Re Giorgio ha abdicato, Napolitano ha lasciato il Quirinale come si sapeva da giorni

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binariomorto
00mercoledì 14 gennaio 2015 22:52
Napolitano si è dimesso, al via la corsa per il Quirinale.
Grasso supplente: "Una grande emozione"




Il presidente della Repubblica ha firmato la lettera di dimissioni, consegnata dal segretario generale Donato Marra ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio. Giorgio Napolitano ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato. Con una cerimonia il Capo dello Stato dimissionario, accompagnato dalla moglie Clio, ha passato in rassegna il picchetto d'onore. Quindi è salito in auto per recarsi nella sua privata abitazione nel rione Monti a Roma. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dato lettura della lettera del presidente dimissionario e convocato il Parlamento in seduta comune allargato per il 29 febbraio alle 15. Un lungo applauso dei deputati accoglie la notizia delle dimissioni di Napolitano.

Grasso emozionato: Una grande responsabilità - Lo scettro, nel frattempo, passa al capo dello Stato supplente, il presidente del Senato, Pietro Grasso, che si è intanto trasferito a palazzo Giustiniani, dove è ospitata la cosiddetta "sala della Costituzione". Il presidente del Senato rimarrà in carica fino all'elezione del nuovo capo dello Stato. "Una grande responsabilità e una forte emozione. Affronterò questi giorni con spirito di servizio e animo sereno", ha scritto in serata su Twitter, Grasso.

Renzi: a fine mese il successore - Si apre così ufficialmente la corsa alla designazione del suo successore. Renzi auspica che il futuro presidente sia "un arbitro di alto livello". "#GraziePresidente", è poi il tweet con cui il premier ha salutato Napolitano. Ad avviso di Renzi "ragionevolmente a fine mese avremo il prossimo presidente della Repubblica". "E' ridicolo per le istituzioni discutere sui nomi - continua Renzi - Dobbiamo discutere il profilo di un grande arbitro che aiuti il Paese a crescere. Il prossimo presidente deve avere le caratteristiche costituzionali che chiamano i gruppi dirigenti di tutti i partiti a una scelta di grande responsabilità".

L'ex Presidente: "Contento di tornare a casa" - L'inquilino del Quirinale del resto sembrava ormai attendere il momento. "Certo che sono contento di tornare a casa!". C'è un che di liberatorio in questa ammissione che Napolitano consegna con franchezza ad una bambina che a piazza del Quirinale con candore gli chiede se non gli dispiacesse un pò lasciare un così bel palazzo. Il presidente uscente non ha mai nascosto il peso dell'età e le difficoltà crescenti a portare avanti i "gravosi" compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi "sì, si sta bene, è tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco". "Quasi una prigione", aggiunge forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà finalmente dopo quasi nove anni passati al Colle.

Il suo ultimo messaggio - E' stato il presidente delle riforme a tutti i costi, elegante e "pignolo", come egli stesso ha confermato. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana. E il suo ultimo messaggio agli italiani non poteva che essere nel solco del suo granitico "credo": unità del paese e riforme. Gli italiani, ha ripetuto, siano "sereni" per il futuro e soprattutto "molto consapevoli della necessità, pur nella libertà di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici, la sua fondamentale unità".

Applausi alla Camera dopo la lettura della lettera del Presidente - A Montecitorio la presidente Boldrini ha dato lettura all'Assemblea della lettera con cui Napolitano le comunicava le proprie dimissioni e successivamente dello stesso atto di dimissioni. Mentre ciò avveniva Daniela Santanchè (Fi) ha avviato un applauso che però non ha avuto seguito. Alla fine della lettura dei documenti tutti i deputati della maggioranza si sono alzati in piedi per applaudire a lungo. Nessun movimento, invece, ai banchi della Lega.

Serracchiani: "Obiettivo del Pd elezione al quarto o quinto scrutinio" - Per Deborah Serracchiani "l'obiettivo del Pd è l'elezione del nuovo presidente al quarto o quinto scrutinio" - L'obiettivo del Pd è arrivare all'elezione del futuro presidente della Repubblica "in tempi ragionevoli, al quarto o quinto scrutinio anche se non vogliamo dare numeri", ha dichiarato il vicesegretario del Pd, al termine della segreteria, che conferma il timing per riuscire a mettere a segno la partita del Colle.

Fonte: tiscali
binariomorto
00mercoledì 14 gennaio 2015 23:00





Dai, a me era simpatico. Avrà avuto i suoi scheletri nell' armadio ... ma non più di certa gentaglia che campa alle spalle degli italiani.
Avrà benefit ed una bella buonuscita ma alla sua età non credo che ne potrà sperperare tanti di soldi pubblici, e poi quanti promettono di andarsene e lo fanno davvero ?
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