-quinto capitolo 3 parte-

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n9p
00giovedì 27 novembre 2003 18:32
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Non era assolutamente facile, proprio per niente.
Non era facile essere donna e secondo genito in Giappone soprattutto in quegli anni, il fratello amato era partito per una guerra inutile e il padre non l’aveva mai visto, la madre stava attraversando una forte crisi depressiva e costringeva la figlia a pregare continuamente, come se fosse servito a qualcosa, non avrebbe riportato suo padre e suo fratello, dovunque essi siano.
Sakura non pregava con convinzione, anzi pensava ai fatti suoi , non gli interessava e poi tutto ad un tratto la loro casa si era trasformata in un cumulo di macerie fumanti, era stata della madre l’idea della tavoletta sulle macerie e fu anche sua l’idea di tornare nella sua vecchia casa e per tutte e due Sakura silenziosamente non le condivideva era come legarsi irrimediabilmente ad un passato che non esisteva più!
I giorni nella vecchia tenuta dei genitori di Kioko passavano noiosamente lenti fino all’arrivo d’Akira, era un bel giorno di sole quando Kioko andò ad aprire il portone della vecchia casa, la seconda guerra mondiale era finita anche in Giappone con la resa incondizionata del paese del sol levante e la dichiarazione d’umanità dell’imperatore con relativi suicidi di massa, la lettera della morte d’Akira arrivò a Kioko un mese prima di quel fatidico giorno.
Akira aveva ancora la divisa d’ordinananza addosso quando Sakura gli saltò al collo per riabbracciarlo, dopo troppo tempo erano nuovamente una famiglia, parlarono per ore e ore del tempo passato e della miracolosa salvezza d’Akira…
Dopo il quinto giorno di parole e ricordi si ritrovarono come era consuetudine nella grande sala del thè e fu qui che successe, il cielo s’oscurò e un’immagine alle spalle della famiglia apparve… la cosa li prese all’improvviso e tutti e tre si voltarono stupiti a vedere l’immagine.

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“Ero sul mio aereo diretto verso una portaerei americana, stavo osservando distrattamente la costa da dove ero partito e mi sembrava più bella di quello che è realmente, l’aereo stava procedendo veloce quando ad un tratto vedo un’immagine davanti agli occhi… mi sembrava un uomo ma era completamente composto d’api, questo corpo indica qualcosa sotto di me, guardo e vedo la fusoliera che perdeva carburante, non potuto far niente, l’aereo esplose.
Mi risvegliai due giorni dopo su un’isola deserta, ero solo e avevo con me solamente le razioni di sopravivenza fornite dall’esercito, non potevo fare altro che costruirmi una zattera e dirigermi verso est, verso casa… sono riuscito a costruirla, dopo una quindicina di giorni arrivai sulle coste giapponesi e mi sono subito diretto verso casa e ho visto le macerie e la vostra tavoletta ed eccomi qua!”

Akira era davanti a sua madre e sua sorella, aveva appena raccontando per l’ennesima volta di come era riuscito a salvarsi dal suicidio forzato voluto dai suoi superiori, la madre ristava piangendo per la felicità come sua sorella ed arrivò il buio e l’immagine…
“E’ lui!”
Akira urlò alla madre e alla sorella l’immagine era quella che aveva visto, poco prima dell’esplosione del suo aereo… l’immagine come era apparsa sparì nel nulla lasciando alla famiglia un pesante senso di deja-vù.


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