60° anniversario dell'eccidio di Portella della Ginestra

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Pertinax
00lunedì 30 aprile 2007 14:11


Portella delle Ginestre
e i morti calabresi
e quelli delle Puglie,
quelli di Reggio Emilia;
e quelli morti in fabbrica
e quelli sui cantieri
e quelli avvelenati
dall'acido e il benzolo…
Non aspettar San Giorgio - che lui
ci venga a liberare;
non aspettare San Marco - che lui
ci venga a vendicare coi fanti e i cannoni…
E quelli che son crepati
di tisi e silicosi
e il cancro alla vescica per più di mille donne
e i morti giù in miniera…
ma basta con 'sto elenco:
son venticinquemila
crepati in poco tempo, in pochi anni;
nessuno paga i danni,
è roba del padron, comanda lui.
E non gridare aiuto - eh no!
chi può aiutari, oppresso,
è il tuo compagno stesso - è lui
che ti potrà salvare, soltanto lui.
Però
bisogna buttarci tutto
"O MERDA O BERRETTA ROSSA!"
o merda o berretta rossa!
Chi non vuol provar la scossa
sta dalla parte del padrone e la pagherà,
sta dalla parte del padrone e la pagherà.


Nella storia del Primo Maggio la pagina più sanguinosa venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra. Dopo anni di sottomissione a un potere feudale la Sicilia stava vivendo una fase di rapida crescita sociale e politica. Un grande movimento organizzato aveva conquistato il diritto di occupare e avere in concessione le terre incolte. L'offensiva del movimento contadino, insieme alla vittoria elettorale del Blocco del Popolo alle elezioni per l'assemblea regionale, suscitarono però l'allarme delle forze reazionarie. Intimidazioni contro sindacalisti e esponenti dei partiti della sinistra erano frequenti e affidate al banditismo separatista.


Il Primo Maggio del 1947, secondo una usanza che risaliva all'epoca dei Fasci Siciliani, circa 2000 contadini, uomini, donne, bambini e anziani, si erano dati appuntamento nella Piana di Portella della Ginestra. Appostati sulle colline vicine , c'erano ad attenderli, armati di mitragliatrici, gli uomini della banda di Salvatore Giuliano, rinfoltita con alcuni elementi prezzolati. Aveva appena iniziato a parlare il primo oratore, quando si sentirono i primi colpi. Per la folla non ci poteva essere scampo: alla fine si contarono 11 morti e più di 50 feriti. La notizia della strage si diffuse in tutta Italia e la CGIL proclamò per il 3 maggio uno sciopero generale.

Purtroppo le indagini furono compromesse dalla volontà di una parte delle forze di governo ed in particolare del ministro dell'interno dell'epoca, Mario Scelba, di escludere in partenza la pista della strage politica. Tutte le colpe furono addossate al bandito Giuliano, malgrado il rapporto dei Carabinieri indicasse come possibili mandanti, "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali".

Lo stesso Giuliano fu eliminato, 3 anni dopo, dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta che a sua volta fu avvelenato in carcere nel 1954 dopo aver preannunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella. Una strage che sembra quindi inaugurare la lunga catena di misteri e di eccidi che insanguineranno l'Italia negli anni a venire.
Lpoz
00lunedì 30 aprile 2007 14:44
si dice anche che furono gli americani, con qualla che oggi è conosciuta come CIA e che all'epoca era ancora il servizio segreto militare, ad armare e a ordinare la strage al bandito giuliano.
pare pure che quel giorno ci fossero anche non italiani sulle colline sopra la piana.
Ad avvalorare questa tesi mi sembra fu anche la dinamica.
troppo ben organizzato, ottime linee di tiro, sicuramente non tutta farina del sacco di un semplice bandito come era Giuliano.
Nato con il mercato nero, entrato nella macchia per avr ucciso un carabiniere.
Pertinax
00lunedì 30 aprile 2007 17:28
è accertato che furono i servizi americani
Lpoz
00martedì 1 maggio 2007 14:44

(ANSA)-PALERMO, 1 MAG-Oltre 2 mila persone,i sindacati ne attendono oltre 5 mila,stanno sfilando in corteo a Piana degli Albanesi. La manifestazione del primo maggio, organizzata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, celebra il sessantesimo anniversario della strage di Portella della Ginestra.Il corteo arrivera' al 'Sasso di Barbato', il cippo che ricorda la strage del primo Maggio 1947 quando 11 persone morirono sotto i proiettili sparati dalla banda di Salvatore Giuliano.



Riccardo.cuordileone
00martedì 1 maggio 2007 16:44
Effettivamente è strano che l'idea socialista non sia radicata in Sicilia alla luce della sua storia economica e sociale presente e passata.
Lux-86
00martedì 1 maggio 2007 16:47
nelle prime elezioni democratiche vinse il fronte nazionale (e quando festeggiarono la vittoria ne fecero fuori un bel po' a portella della ginestra) ma poi devi considerare che la Sicilia ha anche una forte tradizione cattolica oltre ad essere stata inquinata dalla mafia e varie società.
Riccardo.cuordileone
00martedì 1 maggio 2007 16:54
Re:

Scritto da: Lux-86 01/05/2007 16.47
nelle prime elezioni democratiche vinse il fronte nazionale (e quando festeggiarono la vittoria ne fecero fuori un bel po' a portella della ginestra) ma poi devi considerare che la Sicilia ha anche una forte tradizione cattolica oltre ad essere stata inquinata dalla mafia e varie società.


Appunto la Sicilia mi sembra molto radicata nel passato, nelle tradizioni, sembra che l'illuminismo non l'abbia sfiorata.
Non fraintendetemi, come sapete sono un tradizionalista però il passato si deve anche integrare al presente.
Fossi un sicialiano voterei per il partito che fece di più per questa regione, ossia quello fascista che ahimè non esiste più, probabilmente avrei votato l'MSI, ma di certo non AN o peggio ancora i mafiosi della DC.
Lux-86
00martedì 1 maggio 2007 23:58
considera che la popolazione del meridione era molto meno politicizzata di quella del settentrione. tanto per fare un esempio a Napoli Achille Lauro dava agli elettori una scarpa prima delle elezioni, e l'altra dopo [SM=x751545]
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