Democrazia e ruolo della religione in iran

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00giovedì 18 giugno 2009 22:19
Democrazia e ruolo della religione in iran
17 Luglio 2008 Mohsen Kadivar Primo piano L’hojatoleslam Mohsen Kadivar, in un discorso presso la Facoltà di Legge e Scienze Politiche dell’Università di Teheran, ha affrontato il tema della democrazia, notando che la società iraniana ha sperimentato due tipi di dittature: quella laica sotto il regime dello Shah e quella religiosa sotto il regime della Rivoluzione Islamica.1
Fonte: Middle East Media Research Insitute (MEMRI)


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Sulla dittatura laica e religiosa

“Sin dalla Rivoluzione Costituzionale in Iran, abbiamo sperimentato due forme di tirannia, laica e religiosa2. Come la Rivoluzione Costituzionale, quella Islamica ha fallito nel risolvere i problemi della dittatura in Iran. Nel secolo scorso, i dibattiti più aspri sono avvenuti tra i seguaci di due distinte scuole di pensiero e i seguaci di due differenti interpretazioni dell’Islam.
Secondo un’interpretazione, gli affari sociali di un paese sono affidati a un uomo, mentre secondo l’altra, la fiducia è riposta nel popolo e la sua libertà va rispettata (…) Le due interpretazioni hanno sostenitori sia fra gli intellettuali sia fra i religiosi.
In Iran, abbiamo sperimentato sia la dittatura laica, basata su un’interpretazione fascista della politica e della sociologia, sia la dittatura religiosa, basata su un’interpretazione fascista della fede. La dittatura religiosa è indubbiamente la più pericolosa, poiché usa la religione come strumento di pressione politica sul popolo.
Sia la tirannia religiosa sia quella laica hanno preso forma in Iran dopo la Rivoluzione Costituzionale e i sostenitori di entrambe si sono battuti per imporre la loro egemonia e il loro potere politico sulla società iraniana (…).
Negli ultimi 25 anni abbiamo sperimentato in Iran queste due interpretazioni dell’Islam. Una ha impedito alla nazione iraniana di creare una democrazia, mentre l’altra ha tentato di sostenere gli sforzi per promuovere la libertà”.

Due interpretazioni dell’Islam

Kadivar ha rilevato che le due interpretazioni dell’Islam sono sempre coesistite: “La prima è totalitaria, la seconda enfatizza la libertà e la democrazia. I sostenitori della prima sono convinti che l’unico modo per la religione di arrivare al potere è attraverso il dominio politico… Questo è l’approccio populista alla democrazia, in altre parole… la tirannia. L’autorità, secondo quest’interpretazione, non viene dal popolo, ma dal Paradiso, e appare nella sua forma più lucida nell’ideologia del governo religioso (…)”.
Kadivar ha affermato: “L’Islam politico non ha mai rappresentato un problema, perché la popolazione è religiosa. Il problema è nell’interpretazione fascista dell’Islam politico: la convinzione che un gruppo specifico di persone [i religiosi in carica] possa godere di diritti speciali e [la pretesa che l’Islam sia un sistema di] regole fisse e di regolamenti immutabili.
Esistono due gruppi che non sostengono i principi di libertà e democrazia: quelli che difendono l’interpretazione totalitaria della religione e dell’Islam, e gli iraniani e gli stranieri laici che equiparano l’Islam al totalitarismo (…) La visione secolare considera la religione come principio individuale. Quando i rappresentanti del regime sono religiosi e promuovono un governo religioso, possono proporlo [al popolo] come questione pubblica, ma anche allora [l’approvazione di questo principio dovrebbe] dipendere dalla sua convalida da parte della maggioranza (…)”.
L’Islam promuove la libertà e la democrazia

“[Gli aderenti all’] Islam democratico considerano la religione basata su principi democratici (…) L’Islam è, per la maggior parte di loro, un modo di vita legato al tempo ed al luogo (…) Secondo la prima interpretazione [quella totalitaria], l’Islam è in antagonismo con la democrazia e la contrasta. Ma per la seconda, non solo non è in contraddizione con la democrazia, ma è anche un catalizzatore per la sua [affermazione].
Nella nostra società la democrazia è una necessità, ma da sola non è sufficiente (…) [Il pubblico islamico] non ha bisogno di denunciare la democrazia solo perché proviene dall’Occidente. La democrazia è il miglior metodo di governo, perché riduce al minimo il ruolo dell’individuo e lo sostituisce con la guida della società imperniata sulla saggezza comune. L’istituzione di un ordine democratico deve basarsi su quattro principi fondamentali: elezioni libere e oneste, creazione di una società civile, rispetto dei diritti umani e trasparenza nelle azioni di governo.
Il compito dei musulmani è di riesaminare le tradizioni religiose esistenti e riformare [i valori] religiosi e democratici. Devono accettare il fatto che la democrazia è il solo modo di governare gli affari sociali e politici [della società].”
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