MAXI TEX 29 Mississippi Ring - G. Manfredi & M. Rotundo

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un agguato portato contro una scorta che trasportava un testimone e con il successivo assassinio di un giornalista che causa l'entrata in scena dei nostri.
Da come era presentata la figura del criminale pareva che fosse stato presentato l'antagonista principale. Ma Manfredi stava depistando.
Però per un primo tratto del tragitto che si caratterizzerà dal continuo aumento (accompagnato da successiva parziale riduzione a causa dei due pards) di alleati e avversari, il centro dell'attenzione sarà per questo personaggio e per un suo ex-comandante al tempo della guerra di secessione.
Anche qui, un depistaggio oppure un cambio di rotta più o meno consapevole?
Lunghi viaggi in nave intervallati da movimentati scontri a terra, cui segue un lavoraccio per il becchino.
Dei molti personaggi aggregati alla truppa i due testimoni sono di gran lunga i più antipatici, tuttavia questa caratteristica vale per molti character manfrediani.
Sebbene lo sviluppo degli eventi sia chiaro e lineare, gli "arricchimenti" della trama - i flashback e il misterioso capitano Destiny - contribuiscono a creare confusione non so quanto utile. Come abbastanza fastidiosa la parte "di denuncia sociale" delle condizioni dei lavoratori, del traffico di alcolici e molto altro. Questo non perché non siano critiche più che condivisibili, ma per lo stile dal sapore "radical chic" che lo rende forzato e non naturale, come dovrebbe essere.
Il pirotecnico finale con l'uso di qualsiasi arma possibile e immaginabile, con scontri "navali" e tanto altro, viene i parte smontato dalle ultime tavole.
Peraltro il senso di molti eventi del racconto mi sembra tutto meno che chiarito.
Nell'insieme comunque una lunga avventura riuscita.