27^ di Campionato 2009/10 - DERBY : Lugano Tigerrs - SAV Vacallo B. : 83 - 64.

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!maro!
00lunedì 8 marzo 2010 14:01



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DOPOPARTITA:
Intervista a Joe Whelton e Gigi Barattolo.



Interviste in audio by RSI
(foto Tipress)




Lugano Tigers - SAV Vacallo : 83 - 64.



Riflessi Filmati by RSI
08.03.2010


!maro!
00lunedì 8 marzo 2010 14:02






Gli Ex : Mihajlovic ed Erwin.
(foto Ti-Press/Davide Agosta)



Il talento offensivo dei Tigers fa la differenza,
SAV al tappeto.





Il Lugano si conferma anche nel quarto derby
e raggiunge in classifica gli uomini di Pastore .






di Marco Galli


Anche il quarto derby stagionale (il terzo del campionato) disputato sabato all’Elvetico è andato al Lugano. Di fronte a circa 800, i Tigers hanno vinto con merito, dimostrando lungo l’arco di tutta la partita una maggior coesione difensiva e un miglior rendimento in attacco. Se proprio vogliamo andare alle… cifre, basta dire che dalla panchina i padroni di casa hanno realizzato 32 punti, 27 dei quali da parte di un Efevberha, apparso molto ispirato.

Salvo i primi due minuti, il derby ha visto i Tigers comandare le operazioni, magari un pochino favoriti da una certa fiscalità degli arbitri nei confronti degli ospiti, ma sicuramente molto più manovrieri e concreti.

Chiuso il primo quarto in avanti di 7 punti (21-14), la squadra diretta da Whelton ha allungato il passo nel secondo (+12 alla pausa principale), aumentando poi il bottino nel terzo grazie alle bordate di Mladjan (12 punti in questo frangente con un 2/2 da 2, 2/3 da 3 e 2/2 nei liberi), ottimamente spalleggiato da un Efevberha, sempre presente (anche se a volte un po’ troppo egoista) e non a caso votato migliore dei suoi.

Nell’ultimo quarto la SAV ha dato la sensazione di rientrare in partita grazie ad un break di 10-0 che l’ha portata a -9 (71-62), dopo essere andata sotto anche di 17 (67-50). Il Lugano ha però ritrovato in tempo la necessaria compattezza, spinto dalla “tripla” di Stein (non nuovo a queste prodezze nelle fasi calde del match) che ha portato i suoi a +12 (74-62), impedendo di fatto poi ai rivali di ritornare a galla.


by Ticinonline



!maro!
00lunedì 8 marzo 2010 14:03

08.03.2010.




Il grande Basket: Efevberha.
(foto Ti-Press/Davide Agosta)





Contro la SAV i Tigers calano il tris .
.



Gli uomini di Joe Whelton fanno loro il terzo derby stagionale consecutivo.

Come già accaduto nella sfida di Natale, i momò sono mancati nella finalizzazione.
I bianconeri hanno condot­to le danze dall'inizio, abbinando la velocità di gioco al talento dei singoli e imponendosi alla fine in modo netto .






di Mattia Meier .


Dopo più di due anni senza successi contro i «cugini», per la terza volta consecutiva il Lugano in questa stagione fa sua la sfida tutta ticinese contro la SAV, e per la terza volta consecutiva il diva­rio finale tra le due compagini è stato abbastanza netto. Ed ora, per rivedere le due squadre una di fronte all'altra, non resta che sperare in una ripetizione della finale dello scorso anno.
Una partita che ha visto i bianco­neri condurre dall'inizio alla fi­ne, quella dell'Elvetico, con i pa­droni di casa capaci di imporre il proprio gioco (velocità abbinata al talento dei singoli in sostanza) contro il quale un Vacallo appar­so un po' sulle gambe e poco lu­cido non ha saputo trovare con­tromisure adeguate. Talento dei singoli dicevamo; nella fattispe­cie quello di Abukar, Mladjan e Efevberha capaci, a turno, di as­sumersi tutte le responsabilità del caso e trascinare la squadra. Lo ha fatto Abukar ad inizio partita (10 punti nei primi 10') prenden­dosi e realizzando da subito ca­nestri importanti che hanno da­to fiducia ai compagni, imitato da Mladjan nel terzo periodo con 12 punti - tutti utili a tenere a debi­ta distanza gli avversari, mentre il nigeriano è salito in cattedra nel secondo e nel quarto quarto fir­mando 10 punti in entrambi. In­torno a loro, i soliti Stockalper, Stein, Sanders e Mihajlovic (il quale sta piano piano aumentan­do il suo minutaggio a discapito di Vandermeer), sempre pronti a piazzare qualche giocata estem­poranea ma spesso decisiva (co­me la tripla di Stein a 4' dal ter­mine con la SAV rientrata a -9), in attesa di capire che tipo di im­patto possa avere Brown, altale­nante nel rendimento finora, che ogni tanto sembra un pesce fuor d'acqua. Rimangono comunque i soliti problemi a difendere sul centro avversario in situazioni di pickandroll. Domenica scorsa Vogt approfittò abbondantemen­te di questa lacuna bianconera, e se Erwin sabato fosse riuscito a monetizzare qualche pallone in più forse staremmo parlando di un derby diverso. Ma la partita di Erwin, in fondo, è l'immagine di quella della sua squadra. Il rien­tro di Dacevic ha sicuramente aiutato la SAV, ma è anche vero che allo «zar» bisogna dare un po' di tempo prima che ritrovi il giu­sto feeling con il gioco e con i compagni. Ne è l'esempio la pre­stazione di Schneidermann, con l'americano che ha toccato ben pochi palloni rispetto a quanto era abituato (un solo tiro nel pri­mo tempo), palloni che sono transitati spesso per l'appunto dalle mani di Dacevic. Ma come già successo nella sfida di Nata­le, i gialloverdi sono mancati nel­la finalizzazione. Bravi nel co­struirsi diversi buoni tiri, soprat­tutto con Smiljanic, Erwin e Da­cevic, i momò hanno spesso mancato il bersaglio, lasciando così spazio al contropiede avver­sario, per contenere il quale Va­callo avrebbe dovuto prendere qualche rimbalzo in più. Difen­sivamente invece i ragazzi di Pa­store hanno faticato a contenere la velocità del gioco bianconero, pur considerando che contro cer­ti uno contro uno di alcuni avver­sari c'era ben poco da fare. Ma quello che più importava al co­ach argentino era di ritrovare il suo numero 10, vera anima del­la squadra.
Per la cronaca, i Tigers sono stati avanti fin dalle prime battute lan­ciati come scritto da Abukar (21-14 dopo 10'). Nel secondo quar­to il vantaggio si è poi dilatato con i bianconeri in doppia cifra di van­taggio già dopo 2' (27-14), men­tre sulla sponda vacallese il solo Gibson (11 punti nel frangente) riusciva a mettere in difficoltà il reparto difensivo dei padroni di casa. La contesa è poi sembrata chiudersi al rientro dalla pausa quando il Lugano ha toccato il +19 (51-32), ma un fallo antisportivo seguito da un tecnico entrambi contro Abukar hanno sospinto la SAV a -11 (51-40). Distacco che si è mantenuto su queste cifre fino ad un nuovo +19 bianconero (71-52 al 33'), con Vacallo ancora una volta capace di replicare e con un 10-0 di mettere paura ai Tigers (71-62), i quali però hanno reagi­to immediatamente ricacciando indietro i momò.



by Corriere del Ticino





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Dopopartita : Abukar e Pastore.
(foto Ti-Press/Davide Agosta)






Cedraschi: «Vorrei tornare a parlare solo di basket» .






di ma.me .


C'è tensione nel finale di parti­ta. Pastore e Abukar hanno qual­cosa da chiarire e non se le man­dano certo a dire.
Nella zona degli spogliatoi, voci di corridoio parlano di un'inter­vista radiofonica offensiva nei confronti dei bianconeri da par­te dell'allenatore argentino.
«Mercenari senza cuore» è la fra­se incriminata, e a quanto pare l'ala dei Tigers non ha gradito. Eppure Pastore non sembra il ti­po da dichiarazioni simili, e in­fatti il coach della SAV in confe­renza stampa mette subito in chiaro che «Non ho mai pronun­ciato una frase simile, anzi vo­glio avere la registrazione del­l'intervista. E se, come sono si­curo, risulterà che non ho mai detto mercenari senza cuore, al­lora pretenderò le scuse da par­te del Lugano».
Dal canto suo, Joe Whelton è de­cisamente sereno: «Ero un po' preoccupato dopo la sconfitta con Friburgo, perché alcuni gio­catori erano parecchio giù di morale. E infatti giovedì non ci siamo allenati bene, ma abbia­mo parlato tutti insieme e abbia­mo reagito».
Il giorno dopo, ad essere meno felice è il presidente Alessandro Cedraschi, e anche qui la colpa è di altre dichiarazioni post parti­ta: «Sento sempre parlare di bud­get, discorsi come «loro hanno i soldi e quindi è normale che vin­cano, noi non ne abbiamo meno e facciamo quindi più fatica» e così via. Mi sono un po' stufato, mi piacerebbe si tornasse a parla­re di basket». I derby, comunque vadano, qualche strascico lo la­sciano sempre.


by Corriere del Ticino





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Vandermeer contrasta Erwin.
(foto Ti-Press/Davide Agosta)




Tanto Lugano e poco Vacallo .
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I Tigers fanno loro la terza sfida con la SAV controllando con agio il match da cima a fondo.

Bene in campo, meno fuori: strascico polemico al termine della contesa sugli spalti e tra i protagonisti .






di di Dario Bernasconi .


Il terzo derby di campionato lo vince il Lugano, condito da tesissimi momenti durante la partita e sfociati in atti poco dignitosi a fine gara: gestacci, parolacce, accuse e dinieghi hanno rovinato il post gara e le polemiche non si fermeranno qui, anche se il contrario sarebbe un successo.

Il Lugano ha vinto con merito, mettendo a frutto tutto il suo potenziale tecnico, mentre la SAV ha cercato più volte di rientrare in gara, ma non è stata sostenuta né da conclusioni valide né dal contributo abituale di punti dei vari Smiljanic, Schneidermann e Lukovic. Bene invece Gibson, ondivago l’apporto di Erwin con un paio di errori da urlo, non ancora in palla i due rientranti, Dacevic e Crnogorac. Whelton ha invece avuto contributi da tutti, dalla regia di Stein e Brown, alla costanza di Stockalper e Mladjan, ai numeri di Abukar e di Efevberha, quest’ultimo un vero “one man show”, con qualche eccesso, stavolta indolore. Poco in palla Mihajlovic e in difficoltà, contro i lunghi molto mobili di Vacallo, Vandermeer, capace comunque di un paio di stopponi che hanno fatto riflettere gli avversari.

La difesa dei bianconeri è un po’ migliorata, ma deve comunque fare di più e con maggior costanza.

La partita si è subito messa bene per i bianconeri, che hanno allungato a +9 al 6’, 17 a 8, prima che Schneidermann, alla sua prima palla toccata, mettesse una tripla.

Dopo il +7 alla pausa, Efevberha ha portato i suoi sul 27 a 14, creando il primo serio allungo al 3’. Vacallo ha provato a rientrare, è tornato a -9, 36 a 27 al 7’, ma poi un’azione da Speedy Gonzales del solito Efevberha ha permesso il +12 sulla sirena, 42 a 30.

Tutto Lugano all’inizio del terzo quarto: un parziale di 9 a 2 ha costretto Pastore al time out al 4’: 51 a 32. Il Vacallo reagisce e, sui due falli di Abukar, costruisce un 8 a 0 che li riporta a 11 punti, 51 a 40 al 5’. Ci pensa Mladjan con una tripla, un’entrata e due liberi a riportare i suoi a +15, 59 a 44, prima di chiudere a +16 all’ultima pausa.

Anche nel quarto finale il Lugano allunga fino a +19, 71 a 52 al 3’. Vacallo non ci sta, Schneidermann firma il +10 con due triple e si è sul 71 a 62 al 5’. Whelton richiama i suoi e la reazione è devastante: 12 a 0 in 4’, Vacallo ha oramai esaurito le riserve e tutto termina sull’ultimo canestro di Dacevic.

Joe Whelton a fine gara: «Sono contento di quanto visto. In settimana non ci siamo allenati bene, perché la sconfitta di domenica è pesata molto nelle teste dei giocatori. La prova con Vacallo era molto difficile, ma sono contento di tutti».

Rodrigo Pastore ci tiene soprattutto a negare di aver mai dato dei «mercenari senza cuore» ai bianconeri (ecco perché Abukar ha reagito a fine gara in maniera esagerata con tifosi e coach gialloverde): «Non mi sono mai permesso di denigrare dei giocatori e voglio che questo sia verificato da tutti. E poi voglio le scuse da chi mi ha accusato di queste brutte parole».

E sulla prova dei tuoi? «Il ritorno di Dacevic e Crnogorac, ma soprattutto di Dacevic, ha creato un po’ di scompiglio. In questo ultimo mese senza di lui, avevamo trovato nuovi movimenti e giochi: ora dobbiamo recuperare il nostro gioco più efficace. La squadra ha lottato, ma abbiamo sprecato troppo e contro questo Lugano è un lusso che non ti puoi permettere». Ne ha patito molto Schneidermann? «Sì, certamente lui è stato il più penalizzato. Ma abbiamo il tempo per ritrovarci per gli impegni che contano».



by La RegioneTicino





!maro!
00lunedì 8 marzo 2010 14:04

08.03.2010.




Magnani in lotta con Holland
KEYSTONE



Partita completamente mancata dalla SAM a Nyon.




Troppi errori da parte della squadra di Aiolfi, piuttosto arrabbiato alla fine dell’incontro.



di J.J.



Spesso in questa stagione la SAM Massagno ci ha abituati a prestazioni eccezionali e altre meno convincenti o addirittura disastrose. Ebbene, sabato a Nyon, i ticinesi hanno “ciccato” completamente una di queste serate. Una brutta, bruttissima prestazione, corredata da tutta una serie di errori che, alla distanza, hanno favorito un Nyon non trascendentale ma sicuramente più concreto e preciso in attacco.

L’equilibrio è durato soltanto un quarto, poi a partire dal secondo, la compagine romanda ha iniziato a carburare e quindi a colpire con una certa efficacia. Il vantaggio è sensibilmente lievitato, toccando +9 alla pausa principale e +17 nel terzo quarto, periodo durante il quale gli ospiti hanno completamente dimenticato cosa sia la determinazione difensiva. Altri problemi sono emersi anche in cabina di regia, nessuno infatti è stato in grado di dettare i tempi e creare i giusti equilibri tattici. La SAM si è così persa nel… deserto ed il Nyon ha… ringraziato, chiudendo la partita con 22 punti di margine.

Una sconfitta pesante, che ha ovviamente fatto incavolare coach Aiolfi: «Dopo il k.o. rimediato con il Ginevra, da tutti mi aspettavo una prova di carattere. Questa non c’è stata, anzi qualcuno ha forse pensato che poteva risolvere la faccenda facendo il suo… compitino. Alcuni giocatori si sono dimenticati cosa significhi intensità, determinazione. Per non parlare poi del fatto che pochi giocatori hanno dato l’anima, uno di questi è stato Murati, che si è gettato su ogni pallone. Altri non l’hanno fatto e questo io non lo accetto. Mercoledì riposiamo un turno, poi abbiamo due impegni casalinghi contro Losanna e Boncourt. Due autentiche finali che dobbiamo vincere per staccare matematicamente i playoff. Sono convinto che i ragazzi abbiano recepito il mio messaggio e che quindi siano pronti ad un immediato riscatto».


by La Regione Ticino






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Una SAM brutta e senza carattere.




Massimo Aiolfi arrabbiato: «Abbiamo spianato la strada agli avversari»

Una sconfitta da dimenticare a Nyon. Adesso i massa­gnesi devono rimboccarsi le maniche per preparare gli impegni con il Boncourt e il Losanna. Il tecnico: «La rin­corsa ai playoff passerà attraverso questi incontri»





di Walo


Brutta, bruttissima pro­va della SAM, sabato sul campo del Nyon. Una controprestazione massagnese che ha mandato su tutte le furie coach Aiolfi. Dopo il k.o. subito contro i Ginevra De­vils, dirigenti e tifosi s'attendeva­no una prova di carattere da par­te della compagine ticinese, ed invece ecco arrivare un altro brut­to passo falso, una sconfitta che preoccupa un poco in vista dei prossimi due impegni casalinghi contro Boncourt e Losanna, due partite di fondamentale impor­tanza per la rincorsa ai playoff.
Sul match di sabato, poco da di­re, c'è stato equilibrio soltanto nel primo quarto, quando gli ospiti sono riusciti perlomeno a reggere il passo lottando con una certa determinazione. Il… fuoco sacro si è purtroppo visto soltan­to nei primi dieci minuti, a parti­re dal secondo quarto, infatti, la SAM ha cominciato a scricchio­lare in ogni settore del campo. Molti (troppi) gli errori sia al ti­ro che in attacco, ma dove ha sof­ferto maggiormente la formazio­ne ospite è stato in cabina di re­gia. Nessuno in grado di dettare i ritmi, di assicurare palloni utili in avanti, di fare da filtro per argi­nare le manovre dei padroni di casa. Il Nyon, tutt'altro che tra­scendentale (ha cambiato l'alle­natore ma di progressi veri e pro­pri non se ne vedono ancora francamente), ha semplicemen­te sfruttato tutte le distrazioni de­gli ospiti e le ha tramutate pun­tualmente a canestro. Così il di­vario è considerevolmente au­mentato. Niente da fare, una se­rata storta, da dimenticare. Pa­role dure da parte dell'allenatore Massimo Aiolfi: «Qui qualcuno si è dimenticato come si gioca a basket e che per fare la differen­za sarebbe stato sufficiente fare il proprio… compitino. Eh no si­gnori, per vincere occorre deter­minazione, intensità e, soprat­tutto, assumere le proprie re­sponsabilità. La SAM non lo ha fatto e così ha spianato la strada al suo avversario. Ora dobbiamo battere assolutamente il Losanna ed il Boncourt in casa. Davanti al nostro pubblico non possiamo fallire se vogliamo qualificarci per questi benedetti playoff». Mercoledì ennesimo turno infra­settimanale. La SAM osserverà un turno di riposo. È l'occasione quindi per preparare bene in set­timana gli impegni decisivi. Es­senziale è che il collettivo sappia ritrovare i giusti equilibri, altri­menti sarà davvero difficile con­quistare il successo. La squadra ha talento e lo ha più volte con­fermato negli ultimi due mesi, specialmente dopo l'arrivo di Hi­nes. Alla squadra, quindi, il com­pito di ritrovare subito il… filo conduttore di una stagione sin qui comunque generosa di buo­ni risultati.


by Corriere del Ticino



!maro!
00lunedì 8 marzo 2010 14:05

07/03/2010. 9.31






E' arrivata un'ulteriore sconfitta.

Non vogliamo solo parlare degli arbitri che malauguratamente
nei primi due tempi, come un fiume in piena portano distruzione
a valle cioé in una sola direzione .
Poi per colpa del "riflusso" , negli altri due, rivolgono il loro
programma di distruzione nella parte opposta.
Purtroppo Carlini, che dal ns. punto di vista é uno dei migliori
arbitri del campionato, si é fatto inabissare con attaccato due
pesi dal nome Sala e Markesch.
La sua colpa non é diretta, ma in certi frangenti doveva prendere
l'iniziativa di cambiare il giudizio decisamente errato dei suoi
collaboratori.

Non vogliamo parlare del nostro coach che ha sbagliato la scelta
di mettere in campo quel tipo di quintetto.
Dacevic non era nella condizione di entrare subito sul parquet
dopo tanto tempo di inattività.
Non si doveva lasciarlo poi cosi' a lungo in campo, facendo
perdere al complesso quella fluidità che si é vista, almeno
nelle partite al Palapenz, quando era in panchina.
Le riprese devono essere graduali e non traumatiche.
Questo si deve capirlo immediatamente e cambiare subito la
strategia in corso partita, quando é lampante che non é stata
azzeccata.

Non vogliamo parlare dei lunghi colloqui, non del tutto "amorosi",
del nostro coach cogli arbitri e nemmeno delle brutte ed
inopinabili schermaglie a fine gara.

Nemmeno vogliamo ribadire che i Lugano Tigers sono una squadra
di eccellenza e sino ad ora non hanno guadagnato ed incassato
ancora nulla, se non qua e la' delle belle prestazioni.

Vogliamo mettere l'accento sulle intemperanze decisamente
eccessive che si incominciano a manifestare sia in campo, sia
sugli spalti, sia nelle interviste ai media.

SI DIMOSTRA DI ESSERE BUONI TIFOSI PRINCIPALMENTE NELLE SCONFITTE.

Bisogna sempre incitare, farsi sentire a squarciagola, manifestare di
condividere o di negare, essere in ogni caso il sesto giocatore in
campo.
Alla fine della partita bisogna solo acclamare la propria squadra e
ringraziarla anche nella sconfitta come ci insegna il tifo
britannico.
Non serve a nulla inveire contro gli avversari, quando questi alla
fin fine hanno meritato la vittoria.
Ieri abbiamo costatato un forte degrado del tifo e che non é ancora
diventato maggiorenne, per colpa di pochi, ma non bisogna per questo
sottovalutarli.

E' inammissibile che vengano gettati sul parquet carte, cotillons e
tantomeno dei piccoli megafoni che possono arrecare agli attori in
campo danni gravi alla persona.

QUESTO NON E' PIU TIFO, QUESTO NON E' PIU' SPETTACOLO
QUESTO NON E' PIU' BASKET, QUESTO NON E' PIU' SPORT.

La società deve prendere ferree disposizioni e le dovute distanze
da questi pochi facinorosi. Nel caso allontanarli e screditarli
apertamente. Non bisogna tacere su fatti molto gravi che hanno
l'unico scopo di far allontanare dalle palestre lo spettatore,
le famiglie, i giovanissimi e privarli, per colpa loro, di andare
tranquillamente a divertirsi. Perchè le partite di basket devono
rimanere principalmente un divertimento.
Purtroppo lo spettatore se ne sta già allontanando per altri motivi,
vedi i soli 40 biglietti usufruiti sui 100 richiesti e questa é una
ragione in piu' per affrontare seriamente il problema.

E' giusto delirare per le vittorie, ma quando queste non arrivano,
non si deve uscire dal seminato.

Ma chi é il seminatore ???


ciao

maro




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