MANIFESTANTI BLOCCANO LE STAZIONI
ROMA - Sono diverse le proteste nelle stazioni ferroviarie italiane che vono protagonisti no global, no war e giovani manifestanti in partenza per Roma, dove hanno intenzione di partecipare al corteo contro il presidente George W. Bush . Nelle stazioni ferroviarie i giovani stanno occupando binari e mostrando striscioni. A Mestre il leader dei Disobbedienti Luca Casarini afferma che i manifestanti avevano acquistato dei biglietti chilometrici (quelli per le brevi distanze) e le Ferrovie quindi avrebbero deciso, per il momento, di non far partire il treno.
NO GLOBAL BLOCCANO LE STAZIONI DI VENEZIA E PADOVA
Manifestanti in partenza dal Veneto per raggiungere Roma in occasione della visita del presidente americano George Bush stanno bloccando le stazioni di Venezia Santa Lucia e Padova. Nella stazione patavina con bandiere con la scritta "No Dal Molin" e un lungo striscione che recita "From Rostock to Rome- Bush go home" una settantina di attivisti stanno bloccando tutti gli otto binari principali dell'impianto ferroviario provocando accese discussioni con i passeggeri.
MESTRE, 200 NO WAR CON CASARINI
Circa 200 no war del nord-est hanno occupato i binari della stazione di Mestre, dopo la decisione di Trenitalia di non far partire il treno diretto a Roma. Lo ha detto il leader dei disobbedienti, Luca Casarini, sottolineando che la situazione è la stessa in molte città italiane. La situazione al momento è tranquilla, ma c' è il rischio che degeneri. I manifestanti, ha riferito Casarini, avevano acquistato dei biglietti chilometrici (quelli per le brevi distanze) e le Ferrovie quindi avrebbero deciso, per il momento, di non far partire il treno. "Questa è una zona rossa voluta dal Governo non per limitare, ma per impedire una manifestazione di dissenso - dice Casarini - questa è la democrazia del Centrosinistra.
PARTITO DA MILANO TRENO CON 120 MANIFESTANTI
I manifestanti dei centri sociali-associazioni Cantiere, Ya-Basta e dei collettivi universitari, sono partiti da Milano dopo una lunga trattativa con le Ferrovie dello Stato. I manifestanti, che erano giunti nella Stazione Centrale verso le 6 per prendere un treno diretto a Roma intorno alle 7, sono riusciti a lasciare Milano con un convoglio intorno alle 9.55. In origine il treno su cui sono saliti i giovani doveva essere un Intercity diretto a Firenze e in partenza alle 8.10, poi declassato a Espresso bis destinato a raggiungere la capitale intorno alle 16.15. La trattativa, che ha visto fare da intermediari anche esponenti della Questura, è durata poco meno di tre ore: materia del contendere il prezzo del biglietto. All'inizio i manifestanti chiedevano di pagare un prezzo di 10 euro: alla fine, grazie al declassamento del treno, hanno pagato 20 euro a testa corrispondenti al costo del biglietto per un espresso, decurtato del 10% così come accade regolarmente per le comitive numerose. Sul treno sono saliti 120 manifestanti. Nel corso dell'estenuante trattativa c'éstato anche un risvolto divertente. Per arrivare a una conclusione, visto che mancavano un po' di soldi per arrivare alla somma complessiva,, un funzionario delle forze dell'ordine si è simpaticamente offerto di prestare un piccolo soccorso finanziario, rifiutato altrettanto simpaticamente dai manifestanti, e poi reso ininfluente da un piccolo sconto sul prezzo complessivo del viaggio da parte delle Ferrovie dello Stato.
PROTESTE IN STAZIONE AD ANCONA
Un gruppo di manifestanti (circa 300, 250 secondo fonti di polizia), in procinto di partire per Roma per partecipare al corteo contro la presenza di Bush nella capitale, ha protestato questa mattina davanti alla stazione ferroviaria di Ancona perché - ha riferito un portavoce della Rete Comunità resistenti delle Marche, Marco Bocci - veniva di fatto impedito loro l'accesso ai binari dalle forze di polizia. Secondo la Digos, il blocco è durato molto meno: un quarto d'ora, in una città che in pratica "ancora dormiva". La stazione, sempre secondo la Digos, era normalmente presidiata per evitare possibili incidenti, che non si sono verificati. I manifestanti hanno poi concordato con Trenitalia il prezzo di 15 euro per il biglietto, e sono infine saliti sul treno partito alle 8:15, con qualche minuto di ritardo, per Roma. Altri si sono aggiunti alle stazioni successive.