Il discorso di Gandhi

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Vraja
00sabato 23 agosto 2008 20:00
"FATE BATTERE I VOSTRI CUORI ALL'UNISONO CON LE MIE PAROLE"

Discorso tenuto da Gandhi alla Conferenza delle relazioni interasiatiche, New Delhi, 2 Aprile 1947.

In questo discorso Gandhi parla delle differenze tra i popoli.
E di come superarle. Un tema di stringente attualità.
È l'occasione per leggerlo e per conoscerlo.
E per prepararsi a parlarne.


www.avoicomunicare.it/index.htm
Akyaky
00domenica 24 agosto 2008 16:49
"Voglio catturare i vostri cuori, e non voglio ricevere i vostri applausi. Fate battere i vostri cuori all’unisono con le mie parole, e io credo che il mio lavoro sarà compiuto."

Hai fatto bene a citare questa frase nel titolo, è bellissima.
Bellissimo il discorso... se avessimo ascoltato quest'uomo...se ci decidessimo ad ascoltarlo...

Sono rimasta molto colpita. Ho letto ovviamente altre cose scritte da Gandhi ma questo discorso (forse perchè a quanto ho capito era costretto a parlare una lingua che non conosceva bene) ne esalta l'incredibile semplicità... pur nella sua saggezza.

Un mondo unico. Beato lui che ci credeva...
violante999
00venerdì 29 agosto 2008 15:21
Questo è un video che mi hanno inviato pochi giorni fa

ciuteina
00lunedì 8 settembre 2008 23:08
Magnfiica figura quel grande rivoluzionario-pacifista-mistico-utopista che fu Gandhi.
In un suo scritto che ho avuto sott'occhio si dichiarava "ottimista". In India la sua rivoluzione pacifica contribuì in maniera determinante a scrollarsi di dosso il pesante gioco britannico ed egli rimane tuttora il caposcuola indiscusso di una corrente di pensiero dal messaggio etico altissimo, che unisce tutto il mondo, al di là di ogni barriera religiosa e ideologica.
Peccato che la successiva storia dell'India prese un corso ben diverso da ciò che lui auspicava...E non solo in India, purtroppo. La panoramica generale è tutt'altro che incoraggiante.
Ma la sua lezione resta, nonostante tutto, e questo è significativo...forse lui vedeva molto, molto più in là. Se solo riuscissimo a crederci di più...ce ne sentiremmo almeno consolati.
Certo che bisogna davvero essere un "grande" come fu il Mahatma per sentirsi "ottimisti" un questo mondo...a tutt'oggi come alla sua epoca.

ciuteina
00mercoledì 10 settembre 2008 09:02
(...ehm..."giogo britannico", non "gioco"...svista.)
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