EURO, Prodi attacca Berlusconi : "Non vigilò nel changeover".

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Socialdemoc®atico
00mercoledì 7 maggio 2008 18:17
Il premier uscente dà la colpa dei disagi alla gestione del governo Berlusconi : "Errori nel changeover dopo di me"
Prodi rivendica successo dell'euro : "Senza moneta unica saremmo un paese dall'inflazione galoppante e alla deriva"
Il Professore poi ammette: "Ma ora il cambio è troppo alto, spero non salga ancora"





ROMA - "Senza euro saremmo un paese dall'inflazione galoppante, fuori dalla linea guida degli altri paesi, isolato e veramente alla deriva. L'euro per noi è stato il riaggancio a un'economia sana. Non dimentichiamo cos'erano i tassi d'interesse: del 15 per cento prima e del 5 per cento dopo. Quando promisi che i mutui delle case si sarebbero abbassati del 5 per cento ridevano tutti ma era la conseguenza naturale dell'euro". A dieci anni dall'avvento della moneta unica, Romano Prodi traccia questo bilancio e, in diretta su Skytg 24, aggiunge una decisa stoccata al governo Berlusconi che prese il suo posto a palazzo Chigi nel 2001, pur non nominando direttamente colui che anche questa volta gli succederà al timone di palazzo Chigi.

"Poi ci sono stati gli errori nel changeover, cioè nel passaggio dalla lira all'euro. Errori temporanei ma molto gravi - ha proseguito il presidente del Consiglio - perché non si è sorvegliato. Il governo successivo al mio non ha sorvegliato sul passaggio, con il doppio prezzo, con il controllo di distribuzione, negozi, ristoranti. E però l'euro resta una grande realtà".

Il rischio, semmai, ha spiegato Prodi, è quello di un eccessivo apprezzamento della valuta europea. "L'euro - ha chiarito - è troppo forte per tutta una serie di circostanze, più per la debolezza del dollaro che non per la sua forza intrinseca. Mi auguro che a questo punto non si vada più in su, perché se no le nostre esportazioni vengono messe a durissima prova".

Una difficoltà alla quale l'economia italiana al momento secondo il premier uscente "sta reagendo bene". "Nonostante questo aspetto, eccetto il mercato americano e giapponese - ha sottolineato - noi stiamo conquistando quota in tutti gli altri mercati mondiali, il che vuol dire che c'è una base sana nella nostra impresa, cioè nella nostra piccola e media impresa, che si sta specializzando soprattutto nella meccanica, negli alimentari e nel tradizionale made in Italy. Stiamo diventando i fornitori di macchine complesse a tutto il mondo, il che mi sembra abbastanza consolante".
(7 maggio 2008)
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