La Merkel perde punti: sotto accusa il suo guru economico

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La Stampa
00sabato 10 settembre 2005 11:16


A UNA SETTIMANA DALLE ELEZIONI I DUE SCHIERAMENTI SONO QUASI APPAIATI

Schroeder: «Avete visto?
Ora la Germania vuole me»


10 Settembre 2005
di Marina Verna

BERLINO. «Avrete visto anche voi che la presunta aria di cambiamento non c'è più. Non nego che l'altro schieramento sia in testa nei sondaggi, però le cose stanno cambiando. Se si chiede: chi volete come cancelliere? c'è una maggioranza netta per me. Anche la Spd sta recuperando. C'è molto movimento e tutto è possibile. Questi ultimi nove giorni devono bastare, e basteranno, per convincere la gente». Il cancelliere Schroeder è euforizzato dai sondaggi che dopo il duello tv di domenica scorsa continuano a darlo in risalita: ancora ieri il barometro politico di «Zdf», seconda rete tv pubblica, confermava la rimonta al 34 per cento. Così, parlando con la «Sueddetusche Zeitung», ribadisce che il suo obiettivo è «fare della Spd il partito più forte». Per quale coalizione di governo? Per quella con i Verdi, ovviamente («intendo continuare il mio lavoro con gli attuali alleati»), anche se «discutere sulla coalizione in questa situazione sarebbe completamente sbagliato». Quello che conta, è che «il timone continui a essere nelle mie mani».
Non c'è dubbio, Schroeder ha azzeccato la campagna elettorale. Ha personalizzato lo scontro, scegliendo la strategia del duello - lui capace, lei incapace - dove era sicuro di eccellere. Poi ha mirabilmente utilizzato quel «fattore K» - Kirchhof, il profeta dell'imposta unica al 25 per cento - che doveva essere l'arma vincente della Merkel e che invece le si sta ritorcendo contro. Un grande borghese cattolico, esperto di finanze, era proprio il nemico che serviva alla Spd. Kirchhof è diventato un punching ball in ogni comizio del cancelliere. Sulla competenza fiscale la Cdu ha perso sette punti e la Spd ne ha acquisiti 12. Ora sono pari, nei sondaggi, al 35 per cento. E i sindacati, che finora si erano mantenuti equidistanti, «hanno capito chi sta dalla loro parte, quando il confronto si fa duro», come ha detto Schroeder ancora alla «Sz».
Otto giorni al voto, e le parti si sono rovesciate. Gli insoddisfatti del governo sono scesi dal 60 per cento di agosto al 54 per cento. Metà dei tedeschi pensa che un governo Merkel non potrebbe comunque fare meglio di quanto ha fatto il governo Schroeder. Per il 53 per cento cancelliere deve restare lui, contro il 40 che vorrebbe lei. Ieri mattina, parlando ad Heidelberg, il ministro degli Esteri Fischer ha detto esultante: «Questa è più di una rimonta, adesso inizia il sorpasso». E Schroeder, in una intervista alla rete Ndr: «L'umore è cambiato, e anche la disponibilità a lottare nel mio partito. E io scommetto su questo». Adesso è il segretario della Cdu, Volker Kauder, che ridimensiona il valore dei sondaggi dicendo: «Grazie a Dio esistono ancora le elezioni».
Per Angela Merkel ogni sondaggio, in questa settimana, è stata una cattiva notizia. Quelli di ieri hanno certificato la perdita di un punto anche per i liberali: Cdu e Fdp non hanno più la maggioranza, sono al 48 per cento, per governare occorre il 48,5. Spd e Verdi insieme hanno 41 punti, aggiungendo i voti della Nuova Sinistra arrivano al 49 per cento. Nessuno, dunque, in questo momento ha i voti per governare. La lotta si è fatta spietata, le facce cattive, gli insulti pesanti: «Tutte menzogne!», «Tutte truffe!». Negli ultimi metri della corsa, anche le future alleanze servono per disarcionare gli avversari.
Il grande fantasma, naturalmente, è la «Grande Coalizione» nero-rossa tra cristianodemocratici e socialdemocratici, l'unica che avrebbe i voti per governare, la preferita da un tedesco su tre. Guido Westerwelle, leader Fdp, insinua velenoso: «Credo che la Spd preferisca fare un'alleanza con l'estrema sinistra piuttosto che essere junior partner con la Cdu». Merkel tace, ma torna a circolare il suo lapsus del primo luglio, giorno della sfiducia al governo Schroeder, quando disse: «Noi vogliamo governare con la Spd» anziché «con la Fdp». Per lei parla Kauder: «Quando sono fidanzato con una donna e la voglio sposare, non mi metto certo a discutere se è il caso di prenderne un'altra».
La fidanzata, ovviamente, è la Fdp, che adesso teme per il suo matrimonio. E spera che abbia ragione il sindaco Cdu di Amburgo, Ole von Beust, che descrive così la situazione: «Nel desiderio degli elettori di una Grosse Koalition parla la voglia di armonia. In questo caso, però, l'alleanza sarebbe l'espressione non di un progetto comune, ma della necessità di fare comunque un governo. E non funzionerebbe».
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