La segreta

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misterx78
00giovedì 22 maggio 2008 00:59
Il lavoro mi perseguita...



Mi trovo a correre per interminabili corridoi all'interno della mia casa(ovviamente deformata nel sogno). Poi, per sbaglio, rimango chiuso fuori della porta finestra. Vado per riaprire ma i miei genitori chiudono la porta spingendola e non mi lasciano entrare. Corro altrove e la storia si ripete. I miei genitori continuano a chiudermi tutte le porte. Alla fine trovo una via libera solo che si tratta di un lungo corridoio di pietra attraverso le cui pareti sgocciolano grossi fiotti d'acqua. Alcune lampadine, sui lati, ricordano un carcere. Infatti le luci sono protette da piccole grate scure. In fondo al corridoio c'è una scala di pietra che così come sale così scende. Arrivo in una grande sala che mi ricorda una segreta medievale. Mi sento come scivolare nel terreno. Lancio uno sguardo verso il soffitto che non si vede perché buio e alto. Ma scendono tanti oggetti appesi a delle lenze semitrasparenti. Tra questi tanti oggetti distingo un libro molto largo e pieno di fogli, senza copertina e con le pagine bianche ma sporche. Sembra quasi carta riciclata. Più in là distinguo una grande forbice di quelle che usano i bambini. Infatti ha un rivestimento in plastica trasparente e le punte arrotondate. Vedo anche una grande matita e altri oggetti. Forse dei dadi da giuoco di colore chiaro. Tutti gli oggetti balzellano di qualche centimentro su e giù come mossi da un burattinaio nascosto chissà dove. In fondo alla sala c'è un trono di pietra sopra alcuni gradini grezzi. Sopra il trono c'è seduta una responsabile del mio lavoro. E' vestita di grigio, sembra una tuta di quelle brutte da mercatino da quattro soldi. Ha un paio di scarpe da ginnastica molto brutte ed usurate con tre colori: bianco, rosso e verde. Ha una pancia spropositata e gli occhi sembrano sanguinare un liquido nero, simile alla pece. Mi fa strani gesti con le mani, puntandomi prima con l'indice e poi richiudendo la mano a pugno con il palmo verso l'alto, e mi urla: vieni, vieni quà!
A quel punto comincio ad urlare. Non voglio andare da lei ma un vento fortissimo proveniente dal corridoio di prima sembra spingermi sulla schiena con forza verso quella figura orribile ed opprimente. I piedi sembrano scivolare sul terreno che non mi permette di frenare quella che sembra essere diventata una corsa su binari invisibili ad un velocità sempre più alta. Sono quasi arrivato da lei quando lei spalanca le braccia. Ma mi sveglio e non finisco il sogno.
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