da repubblica.it
Ascoltano assorti il dialogo tra cattivi, sorridono alle scene di sesso anche se è cupo e rabbioso, incoraggiano con qualche applauso l'esile presenza dei buoni e alla fine condividono la denuncia, la condanna del marcio. E, dall'alto dei loro serissimi 12 o 14 anni spesi a scuola o fuori dai banchi nell'impegno anticamorra, i ragazzini della scuola media Luigi Caterino promuovono "Gomorra". Perché anche essere adolescenti, di questi tempi a Casale, vuol dire scegliere presto.
Visto dal cinema Faro di Casal di Principe (confine con San Cipriano d'Aversa) sala accogliente dove il venerdì c'è sempre il pienone perché costa solo 3 euro, la pellicola di Garrone regala un film nel film. Un pomeriggio che fatica a sembrare uguale agli altri. Nel paese che diventa emblema (non luogo unico) degli intrecci criminali, del "Sistema" che contamina il vivere civile e inquina terreni, esistenze, economie. Se ne parla tra i ragazzi, poco dopo siede in sala anche il sindaco Cipriano Cristiano con altri 200 spettatori tra giovani, professionisti e qualche famiglia, compresa una con il passeggino con bimbo. Ma fuori le luci sono basse, non sfugge un dettaglio di quello che accade. Mentre i casalesi buoni sono stufi di esser etichettati come camorristi.
Gli spettatori più piccoli entrano alle 18, sono una cinquantina, intorno appena qualche adulto impegnato, ma prevenuto. Che infatti sbatterà la porta ("Ma è troppo violento, troppo crudo questo film. Siamo sicuri che facciano bene tante parolacce, tanti insulti?"). Obiezioni più concrete muove la giovanissima platea. "Il film racconta bene i cattivi, ma forse poteva scavare più a fondo, qua succedono anche cose più brutte...", contesta Mario, 13 anni. "Hanno raccontato la verità, i modi di dire, le cose che accadono sono tutte reali", taglia corto Vincenzo, di 14. Pietro coltiva un altro cruccio: "Ma perché tutti dicono che rappresenta Casal di Principe, mentre ci sono scene di Scampia, di Mondragone? Insomma il paese quasi non c'è". E Carla: "Io dico che usano una lingua sbagliata. Questo sembra pugliese, noi mica parliamo così".
Il sindaco, Cipriano Cristiano, invece tenta un equilibrismo che salvi il film, la forza del libro e l'onorabilità di Casale. Il primo cittadino si appella allo scrittore: "Voglio dare a Saviano la cittadinanza onoraria. È un'idea bipartisan: lanciata dal mio "rivale" di schieramento Renato Natale. Qui tanti hanno voluto bene al libro. Anche se io ammiro di più il Saviano di "prima" del successo planetario, quello che stava in mezzo alla gente. Non capisco, invece, il Saviano di "dopo", un po' schiacciato dal personaggio. Ma lo invito a tornare tra noi. È Casale, l'altro volto di Gomorra, ad attenderlo".