La moneta anseatica: discussione nata dal saggio di finanza monetaria a cura di Battista l’Intrepido

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Battista!
00lunedì 26 marzo 2007 17:45
Annega le monete in barili di buon vino!
- Breve saggio di finanza monetaria ai tempi dei Patrizi -


All'inizio della tua avventura disponi di trentamila monete. Convertendoli in Euro dei nostri giorni, che cifra ci troveremmo in saccoccia? La domanda è abbastanza inutile, pura curiosità per appassionati, nondimeno richiede una risposta elaborata, che si snoda tra passato e presente, tra la valle del Reno e la collina delle Langhe e gira intorno ad un buon bicchiere di vino.

Ogni buon mercante della Lega Anseatica sa che, per acquistare a prezzi convenienti partite di buon vino, deve fare rotta su Colonia.
Qui, ogni inizio di primavera e da secoli, i commercianti all'ingrosso fanno arrivare, trasportandoli lungo il corso del Reno, migliaia e migliaia di barili. I Muller Thurgau freschi e profumati della Mosella, i Riesling del Palatinato, rinomati per la loro finezza, i Bacchus ed i Sylvaner e gli altri bianchi del Mittelrhein, corposi e con una gradevole punta di acidità se provenienti dal vitigno Kerner ed i grandi, eleganti Pinot Nero e Riesling del Rheingau, alle porte di Francoforte sul Meno, a detta di molti i migliori vini di Germania, specialmente quelli provenienti dai vigneti sul pendio dello Schoss Johannisberger dove la terra è bianca a causa del calcare di miliardi di conchiglie marine diventate sabbia, ultima memoria di preistorici oceani europei. La leggenda vuole che sia stato Carlo Magno il primo ad accorgersi della particolare vocazione di questo pendio, oggi dominato da un monastero benedettino, notando che lì la neve si scioglieva prima che in tutte le altre colline della regione.
Voltata la pagina dell'anno Mille, il miglioramento nelle tecniche di viticoltura e l'aumento della produzione trasformò il Reno nell'asse portante di una rete di commercio fluviale che iniziò a portare i preziosi barili nelle città del Nord, nelle regioni fredde dove l'uva non cresce. E Colonia diventò in breve il nodo cruciale di quella rete.

Trasportati su chiatte da commercianti locali, a volte dagli stessi produttori ed in enormi quantità, i vini stoccati a Colonia hanno un prezzo all'ingrosso: molta offerta ed una richiesta che, oltre ad una ridotta domanda locale, è rappresentata solo dai grandi commercianti della Lega Anseatica. Gli unici in grado di anticipare forti quantità di denaro per l'acquisto ed il magazzinaggio di enormi partite di vino, gli unici in grado di assumersi il rischio di un viaggio a pieno carico in un mare infido di tempeste, di ghiaccio e di pirati. Gli unici, tuttavia, che possono acquistare a Colonia un barile di Portugeiser a 250 monete per rivenderlo a Lubecca, sei giorni dopo, maggiorato di 150 monete.

Questa ampia parentesi era solo per giustificare una premessa necessaria ad un plausibile confronto tra la moneta anseatica e l'Euro dei giorni nostri. La premessa è che Colonia è un mercato all'ingrosso del vino di qualità, come la Firenze del '300 lo era della lana lavorata e Milano e San Benedetto del Tronto di oggi lo sono del pesce fresco. Come lo è Alba per i grandi rossi del Piemonte. Si potrebbe fare quindi un paragone fra il prezzo del vino all'ingrosso nei due mercati, Colonia ai tempi della Lega Anseatica ed Alba dei giorni nostri, per stabilire un rapporto tra le due valute.

Ora, sappiamo che a Colonia il vino può essere acquistato a 250 monete il barile ma non abbiamo la certezza di quale fosse la sua capacità: quanti litri contiene un barile anseatico? La domanda non è semplice, ed il manuale di Patrician III, pur ricco di informazioni, non ci aiuta a trovare una risposta, limitandosi a precisare che un carico vale 10 barili. Per trovare una soluzione, ho girato la domanda ad un collegio di tre studiosi di fama internazionale: Pico de' Paperis, Alberto Angela ed il BVZM. Questa la loro articolata risposta:

"A Gallon is a Gallon. A Pint is a Pint. But how many is a Barrel?” Un gallone è un gallone. Una pinta è una pinta. Ma quanto misura un barile? Incredibile a dirsi, ancora nella prima metà del novecento gli armatori che spedivano navi a commerciare per i sette mari non avevano le idee chiare a proposito di una unità di misura ampiamente utilizzata nel commercio mondiale fino alla fine del XIX secolo, il barile. La battuta sopra riportata rendeva l'idea della difficoltà a misurare le merci in barili. Questo perché il barile è stato, tra le unità di misura in uso nel passato e prima dell'avvento del Sistema Internazionale (che dopo la Seconda Guerra Mondiale ne ha fissato la capacità standard in 159 litri per i liquidi ed in 116 litri per i solidi), quella più soggetta a variazioni a seconda del contenuto, del periodo storico o della regione.
Per fare un esempio, un commerciante olandese dell'ottocento avrebbe trovato nella Londra dell'Impero Britannico il barile da birra (beer barrel) ed il barile da vino (wine barrel): 162 litri il primo, circa 119 il secondo. Spostandosi in Francia, doveva abituarsi all'idea che nella regione dello Champagne il barile conteneva 205 litri dell'omonimo nettare ma varcando le Alpi la capacità diminuiva drasticamente: 43,63 litri nelle campagne toscane, 53,34 nelle osterie trasteverine della Roma papalina e la miseria di 17,5 litri nel Regno delle Due Sicilie. Il fatto è che il mercante olandese era abituato a considerare come unità di misura dei liquidi lo okshoofd o barile grande, da 232 litri!
La situazione era ancora peggiore in Germania, dove i Principi locali non riuscivano a mettersi d'accordo su nulla, nemmeno su quanto fosse lungo un miglio, tant'è che tutti lo usavano ma ogni città aveva il suo: a Coblenza misurava 4.119 metri mentre a Dortmund quasi triplicava (11.100 metri) e la piccola Wiesbaden aveva il suo piccolo miglio di mille metri. Ne conseguiva che il campione di corsa sul miglio era sempre uno di Wiesbaden e che ogni borgomastro tedesco stabiliva quale fosse la capacità legale del barile in uso nel proprio villaggio.
Fortunatamente le città anseatiche, che vivendo sul commercio non potevano accettare una tale polverizzazione delle unità di misura, già nel 1300 riuscirono ad accordarsi su un barile standard, la cui capacità era più o meno simile indipendente dal tipo di merce trasportata. E furono così bravi da diffonderne l'uso non solo nelle città aderenti alla Lega ma a tutti i porti del Nord, da Novgorod ad Aberdeen. Questo barile era chiamato con nomi diversi a seconda della nazione: ohm in Svezia ed aam nei Paesi Bassi, tønde in Danimarca, tønne in Norvegia, ton nei porti francesi e tedeschi. Ma la capacità, con variazioni del 3% in più o in meno, era sempre la stessa. 144 litri: questa è la misura del barile anseatico."

Ringraziamo sentitamente i tre studiosi e ritorniamo, forti di questa scoperta, al punto partenza di questo viaggio tra Euro e moneta anseatica: Colonia, inizi del XIV secolo.
Il mercante avveduto sa che a Colonia non deve pagare più di 250 monete per un barile di vino: quello è il prezzo più conveniente che puoi contrattare all'ingrosso, quando le chiatte provenienti dal basso corso del Reno arrivano in massa a Colonia e riempiono di barili il porto della città, quando l'offerta è enorme e chi determina la domanda può strappare le migliori condizioni. La stessa condizione si verifica ad Alba a gennaio, quando il vino ha finito di ribollir nei tini e la Camera di Commercio fissa i prezzi dello sfuso all'ingrosso. Ed i ristoratori della zona si affrettano ad accaparrarsi barbera, dolcetto e barbaresco a un Euro e quaranta il litro. Se invece che damigiane di vetro fossero barili anseatici, un barile di vino locale al mercato di Alba verrebbe a costare circa 200 Euro. Basandoci quindi sull'omogeneità del costo dello stesso prodotto (vino locale in barile) a condizioni simili di vendita (all'ingrosso, in un mercato specializzato ed in periodo di intensa offerta) possiamo ragionevolmente ricavare che il rapporto tra Euro e moneta anseatica sia di 200 a 250. Vale a dire che servono 1,25 monete per comprare un Euro o, se preferite, una moneta anseatica vale 0,8 Euro di oggi.

Che poi è all’incirca lo stesso rapporto di cambio tra l'Euro ed il Dollaro. Pazzesco. Ancora dovevano essere scoperti e già avevano fissato il prezzo in dollari al barile. Li Americani so' proprio forti…
f.strillone
00martedì 27 marzo 2007 08:14
Re:

Scritto da: Battista! 26/03/2007 17.45
Annega le monete in barili di buon vino!
- Breve saggio di finanza monetaria ai tempi dei Patrizi -


All'inizio della tua avventura disponi di trentamila monete. Convertendoli in Euro dei nostri giorni, che cifra ci troveremmo in saccoccia?
........................
possiamo ragionevolmente ricavare che il rapporto tra Euro e moneta anseatica sia di 200 a 250. Vale a dire che servono 1,25 monete per comprare un Euro o, se preferite, una moneta anseatica vale 0,8 Euro di oggi.

Che poi è all’incirca lo stesso rapporto di cambio tra l'Euro ed il Dollaro. Pazzesco. Ancora dovevano essere scoperti e già avevano fissato il prezzo in dollari al barile. Li Americani so' proprio forti…



innanzitutto ben ritrovato!
[SM=x329197] [SM=x329197]

e poi, adzo da melk che bel saggio!!! non avrei mai pensato di avventurarmi in un terreno del genere: complimenti!
a parer mio merita una discussione ad hoc, hai visto mai che cominciano a proliferare altre ipotesi di cambi... ora ci penso
ed ora: vino per tutti!!! [SM=x329201]

'mmazza 'sti ammericani!!! [SM=x329172]
Nemo89
00martedì 27 marzo 2007 16:57
Incredibile, Battista! Che piacere! [SM=x329190]
f.strillone
00mercoledì 28 marzo 2007 08:21
dopo attente valutazioni, siamo arrivati alla conclusione (Von e io) che il saggio meritava una discussione tutta sua
ancora complimenti e ringraziamenti al Mitico Battista
[SM=x329166]

PS ci intendiamo anche di vini, ho notato! un ottimo motivo per scambiarsi consigli: prima o poi ne approfitterò
[SM=x329201]

[Modificato da f.strillone 28/03/2007 8.28]

Xelaehtgre
00lunedì 24 settembre 2007 17:16
colpevolmente ultimo... faccio i complimenti al mitico Battista! per il suo saggio che, peraltro, avevo letto in anteprima insieme all'abbozzo di guida strategica che mi aveva mandato e che spero decida un giorno di far leggere a tutti! [SM=g27811]

prosit! [SM=x329201]
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