Corriere del Ticino del 28.12.2006.
DUE GRANDISSIMI PIÙ UN GRANDE, LA
«FORMULA MAGICA »DELL ’ NBA.
RENATO CARETTONI
Dopo gli anni del mitico Julius Erving era oramai l'uomo franchigia dei Philadelphia 76ers, quel giocatore che si identifica con la squadra, come Michael Jordan per i Chicago Bulls, Larry Bird per i Boston Celtics, Magic Johnson per i Los Angeles Lakers. Allen Iverson, con le sue stravaganze non poi così esagerate come le si vuole far sembrare, con le sue oramai famose incompatibilità con gli allenatori, rimane uno dei migliori della NBA, senza discussioni. Il solo giocatore che, con un fisico assolutamente normale (e anche meno perché si è sempre rifiutato di fare pesi), è riuscito a portare alla finale NBA una squadra di giocatori mediocri; il solo che è riuscito a sfatare l'assioma che in una squadra vincente ci vogliono almeno 2 grandissimi e almeno un grande; uno dei pochi (certamente un altro è Kobe Bryant) che spesso riesce a vincere le partite da solo. Allen Iverson ha cambiato squadra: è andato a Denver dove giocherà assieme a Carmelo Antony (dopo che quest'ultimo avrà esaurito la squalifica di 15 turni inflittagli da David Stern per aver avuto parte attiva nella mega-rissa contro i Knicks): i due grandissimi ci sono e la domanda che sorge è se i Nuggets sono da titolo. Tutto è certamente possibile, fossero a Est sarebbero certamente campioni della Conference.
A Ovest la questione è un tantino più complicata perché ci sono squadre forti, complete e pure in possesso dei necessari «2 grandissimi + almeno 1 grande» di cui parlavo sopra. Ci sono gli Spurs e i Mavs che stanno andando fortissimo: una delle due credo che sarà campione della Western e giocherà la finale. Comunque anche i Lakers e i Nuggets ci saranno e venderanno cara la pelle, assieme ai Phoenix Suns di Mike D' Antoni che stanno viaggiando alla grande e hanno il miglior record di tutta la lega (18-7) e agli Utah Jazz dell'intramontabile coach Jerry Sloan che offrono da anni il miglior basket NBA. A Ovest avremo dei playoffs da brivido, ancora una volta. Ho citato 6 squadre e sono tutte potenzialmente da titolo! Iverson ha lasciato subito il segno e nella sua seconda partita con i Nuggets ne ha messi 28 aggiungendo 13 assist nella vittoria contro i Celtics per 116-105.
Ma ora occupiamoci di Thabo Sefolosha che sta andando veramente bene. La scorsa settimana si è guadagnato il titolo di «The New Kobe Stopper » sulla stampa USA perché nella vittoria dei Bulls contro i Lakers per 95-89 ha marcato a lungo Kobe Bryant tenendolo a 18 punti (è impresa non da poco in quanto Kobe ha segnato meno di 20 punti solo due volte in 25 partite di questa stagione). Thabo produce sempre qualcosa di positivo (assist, palle recuperate, punti importanti nei momenti importanti delle partite) e si sta ritagliando uno spazio e un minutaggio di rilievo (il 23 dicembre ha giocato 25 minuti nella vittoria contro Charlotte per 115-76, mettendo 14 punti con 7 su 11 dal campo e prendendo 9 rimbalzi; nell'ultima partita del 26 dicembre, persa per 100 98 contro i Timberwolves, è rimasto in campo 28 minuti, segnando 6 punti e distribuendo 3 assist). Sono cifre da primo quintetto dei rookie e la speranza di vederlo in campo a Las Vegas in febbraio all' All Star Weekend nella partita tra Rookie (matricole) e Sophomore (secondo anno) si fa sempre più concreta.
A Est viaggiano bene i Detroit Pistons, malgrado la partenza di Ben Wallace destinazione Bulls, i Cleveland Cavaliers, gli Orlando Magic e gli stessi Chicago Bulls. C'è la curiosità di un' Atlantic Division che vede in testa i Toronto Raptors di Andrea Bargnani, pur con un record negativo (12-16), e altre nobili decadute come Knicks, Celtics e Sixers che con la partenza di Iverson sono condannati a una sicura stagione da lotteria. In difficoltà nella Southeast anche i campioni in carica Miami Heat che, pur con un grande Wade, patiscono l'assenza prolungata per infortunio di Shaq oltre che l'età avanzata di alcuni giocatori importanti. Difficile che possano ripetere l'impresa della scorsa stagione: a Est tutto è aperto e un ritorno sulle grandi vette dei Chicago Bulls, per i quali tifiamo per ovvie ragioni di stato, non è poi una cosa così irrealizzabile: diciamo che l'auspicio per il 2007 per noi svizzeri deve essere quello di vedere Thabo Sefolosha nella Finale NBA.
Ma torniamo per terra e andiamo subito sotto terra pensando alla stagione del basket svizzero che, complici i fenomeni che hanno partorito una formula dove l'ultima in classifica della regular season farà i playoffs, è di una piattezza inaudita. Una cosa della quale dovremmo vergognarci davanti al mondo (fortuna che all'estero parlano poco o niente del nostro basket) ma che è realtà. Per dimostrare l'assurdità di tutto questo, ed è il mio auspicio per il 2007 (che tristezza, però!), sarebbe bello che l'ultima della regular season prendesse qualche rinforzo estero nei ruoli chiave e vincesse il campionato, dimostrando così l'inutilità di tutte le partite giocate dal 30 settembre 2006 al 24 marzo 2007. Buon Anno a tutti!
RENATO CARETTONI
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Modificato da !maro! 29/03/2007 15.57