Questo volume, che raccoglie i racconti di Tabucchi del decennio 1981-1991 (Il gioco del rovescio, Piccoli equivoci senza importanza, L'Angelo nero) oltre ai racconti sparsi . Se Tabucchi "ruba" le sue storie dal vissuto, come ha scritto Bernard Comment, allo stesso tempo costruisce un'estetica del frammento collezionando istanti che si manifestano attraverso lampi, intuizioni, epifanie, lasciando al lettore libertà di decifrazione. E proprio secondo l'estetica del frammento, nella grande tradizione di Baudelaire, Benjamin e Nietzsche che Tabucchi apre un mondo "generando scintille e illuminazioni che si riverberano sull'esperienza" (Remo Bodei) e inventa una grammatica narrativa "cinematografica" dove contemporaneità, successione e simultaneità sono usate per smantellare il protocollo della letteratura realista. E' un pensiero in movimento dove l'intensità della parola, il "rovescio" che consente soluzioni multiple, l'inafferrabilità del reale, lo sconcerto degli equivoci aprono uno scenario di straordinaria profondità e rendono ragione di una coscienza critica allarmata e che allarma.
Feltrinelli