che il calcolatore aveva svolto una determinata azione. Il suono poteva essere usato per indicare che i dati ricevuti fossero errati, oppure che il programma era in attesa di comandi, o ancora, il termine di una lunga elaborazione, per segnalare che i risultati erano pronti, o semplicemente come SUONERIA per un orologio computerizzato. La possibilità di produrre suoni a programma dava all'utente una maggiore libertà di azione; mentre il calcolatore lavorava egli poteva fare altre cose, a un certo punto ricevere un avviso e provvedere a intervenire.
Se poi interessava la musica, con il COMMODORE 64 si avevano a disposizione 3 generatori indipendenti per creare melodie di tutti i generi; se il diffusore del televisore o del monitor non sembrava sufficiente per i suoni che si voleva generare, si poteva collegare il calcolatore allo stereo.
Inoltre suoni ed effetti speciali potevano essere ottenuti con delle POKE.






.:Generare suoni

L'utilità di dotare un microcalcolatore della capacità di emettere suoni era ormai riconosciuta, ma non tutti lo facevano.
Esistevano almeno due modi per permettere a un calcolatore di suonare:

1) Metodo software: il calcolatore era dotato di un altoparlante interno, collegato a un registro o una porta di I/O (cioè un indirizzo al quale si accedeva per comunicare con dispositivi esterni). Per generare un suono si doveva scrivere ripetutamente nelle locazioni adatte valori che creassero una sequenza di impulsi, che inviati all'altoparlante ne facevano vibrare la membrana e quindi produrre un suono.

2) Metodo hardware: il calcolatore era equipaggiato con una serie di circuiti o con un integrato programmabile in grado di ricevere i dati relativi al suono da produrre e quindi generare un segnale da miscelare al segnale video, e/o un segnale da inviare ad un altoparlante, e/o un segnale prelevabile con apposita presa ed inviabile al proprio HI-FI.

Altri metodi si potevano ottenere da una fusione dei due ed erano usati in generale nei SINTETIZZATORI e nei CAMPIONATORI.
Per il COMMODORE 64 fu stato scelto il secondo metodo. lnnanzi tutto esso permetteva una maggior comodità e velocità nella generazione dei suoni, poichè, una volta selezionati i parametri necessari, era l'integrato che si preoccupava di tutto e il programma poteva proseguire.
Esso inoltre era generalmente più versatile e più potente. Lo svantaggio era naturalmente nell'aumento del costo del calcolatore, che però la COMMODORE fu in grado di evitare, dato che l'integrato sonoro, di codice 6581 e nome SID, era CUSTOM, cioè prodotto dalla ditta per i suoi scopi.
L'accesso alla programmazione del SID era ottenuta facendo in modo che la scrittura in determinati byte ponesse i valori scritti nei registri interni del SID, utilizzando la tecnica di MAPPATURA IN MEMORIA del dispositivo.





.:Suoni con il C64

Centro del sistema sonoro del COMMODORE 64 era un integrato programmabile detto SID (Sound Interface Device, cioè dispositivo di interfaccia per il suono).
Come per il VIC II esisteva una zona di memoria riservata al SID, ove si potevano effettuare le POKE per ottenere i suoni desiderati. Tale zona iniziava alla locazione 54272 (D400H) ed era composta da 29 registri, cioè i byte in cui si effettuavano le POKE.
Il SID metteva a disposizione 3 diversi canali o VOCI per produrre suoni, che erano totalmente indipendenti tra loro. Per ognuna delle voci erano riservati 7 registri e gli ultimi 8 erano comuni alle 3 voci.
In particolare il registro numero 24 (il 25-esimo), cioè quello all'indirizzo 54296, controllava il volume di tutte le tre voci. Il valore assoluto del volume poteva variare tra 0 (bassissimo, non eliminava completamente il suono) e 15 (il massimo, molto spesso si poneva il volume a 15 e poi lo si regolava più finemente con il volume del proprio televisore) e la sua variazione si otteneva modificando i bit 0-3 del registro indicato e lasciando inalterati i restanti bit.

Se V è il volume e VP il valore precedentemente posto in questo byte:
POKE 54296,VP AND 240 + V
selezionava il volume desiderato.

Torniamo adesso un attimo alla caratteristica del suono chiamata frequenza.
L'orecchio umano riesce a percepire suoni la cui frequenza sia compresa tra 20 e 20000 Hz. Il SID era in grado di generare suoni di frequenza compresa tra 0 Hz e 4000 Hz (cioè poteva generare anche suoni sotto la soglia uditiva umana).
Per indicare al SID la frequenza del suono che si voleva ottenere si doveva trasformarla in un numero a 16 bit, compreso tra 0 e 65535. Erano i primi due registri di ogni voce che contenevano il byte basso e il byte alto di questo numero a 16 bit. Poichè il valore massimo della frequenza era 4000 Hz e i numeri rappresentabili con 16 bit sono da 0 a 65535, il numero da scrivere in memoria era:

N = Frequenza / (4000 / 65535) = Frequenza / 0.06097
(ovvero N = Frequenza * 16.3835)

il che vuol dire che la variazione di N di una unità equivaleva ad una variazione della frequenza di soli 0.06 Hz.
Per trovare gli 8 bit più significativi (byte alto) e i meno significativi (byte basso) del numero N:

NHI = INT(N / 256) e NLO = N - NHI * 256







.:Forme d'onda

Il timbro che caratterizzava un suono era determinato dalla FORMA DELL'ONDA che si propagava nell'aria, pertanto volume e frequenza non erano sufficienti al SID per produrre un suono; era necessario indicare quale tipo di forma d'onda utilizzare. Il SID metteva a disposizione 4 forme d'onda: triangolare, dente di sega, impulsiva e rumore bianco.
Per selezionarle si doveva porre a 1 un determinato bit nel quinto registro della voce che si voleva usare.
Se poi si selezionava l'onda impulsiva, si doveva indicare al SID che percentuale dell'onda doveva essere positiva.

Il rapporto PW = P / T * 4095, sotto forma di numero a 12 bit, andava trascritto nel terzo e quarto registro per la voce che si usava, gli 8 bit meno significativi nel terzo e i 4 più significativi nel quarto. Il valore che si ottieneva era:

PW = PWHI * 256 + PWLO

ed in uscita la percentuale positiva dell'impulso era:
(PW / 40.95)%

Se PW = 0, solo livello basso, o PW = 4095 solo livello alto, l'uscita dell'altoparlante era nulla. Se PW = 2047, cioè PWHI = 8 e PWLO = 0, l'onda era quadra. Se R è la percentuale positiva dell'onda impulsiva, allora PW = R * 40.95, e le POKE da fare, ad esempio, nel caso della prima voce erano:

POKE 54274, PWLO
POKE 54275, PWHI

Vediamo perché cambiando la forma d'onda cambiava il suono.

Quando senti una nota essa è generata da un'onda sinusoidale, la cui frequenza è la frequenza del suono e ne definisce in pratica la tonalità (frequenza fondamentale).
Contemporaneamente sono generate altre onde, dette ARMONICHE, la cui caratteristica è avere frequenza multipla per un intero della frequenza fondamentale.
Un'onda sonora perciò è la somma della frequenza fondamentale più tutte le armoniche necessarie per produrla.
A ogni armonica è associato l'intero che dà il rapporto con la frequenza fondamentale, cioè l'armonica numero 1. La seconda armonica ha frequenza doppia, la settima armonica ha frequenza sette volte la fondamentale e cosi via.
Il timbro, cioè la FORMA DELL'ONDA, dipende dalle armoniche che costituiscono il suono e dall'ampiezza di ognuna di esse, quindi tali valori saranno diversi per diverse corde vibranti.

Per le FORME D'ONDA a disposizione valevano queste regole:

- ONDA TRIANGOLARE: solo le armoniche dispari; l'ampiezza di ogni armonica era proporzionale al reciproco del quadrato del numero dell'armonica, cioè, ad esempio, l'armonica numero 5 era ampia 1/25 dell'armonica fondamentale.
- ONDA DENTE DI SEGA: tutte le armoniche; l'ampiezza di ogni armonica era proporzionale al reciproco del numero dell'armonica.
- ONDA QUADRA: solo le armoniche dispari; l'ampiezza di ogni armonica era proporzionale al reciproco del numero dell'armonica (per rapporti R diversi da 50%, cioè per onde rettangolari generiche, la composizione dell'onda impulsiva variava notevolmente).
- RUMORE BIANCO: tutte le armoniche; ampiezza costante per tutte le armoniche.

Per i suoni reali la struttura armonica (cioè le armoniche presenti e la loro ampiezza) è molto più complessa. Per poter ottenere dei suoni più vicini ai reali si poteva ricorrere alla tecnica di filtrare le frequenze superiori o inferiori ad una certa frequenza data.

Un'altra carattetistica che distingue un suono da un altro è il modo di variare di ampiezza nel tempo. Questa caratteristica è detta INVILUPPO del suono (ENVELOPE). Se si preme un tasto del pianoforte il suono raggiunge istantaneamente la massima ampiezza ed altrettanto velocemente si smorza, se percuoti un triangolo il suono si smorza più lentamente.
Il SID disponeva di un GENERATORE Dl INVILUPPO (ENVELOPE GENERATOR) indipendente per ogni voce. Esso permetteva di descrivere l'andamento del volume del suono dividendolo in 4 fasi:

- A: ATTACCO (ATTACK), era il tempo che il suono impiegava per raggiungere il massimo del volume. Con il SID si poteva definirlo da 2 msec a 8 sec.
- D: DECADIMENTO (DECAY), era il tempo che il suono impiegava, dopo aver raggiunto il picco, per calare di intensità fino a zero, oppure fino a un dato livello chiamato di SOSTENIMENTO; da 6 msec a 24 sec.
- S: SOSTENIMENTO (SUSTAIN), era il livello di volume al quale il suono si assestava dopo la fase di decadimento. Si poteva mantenere i suoni a questo livello finché occorreva e poi, con una POKE, iniziare la fase di RILASCIO.
- R: RILASCIO (RELEASE), era il tempo che il suono impiegava per raggiungere il volume zero. Anche per il rilascio i valori variavano da 6 msec a 24 sec.

Molto spesso si faceva cominciare una nuova nota prima che la nota precedente fosse completamente smorzata. Ciò consentiva anche, usando adeguatamente le 3 voci, di creare dei veri e propri inseguimenti tra le note.

Per ognuna delle voci, il sesto e il settimo registro controllavano l'ADSR (Attacco, Decadimento, Sostegno, Rilascio).
Nel sesto registro andavano memorizzati dei valori compresi tra 0 e 15, per selezionare i tempi di attacco e decadimento.

Nel settimo registro andavano memorizzati i valori relativi al sostenimento e al tempo di rilascio.

La procedura tipica per generare una nota era:

- Selezionare ATTACCO, DECADIMENTO, SOSTENIMENTO e RILASCIO per la nota.
- Selezionare le frequenze desiderate ed eventualmente la procedura dell'onda impulsiva.
- Selezionare la forma d'onda e mettere a 1 il primo bit dello stesso registro; questo bit, detto GATE BIT, indicava che la voce era selezionata per suonare e quando veniva riportato a 0 faceva iniziare la fase di rilascio.




Fonte
samus-aran
00domenica 9 dicembre 2007 00:49
Ha 25 anni il Commodore 64

Ancora nel Guinness come il computer piu' venduto
[SM=x430260] [SM=x430260] [SM=x430260]


(ANSA) - ROMA, 8 DIC - Il Commodore 64 compie 25 anni, ma ancora resiste nel Guinness dei primati come il computer piu' venduto nella storia.
E' sbarcato nei negozi di tutto il mondo nel 1982, ma il suo ricordo e' ancora vivo fra i milioni di utilizzatori.
Lunedi' il museo di storia del Computer di Mountain View, California, festeggera' i 25 anni della mitica macchina con il suo papa',Jack Tramiel. Il Commodore ha venduto 17 milioni di pezzi, aveva una memoria di 64 kilobyte e costava 595 dollari.

[SM=x430304]
samus-aran
00domenica 9 dicembre 2007 00:49
Ha 25 anni il Commodore 64

Ancora nel Guinness come il computer piu' venduto
[SM=x430260] [SM=x430260] [SM=x430260]


(ANSA) - ROMA, 8 DIC - Il Commodore 64 compie 25 anni, ma ancora resiste nel Guinness dei primati come il computer piu' venduto nella storia.
E' sbarcato nei negozi di tutto il mondo nel 1982, ma il suo ricordo e' ancora vivo fra i milioni di utilizzatori.
Lunedi' il museo di storia del Computer di Mountain View, California, festeggera' i 25 anni della mitica macchina con il suo papa',Jack Tramiel. Il Commodore ha venduto 17 milioni di pezzi, aveva una memoria di 64 kilobyte e costava 595 dollari.

[SM=x430304]
Dr.Stewart
00martedì 11 dicembre 2007 13:16
certo...più di 500 dollari non è che fosse un prezzo amico [SM=x430245]
Proprio una macchina grandiosa per vendere tanto a quel prezzo, altro che ps3 [SM=x430297] [SM=x430297] [SM=x430297]
samus-aran
00giovedì 20 dicembre 2007 00:45
Ecco un'altro documento d'epoca riguardante la pubblicizzazione del kit per il collegamento in rete del C=64.
Questa pubblicità dovrebbe essere apparsa sulle pagine di un vecchio numero del fumetto Topolino.

[IMG]http://i12.tinypic.com/85mulfl.jpg[/IMG]


Fonte
Yoko Dark
00giovedì 20 dicembre 2007 01:11
Cavoli, chissà a quale velocità e a quale costo tutto ciò era possibile... [SM=x430325]
samus-aran
00giovedì 20 dicembre 2007 01:22
Stando a quanto riportato sulla pubblicità sopra postata, il prezzo (solo del kit di connessione) doveva aggirarsi sulle 500.000 lire (il che significa un botto di soldi a quei tempi [SM=x430285] )

Per le curiosità sulla connessione, trovi qualcosa a riguardo nella pagina precedente di questo topic [SM=x430262]
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