Medea – 1868
particolare di un dipinto di Henri Klagmann (1842-1871)
Nancy - Musée des Beaux-Arts
In greco Mëdeia, in latino Medea. Celebre maga, figlia di Eeta - re della Colchide e fratello di Circe - e di una ninfa oceanina. S’innamorò di Giasone, quando l’eroe si recò in Colchide con gli Argonauti, e lo aiutò a conquistare il vello d’oro, fuggendo poi con lui. Poiché il re Pelia, che aveva usurpato il regno di Iolco a Giasone promettendo di restituirglielo se l’eroe gli avesse portato il prezioso vello, non mantenne la promessa, Medea si vendicò sottoponendolo a una morte crudele: indusse le figlie del vecchio re a sgozzarlo e a bollirne le membra. Acasto, figlio di Pelia, succeduto al padre, costrinse alla fuga Medea e Giasone, che si rifugiarono a Corinto.
Dopo dieci anni Giasone s’innamorò di Glauce, la bella figlia del re Creonte, e per sposarla ripudiò la maga. Costei, pazza di gelosia, causò la morte della fanciulla tra atroci spasimi e trucidò i propri figlioletti, Mermero e Fere, avuti da Giasone. Per sottrarsi alla vendetta del marito, la maga fuggì ad Atene su un carro tirato da due draghi alati. Sposò il vecchio re Egeo, da cui ebbe Medo, e tentò invano di uccidere Teseo, figlio di Egeo, ma il re, compresa la sua malvagità, la cacciò dalla reggia e dal paese. Medea si recò nella Colchide e di lei non si seppe più nulla. Aveva portato con sé il figlioletto Medo, da cui discese il popolo dei Medi