la Pinacoteca del Morpheus

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imperatoreluca
00lunedì 11 settembre 2006 17:09
classica o all'avanguardia, l'importante è mostrare la bellezza della nostra arte...

[Modificato da imperatoreluca 11/09/2006 17.10]

wild§live®
00lunedì 11 settembre 2006 17:21

Ia orana Maria (Ave Maria) - Paul Gaguin





Il quadro è stato realizzato durante il primo soggiorno di Gauguin a Tahiti. È anch’esso un quadro di soggetto religioso, che riprende il tema dell'Annunciazione ma lo ambienta nel contesto tahitiano. Sulla sinistra, tra i rami di un arbusto, appare un angelo dalle ali bianche che indica a due donne tahitiane la Madonna con il Bambino posti a destra in primo piano. Sulla sinistra, sempre in primo piano, Gauguin pone una natura morta di frutta esotica e la scritta «Ia orana Maria» che in tahitiano significa «Ti saluto, Maria». Il quadro testimonia, come le analoghe tele di soggetto religioso realizzate nel periodo bretone, l'interesse suscitato in Gauguin dalle visioni mistiche. È il suo modo per andare oltre le apparenze del reale e ritrovare una dimensione spirituale nella vita di tutti i giorni.

imperatoreluca
00lunedì 11 settembre 2006 18:12



Leonardo da Vinci - La Vergine delle Rocce


Nel 1483 Leonardo, che ormai vive a Milano, si impegna a dipingere la parte centrale di un trittico destinato ad una pala d'altare per la confraternita della Concezione. L'opera deve essere consegnata l'8 dicembre 1483 per la festa dell'Immacolata Concezione. Un minuzioso documento indica quali sono i personaggi e quale la cornice da dipingere: Dio nella parte superiore, la Vergine e il Bambin Gesù al centro, montagne e rocce in basso. Ma nessuna clausola del contratto viene rispettata da Leonardo: né la scadenza, né il soggetto. Il quadro suscita grande impressione, ma i monaci, considerandolo incompiuto e non rispondente ai requisiti richiesti, si rifiutano di pagare l'artista. La questione sfocia in un processo che dura un quarto di secolo prima di chiudersi con la vittoria del pittore.
I quattro personaggi del dipinto, la cui presenza sembra allontanare l'oscurità, restano tuttavia ambigui nei loro gesti. Sono rappresentate tre mani unite sopra la testa di Cristo, mentre le due dita di Gesù benedicono il piccolo San Giovanni, e il dito teso dell'angelo lo indica. La mano sinistra della Vergine sembra proteggere e allo stesso tempo minacciare il Bambin Gesù; la mano destra della Vergine intorno a San Giovanni, inoltre, appare contratta. Secondo la Bibbia, Gesù e San Giovanni si incontrarono in un deserto fiorito ed è probabile che Leonardo abbia tratto spunto da questo particolare per il dipinto. Si noti ancora la simbologia legata a fiori e piante: l'iris allude alla pace, l'edera alla fedeltà, l'anemone rosso invece alla tristezza e alla morte.

P.S. di questo dipinto ci sono tre versioni che si trovano rispettivamente al Louvre a Parigi, alla National Gallery di Londra e nella collezione Cheramy in Svizzera

imperatoreluca
00mercoledì 13 settembre 2006 13:12



Jacques-Louis David - Il giuramento degli Orazi


Il giuramento degli Orazi(1784) è di certo il quadro neoclassico più famoso e quello che meglio sintetizza le nuove concezioni artistiche di David. L’immagine è costruita con perfetto equilibrio, con linee nette e colori freddi. La scena è collocata in un ambiente di severa e spartana solidità. L’ambiente è raffigurato secondo i principi della prospettiva centrale. Ciò dà un senso di equilibrio orizzontale che accentua la solennità del momento rappresentato. Il quadro si divide idealmente in tre riquadri distinti, segnati dai tre archi a tutto sesto dello sfondo. Nel primo riquadro ci sono i tre fratelli Orazi. Sono visti di scorcio così che sembrano quasi formare un corpo solo. Hanno le gambe leggermente divaricate in avanti, il braccio proteso. I loro lineamenti sono tesi, le espressioni sono concentrate: esprimono tutta la determinazione che li porta a sacrificare la loro vita per la patria. Al centro, nel secondo riquadro, c’è il padre. Ha un aspetto solenne. Ha in mano le tre spade che sta per consegnare ai figli dopo aver raccolto il loro giuramento. L’altra mano è sollevata in alto, a simboleggiare la superiorità del principio per il quale vanno a combattere: la difesa della patria e delle loro famiglie. Nel terzo riquadro ci sono le moglie degli Orazi con due figli. Sono accasciate ed addolorate anche se non compiono gesti di teatrale disperazione. Non piangono neppure. La loro sofferenza è intensa ma composta. Sopportata con grande dignità, perché comprendono la necessità del sacrificio dei loro uomini.

Il soggetto storico è qui utilizzato con un unico contenuto: l’esaltazione dell’eroismo. Eroi sono coloro che volontariamente scelgono di mettere a rischio la propria vita per il bene comune dei propri familiari e della propria terra. L’eroe, in questo quadro, ha caratteri di intensa virilità che contrastano con i molli caratteri dei tanti damerini che affollavano la società aristocratica del Settecento. Ma non è un attributo solo degli uomini. Eroiche sono anche le donne che devono pagare il prezzo del dolore. La differenza psicologica dei personaggi viene resa in forme visibile dalle loro pose: diritte e tese le linee che formano gli uomini, curve e sinuose le linee che disegnano le donne.

Rispetto alla pittura rococò, che cercava la sensualità della visione con colori tonali, luci calde e ombre accoglienti, la pittura di David si mostra al contrario fortemente idealizzata. La luce che illumina la scena è netta e tagliente, le forme sono disegnate con grossa precisione, il rilievo dei corpi è affidato al più classico del trattamento chiaroscurale. Nulla deve essere seducente per l’occhio o i sensi. L’immagine deve invece colpire la coscienza dell’osservatore. Non deve offrirgli consolanti sensazioni estetiche ma deve smuovergli il cuore. Deve richiamarlo a valori forti. Valori come l’eroismo. Valori tanto necessari in una fase storica come questa in cui la società francese si prepara a quella rivoluzione destinata a cambiare il corso della storia europea.

Il richiamo all’eroismo è il grande contenuto di questo quadro. Un contenuto etico. Un contenuto forte. E, per far ciò, il David abbandona del tutto quella sensazione di attimo fuggente che caratterizza tutta la pittura del Settecento rococò. Egli sceglie di rappresentare la vicenda secondo la tecnica del momento pregnante. Il momento eterno. Quel momento in cui la coscienza cambia per sempre per una scelta che non può più farci tornare indietro. Quel momento da consegnare per sempre alla storia.

Il quadro di David fu realizzato a Roma e poi trasportato a Parigi. Il successo che ebbe fu immenso e decretò la fama di David. La data della sua esecuzione, a soli quattro anni dallo scoppio della Rivoluzione Francese, fanno sì che questo quadro ben rappresenti il clima prerivoluzionario della Francia. Un clima in cui, anche grazie ai quadri di David, si avvertiva la necessità di un ritorno ai valori etici forti che avrebbero consentito ai francesi il sacrificio di tante vite umane pur di affermare i nuovi valori di libertà, uguaglianza e fraternità.



Pretoriano-
00mercoledì 13 settembre 2006 13:36




Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia.

In questo quadro di Friedrich, forse il più famoso tra i suoi, si avverte immediatamente la poetica del pittore. Il sublime, ossia il senso della natura possente e smisurata, l'emblema del sentire romantico. Un uomo, un viandante solitario, è ritratto di spalle (questo rappresenta la parte inconscia e nascosta del suo animo) in una posa plastica ed è affacciato su di un mare di nebbia che invade un paesaggio montagnoso. Non vi è vegetazione che crea angoli accoglienti. Le rocce sono nere e inospitali. Emergono dai fumi di una nebbia che sembra quasi il vapore che sprigiona la terra dal suo interno. Il paesaggio ha qualcosa di così arcaico che sembra di ammirare la Terra subito dopo la Creazione. L’uomo che ammira questo spettacolo ci dà il confronto tra la piccolezza della dimensione umana e la vastità dell’opera della natura. Il ricorso al punto di vista rialzato, all’altezza della testa del personaggio, favorisce l’identificazione dello spettatore, che è come guardasse dall’alto, a mezz’aria, lo spettacolo della natura così che lo spettatore del quadro deve condividere il suo punto di vista e lo stato d'animo dell' uomo. Che avverte dentro di sé il sentimento del sublime: meraviglia e quasi sgomento di fronte all’immensità dell’universo. Tale incommensurabilità è affermata anche a livello cromatico dallo stacco tonale tra il primo piano e lo sfondo. Il moto di slancio del protagonista verso l'orizzonte è espresso attraverso la configurazione piramidale degli elementi del primo piano, ripresa sullo sfondo dalla sagoma della montagna, il Rosenberg della Svizzera sassone.

La posizione di spalle del protagonista coinvolge immediatamente lo spettatore, proiettandolo nella sua stessa meditazione: l'uomo sta di fronte all'infinito come innanzi a qualcosa di assolutamente inaccessibile, ma ad un tempo ne è affascinato. L’eroica solitudine dell’uomo davanti l’abisso nevoso fa di questo dipinto il manifesto dell’intero romanticismo tedesco: assorto nella contemplazione dell’infinito, di qualcosa che sta al di sopra della comprensione umana, egli acquista una grandezza tragica. Friedrich si fa nell’occasione interprete del pensiero di Schelling, di Herder e Kosegarten, per il quale l’esperienza della natura è la sola via per raggiungere Dio. Il vero filosofo, viaggiatore solitario, separato dal mondo e allo stesso tempo separato dalla natura, resta dunque estraneo a ogni comunità e, dall’ultimo avamposto del mondo, si confronta con l’indescrivibile visione dell’esperienza estrema. È importante il fatto che l'uomo viene identificato come viandante, che lo riocollega al tema romantico dell'esule.



Uno dei miei quadri preferiti [SM=x967708]
imperatoreluca
00giovedì 14 settembre 2006 19:57



Eugene Delacroix - La Libertà che guida il popolo


1830
olio su tela ; 260 x 325
Parigi, Louvre
Per quanto riguardava la realtà francese, Delacroix non era un artista impegnato sul fronte politico, sostenendo che le personalità colte non parlavano di politica. Tuttavia gli avvenimenti del 1830 lo costrinsero ad assumere una posizione. La sospensione delle libertà costituzionali operata da Carlo X nel luglio di quell'anno determinò l'insurrezione popolare. Delacroix non imbracciò le armi come Daumier e altri artisti, ma girò per Parigi, raccogliendo appunti sulla rivolta. Giocata sui tre colori della bandiera francese, bianco, rosso e blu, la composizione fonde elementi realistici, quali i cadaveri in primo piano e i combattenti, tra cui se stesso con il cilindro, con un'immagine classica, quella allegorica della Libertà, cercando di porsi come il manifesto degli ideali di rivolta. Ancora una volta il pubblico del Salon (1831) rimase sconcertato per la violenza dei contrasti e la crudezza poco dignitosa dei morti.

imperatoreluca
00domenica 17 settembre 2006 12:48



Sandro Botticelli - La nascita di Venere


Datazione: 1485 circa
Collocazione: Uffizi, Firenze
Tecnica e dimensioni: Tempera su tela, 172,5 x 278,5

Il soggetto iconografico è l’allegoria della Nascita di Venere, abitualmente rappresentata come Dea emergente dalla spuma del mare. Nella versione proposta dall’artista rinascimentale Sandro Botticelli Venere acquista significati simbolici legati al mito classico, ma anche al culto cristiano. Qui Venere rappresenta non solo l’unione delle due nature, celeste e terrestre, della deità, ma anche l’ideale rinascita della classicità e dell’anima, purificata in seguito al battesimo. Venere nascente dalla spuma, sostenuta dalla conchiglia e sospinta dal vento fecondatore di Zefiro, divinità a cui è abbracciata la ninfa Clori, approda a riva dove l’attende la ninfa Ora, nell’atto di porgerle il mantello che la proteggerà.



imperatoreluca
00lunedì 18 settembre 2006 18:57



Jaques Louis David - Le Sabine


1799
olio su tela; 385 x 522
Parigi, Louvre
L’opera, dipinta senza una precisa committenza, fu terminata nel 1799, e fu esposta a pagamento al Louvre fino al 1805, ottenendo un grande successo. Il soggetto scelto dall’artista è piuttosto raro, e si trova, per esempio, in un’incisione di F. B. Fontana del 1573, in una tela di Guercino e nella grande tela presentata da Vincent al Salon del 1781 (oggi al Musée d’Angers). L’episodio è narrato da Tito Livio e, con maggiori dettagli, nella vita di Romolo di Plutarco. Plutarco rende Ersilia la moglie di Ostilio, ma aggiunge che secondo alcune fonti era la moglie di Romolo, versione adottata da David, che descrisse di persona il dipinto ai suoi visitatori in un libretto. Egli dice di aver scelto il momento successivo a quello rappresentato da Poussin, quando le sabine separano le armi romane da quelle dei loro uomini.

+cris+
00martedì 19 settembre 2006 13:21




I Papaveri-Claude Monet


I papaveri" è un dipinto ad olio su tela di cm 50 x 65 realizzato nel 1873 dal pittore francese Claude Monet.


È conservato al Musée d'Orsay di Parigi.


Nel 1871 Monet si trasferisce ad Argenteuil grazie all'aiuto finanziario di Edouard Manet, qui dipinge insieme agli altri impressionisti (Pierre-Auguste Renoir, Alferd Sisley, Camille Pissarro e Claude Monet).

La figura femminile in primo piano è Camille, moglie del pittore.
Il tema della passeggiata o del riposo in campagna viene affrontato molte volte da Monet in questi anni.




uno dei miei pittori preferiti [SM=x967796]
Pretoriano-
00martedì 19 settembre 2006 17:50




Vincent Van Gogh - Notte stellata

Quadro tra i più famosi di Van Gogh, «Notte stellata» è pervasa da un senso di poesia molto evidente e di immediata presa. La tela è stata realizzata durante il suo soggiorno all’ospedale Saint-Rémy. Van Gogh rimase sveglio tre notti ad osservare la campagna che vedeva dalla sua finestra, affascinato soprattutto dal pulsare di Venere, che appare, soprattutto all’alba, come una stella più grande delle altre. Il quadro che realizza non è tuttavia una fedele riproduzione del paesaggio che egli vedeva, ma una immaginaria visione in cui affiorano anche elementi, quali il quieto paesino, presi dai suoi ricordi olandesi. Dei cipressi fanno da immaginario ponte tra la terra e il cielo, diversi luoghi trattati con evidente dualismo: calma e tranquilla la terra assopita nel buio e nel sonno, pulsante di energia e di vitalità il cielo notturno solcato dalla luce vibrante delle stelle.

+cris+
00mercoledì 20 settembre 2006 14:04





Bagnante seduta-Pierre Auguste Renoir


1883-1884
olio su tela; 91 x 121
Cambridge (Massachusetts), Fogg Art Museum

La data del 1885 È stata recentemente anticipata su considerazioni stilistiche. Sarebbe quindi una delle opere realizzate durante il soggiorno nella località marina di Guernsey, nelle quali l'impressione visiva dei gruppi di bagnanti combinava lo studio dal vero del paesaggio con le memorie mitologiche evocate dai nudi femminili. Il quadro fu acquistato nel 1892 da Durand-Ruel, che lo vendette alla collezionista americana Potter Palmer.




[SM=x967796] [SM=x967796]
il rat-man
00mercoledì 20 settembre 2006 14:40
mi sembra duopo riproporre l'opera di Schifazzo






Piero Schifazzo - Arancia Meccanica - Olio su Pezza 40x40

Piero Schifazzo,un artista molto versatile (mentre dipinge allunga sempre il suo bicchiere di marsala).
Cultore della botanica e del cromatismo, Schifazzo concilia le due passioni in questo superbo capolavoro che emana fasci di luce asimmetrici che vanno a contrastare la crudezza del metallo voglio ricordare che il Maestro era un acceso sostenitore dei "Ferramenta's Noise",gruppo heavy metal di Bressanone.
Arancia meccanica può apparire come una burla dell'insieme "forma-colore-segno-pensiero", mentre in realtà è solo una stronzata per raggranellare spiccioli.
Ma in fondo è pur sempre uno Schifazzo e bisogna accettarlo com'è.


il rat-man
00mercoledì 20 settembre 2006 14:45




Filippo Carapello "L'Abbronzata dietetica - Olio su Tecla",cm.143x135

Filippo Carapello si può definire un promotore del surreale.Nel senso che "sur reale" ci mette di tutto.Come in questo suo ultimo dipinto che lo caratterizza da altri maestri della tavolozza.
La moglie Tecla è da sempre stata la sua modella preferita e ciò non fa che rafforzare sia il suo talento che la vita di coppia.
La forma è come sempre uno dei punti di forza del Carapello.Pur se impressionantemente impressionista,l'impressione è sempre quella: il Maestro sembra voler giocare con gli effetti dati dalle setole del suo Cinghialone e così ne vien fuori un perfetto connubio tra rustico e moderno,tra l'usuale e lo gnocchereccio.
"L'Abbronzata dietetica - Olio su Tecla" è una di quelle opere destinate a raccogliere,strada facendo,sempre più fanatici della perfezione.E Filippo Carapello è anche il guru della perfezione.



che artista [SM=x967710]
imperatoreluca
00mercoledì 20 settembre 2006 17:42
marò schifazzo e carapello [SM=x967735]
Pretoriano-
00mercoledì 20 settembre 2006 17:55
Re:

Scritto da: imperatoreluca 20/09/2006 17.42
marò schifazzo e carapello [SM=x967735]



non che Schifazzo sia tanto meglio, già il cognome è tutto un programma. [SM=g27829]
imperatoreluca
00mercoledì 20 settembre 2006 18:05
Re: Re:

Scritto da: Pretoriano- 20/09/2006 17.55


non che Schifazzo sia tanto meglio, già il cognome è tutto un programma. [SM=g27829]



per me fanno schifo allo stesso modo [SM=g27827]:
Pretoriano-
00mercoledì 20 settembre 2006 18:11
Re: Re: Re:

Scritto da: imperatoreluca 20/09/2006 18.05


per me fanno schifo allo stesso modo [SM=g27827]:



appunto [SM=g27828]
imperatoreluca
00mercoledì 20 settembre 2006 19:16



Jaques Louis David - Marat assassinato


1793
olio su tela; 165 x 128
Bruxelles, Museé Royaux des Beaux-Arts
Il dipinto fu richiesto a David da Girault, porta-parola della Section du Contrat Social alla Convenzione, il 14 luglio 1793. L’opera fu terminata in novembre e fu collocata nella sala dell’assemblea. Jean-Paul Marat era uno dei personaggi più in vista e più controversi della Rivoluzione. Saggista e scrittore, si occupava di scienze sociali e di scienze e, nel 1779, divenne medico del conte d’Artois. Dal 1789 mise la sua penna al servizio della Rivoluzione, redasse un progetto di monarchia costituzionale e fondò il giornale “L’Ami du peuple”. Avversario dei girondini, che accusava di tradimento, fu assassinato il 13 luglio 1793 da Charlotte Corday che riuscì a farsi introdurre al suo cospetto annunciando delle rivelazioni sui controrivoluzionari. La sua morte provocò una grande impressione sui giacobini, presieduti da David. Il suo dipinto mostra Marat durante uno dei suoi frequenti bagni per alleviare il prurito di cui soffriva, con in mano la lettera di Charlotte Corday, che fu in seguito giustiziata. Sulla cassa di legno chiaro, su cui compare la dedica e la firma di David, è collocato un assegno da destinarsi all’assassina e ai suoi figli, simbolo della carità del defunto. La scena è contraddistinta da una povertà monacale e il parallelo con il tema sacro della Deposizione di Cristo è evidente nella posa di Marat, che riprende un’opera di Caravaggio.

il rat-man
00mercoledì 20 settembre 2006 19:20
Re:

Scritto da: imperatoreluca 20/09/2006 17.42
marò schifazzo e carapello [SM=x967735]



pura arte [SM=x967708]
il rat-man
00mercoledì 20 settembre 2006 19:29



Napoleone Valica il San Bernardo - 1800 - Olio su tela
Parigi, Malmaison


Esempio di ritratto eroico già di gusto romantico. Il movimento vorticoso del panneggio, lo slancio del cavallo in corsa sullo sfondo d'una natura grandiosa fissano il mito dell'azione fulminea e titanica di Napoleone, come prima di lui aveva fatto il generale cartaginese Annibale, destinato a influenzare l'arte e la letteratura.

Pretoriano-
00mercoledì 20 settembre 2006 20:52
Re:

Scritto da: il rat-man 20/09/2006 19.29



Napoleone Valica il San Bernardo - 1800 - Olio su tela
Parigi, Malmaison


Esempio di ritratto eroico già di gusto romantico. Il movimento vorticoso del panneggio, lo slancio del cavallo in corsa sullo sfondo d'una natura grandiosa fissano il mito dell'azione fulminea e titanica di Napoleone, come prima di lui aveva fatto il generale cartaginese Annibale, destinato a influenzare l'arte e la letteratura.




Questa si che è Arte!!! W l'Empereur.
+cris+
00giovedì 21 settembre 2006 20:08




La strage degli innocenti-Guido Reni
Bologna, Pinacoteca Nazionale
(cm 268 x 170)


Tra le opere più note e celebrate del maestro, a partire dal Marino (1620) che ne tesse le lodi in versi, sino al Burckhardt (1855) ed alla critica moderna. Malvasia e Bellori ne precisano l'esecuzione a Bologna, dopo il soggiorno romano. Gli studiosi rilevano l'unità compositiva dell'opera, impostata secondo "uno studiosissimo contrappunto dei movimenti e degli intensi rapporti del colore che governa l'azione" [Catalogo della mostra, 1954]. Un disegno preparatorio per la donna in ginocchio a destra si trova agli Uffizi di Firenze, mentre uno studio relativo alle figure dei bambini morti, di proprietà di una collezione privata fiorentina, fu esposto nel 1930 a Firenze alla Mostra della pittura italiana del Seicento e Settecento.

[Modificato da +cris+ 21/09/2006 20.23]

imperatoreluca
00giovedì 21 settembre 2006 22:23



Caravaggio - Davide con la testa di Golia


(1609-10)
olio su tela
cm. 125x101
Nel Maggio del 1606 Caravaggio, accusato di omicidio, fugge da Roma ed erra in terre lontane (Napoli, Sicilia, Malta) per evitare la taglia che stava sulla sua testa. Il suo autoritratto nella testa mozza di Golia, afferrata da Davide giustiziere, nel 1610 fu inviato alla corte del papa, quasi come una petizione dipinta per ottenere la grazia. Infatti la grazia fu concessa, ma non raggiunse più in vita il pittore, morto sulla spiaggia di Porto Ercole. Nell'immagine di Davide, Caravaggio rende omaggio alle pennellate guizzanti dell'ultimo Tiziano e accompagna il volto del giovane con una specie di alone luminoso che riverbera nelle fosche tinte terree intorno alla figura.

+cris+
00venerdì 22 settembre 2006 21:24




Ballo a Bougival-Pierre Auguste Renoir


Nel 1882 il mercante Paul Durand-Ruel commissiona a Renoir due grandi tele sul tema del ballo in città ed in campagna (vedi Ballo in città). A questi due capolavori si aggiungerà anche un terzo "Il ballo a Bougival".
Renoir, come tutti gli impressionisti ama il movimento, perché il nostro esistere è un trapasso spazio-temporale: e il ballo, con le coppie variamente atteggiate, che seguono un ritmo uguale per tutte, spostandosi da un luogo all'altro, è costituito dal movimento.
Questo dipinto rappresenta una delle prime opere di grandi dimensioni di Renoir dopo il suo ritorno dall’Algeria nel 1882. Una coppia danza in un caffè all’aperto dall’ambientazione rustica. Un mazzetto di violette, un mozzicone di sigaretta e dei fiammiferi sono sparsi per terra.




[SM=x967796] [SM=x967796]

[Modificato da +cris+ 22/09/2006 21.30]

Giovanni46
00venerdì 22 settembre 2006 21:38
Re:

Scritto da: il rat-man 20/09/2006 19.29



Napoleone Valica il San Bernardo - 1800 - Olio su tela
Parigi, Malmaison


Esempio di ritratto eroico già di gusto romantico. Il movimento vorticoso del panneggio, lo slancio del cavallo in corsa sullo sfondo d'una natura grandiosa fissano il mito dell'azione fulminea e titanica di Napoleone, come prima di lui aveva fatto il generale cartaginese Annibale, destinato a influenzare l'arte e la letteratura.





[SM=g27836] [SM=g27836] adoro napoleone
il rat-man
00venerdì 22 settembre 2006 21:54



Caravaggio - Crocifissione di san Pietro 1600-1601 olio su tela; 230 x 165 - Santa Maria del Popolo, Roma

La Crocifissione di san Pietro ha un impianto molto solido e tutta la scena ha un vigore notevole. Il taglio del quadro è decisamente innovativo, con la scelta di comprimere l’immagine in un angolo visivo ristrettissimo che non riesce a contenere neppure tutta la croce. Come è noto, al momento del martirio, san Pietro, che doveva essere crocefisso, chiese, per essere inferiore a Gesù, di essere crocefisso a testa in giù. Ed è quanto si apprestano a fare i tre operai che stanno eseguendo il compito. I tre sono tutti dipinti senza che ne possiamo vedere il volto: tecnica questa che serve ad accentuare la loro disumana mancanza di pietà. Vediamo invece bene il volto di san Pietro, che ci appare senza alcuna trasfigurazione, come un povero vecchio in carne ed ossa, al quale viene imposto l’incredibile supplizio di essere inchiodato mani e piedi a delle assi di legno.

[Modificato da il rat-man 22/09/2006 21.59]

Pretoriano-
00venerdì 22 settembre 2006 23:40




Jacques-Louis David - L'incoronazione di Napoleone

L'incoronazione di Napoleone è un dipinto ad olio su tela di cm 610 x 970 realizzato tra il 1805 e il 1807 dal pittore Jacques-Louis David.

È conservato al Musée du Louvre di Parigi.

Rappresenta l'incoronazione di Napoleone Bonaparte e di Giuseppina il 2 dicembre 1804.
Nel quadro è dipinto anche il papa Pio VII, infatti egli fu presente ma Napoleone non gli permise di fare l'incoronazione.
David si prese alcune libertà artistiche con gli invitati della cerimonia. Nel palco principale raffigura Madame Mère (la madre dell'imperatore) che in realtà era a Roma; dipinse anche sé stesso e Vien nel palco superiore.

imperatoreluca
00sabato 23 settembre 2006 12:27



Arnold Bocklin - L'isola dei morti


Un grande scoglio che affiora dal mare, un ciuffo di cipressi, due leoni di pietra e una barca che si accosta, con a bordo una silhouette bianca lievissima, quasi un’ombra. A prima vista niente di sconvolgente. Eppure questo quadro dipinto nel 1880, è un simbolo di questo secolo. Un po’ per l’autore, molto per il soggetto intriso di mistero, moltissimo per i suoi estimatori che furono parecchi da subito, tanto da obbligare Bocklin a dipingere in sei anni ben cinque versioni tutte simili. Sigmud Freud aveva ornato i muri del suo studio con ventidue riproduzioni (Falsi d’autore): molti erano de “L’isola dei morti”. Lenin teneva il quadro di Bocklin nella sua stanza da letto. D’Annunzio, non potendone avere uno, fece piantare dei cipressi nel parco del Vittoriale. Dalì lo citò spesso. Stridberg ne fece la scenografia della “Sonata degli spettri”. Rachmaninov componeva il poema sinfonico “L’isola dei morti”. Il più importante estimatore del quadro di Bocklin, però, resta Adolf Hitler. Il Fuhrer era letteralmente impazzito per questo “L’isola dei morti”. Fu lui a comperare a un’asta nel 1936 la versione qui riprodotta e la portò sempre con sé. Quando, nell’aprile del 1945, l’Armata Rossa entrò nel Bunker berlinese dove Hitler, ormai sconfitto, si era suicidato, c’era sempre “L’isola dei morti” a campeggiare sulla parete dello studio del Fuhrer. Fu un generale russo a staccarla e a portarsela a Mosca, dove i tedeschi l' hanno ricomprata pochi anni fa. Prezzo, sconosciuto. Oggi la si può ammirare al Museo d’Arte Moderna di Berlino. Delle altre versioni del quadro, una è andata dispersa, una è esposta a Basilea, una a Lipsia e una a New York.

+cris+
00sabato 23 settembre 2006 20:36




Il bacio-Francesco Hayez


1859-1867
olio su tela; 55 x 40
Collezione privata

Questa versione del celebre dipinto di Hayez presentato con grande successo a Brera nel 1859 ed eseguito per il conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, dovrebbe essere la replica inviata all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 che aveva riscosso l’ammirazione del vecchio Rossini, che si era subito congratulato con l’amico pittore. Questa versione parigina che, a prima vista, si differenzia dall’altra soltanto per il particolare della veste bianca abbandonata sulla scala, presenta, in realtà, un dettaglio interessante che rivela un significato anche politico del dipinto. Il risvolto del mantello del giovane uomo non è più marrone ma di un bel verde brillante, colore che insieme al bianco del panno sulla scala, al rosso della calzamaglia e all’azzurro della veste della donna crea un preciso richiamo alle bandiere dei due stati: la Francia e l’Italia, dalla cui alleanza era nata la nuova nazione italiana. Per questo motivo questa versione del dipinto, con le due varianti formali e cromatiche, fu mandata a Parigi, dove ottenne un grande successo. Anche dietro la prima versione del Bacio, seppure più semplice e con meno dettagli, si nascondeva, in realtà, un significato politico legato alla circostanza in cui venne presentata: il 9 settembre del 1859, a tre mesi dall’ingresso di Vittorio Emanuele e del suo alleato Napoleone III a Milano. Il Bacio era un gesto romantico, poetico e sensuale, ma era anche simbolo di concordia politica, alleanza, pace e unità. La scelta del luogo in cui è ambientata la scena - un misterioso castello medievale - e la caratterizzazione dei costumi sono strettamente legate al gusto dell’artista per la pittura di storia e costituiranno, insieme al senso di coinvolgente trasporto sensuale delle due figure, gli elementi fondamentali per le successive citazioni cinematografiche, tra cui la più nota è certamente la scena dell’abbraccio nel film Senso di Visconti.



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imperatoreluca
00domenica 24 settembre 2006 13:38



Carlo Carrà - I cavalieri dell'apocalisse


1908
olio su tela ; 36 x 94
Chicago, The Art Institute of Chicago (donazione Weinstein)
Frequentando l’Accademia di Brera tra il 1906 ed il 1910, Carrà sarà segnato dall’esperienza, pur breve, del divisionismo, in cui scorgeva fermenti di rivolta nei confronti del clima provinciale della pittura italiana di quegli anni, e da cui saprà trarre uno stimolo per la formulazione del linguaggio futurista. Quest’opera, divisionista soprattutto nella tecnica, è suggestionata per lo più dalla poetica decadentista e simbolista. Il soggetto biblico “apocalittico”, dove protagonista è la figura della morte, richiama immagini tedesche e nordiche abitate da scheletri e demoni, in particolare la pittura ironica e fantastica di James Ensor. Carrà aveva visto infatti, all’Esposizione di Parigi del 1900, alcune opere impressioniste e post-impressioniste, adeguando la sua ricerca a una interpretazione coloristica e soggettiva dell’immagine. La scena è ambientata in un’atmosfera dinamica e viva, accentuata dal forte luminismo e dalla prevalenza dei toni del rosso. Da un disegno contemporaneo, che rappresenta la prima idea per il dipinto, si può già notare la rapidità di esecuzione nel tratto grafico dinamico e veloce. Anche nella tela, le due figure femminili sui cavalli bianchi e quella centrale della morte drappeggiata di rosso, vibrano e fremono di un movimento vorticoso, che fa presagire i successivi interessi di Carrà per il dinamismo futurista, che rimarrà sempre di natura coinvolgente ed emotiva.

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