-Nodo di tosse-

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n9p
00venerdì 14 gennaio 2005 09:09
"Nodo di tosse"

"Oggi sono sicuro che scriverò qualcosa!", questa é la frase che mi ripeto ogni mattina da due anni a questa parte e ogni mattina non so perché ma non scrivo mai nulla che mi soddisfi appieno, generalmnte quando uno scrittore ha il tipico "blocco dello scrittore" si ritira in qualche posto sperduto per far si che l'ispirazione arrivi da una fonte divina, questo non é il mio caso, vivo in una grossa città e non ho mai pensato di trasferirmi per un lungo periodo di tempo sui monti per scrivere, di solito amo scrivere delle persone ma in mezzo ai monti dove l'unica compagnia sono capre e vallate é difficile scrivere come scrivo io.
Lo specchio che ho davanti riflette un uomo di mezza età, con la barba e i capelli curati, non ho la pancetta e questo sotto un certo punto di vista si può considerare un bene, prendo alla mia destra la bomboletta di schiuma da barba, sul tavolino basso di vetro vicino al lavabo ho già alineato in ordine di utilità il rasoio e il dopobarba, scuoto energicamente la bomboletta e né spruzzo un pò sul palmo della mano, mi devo ricordare di passare al supermercato a comprare una lampadina per lo specchio visto che sono due giorni che si é fulminata ed é alquanto odioso avere sette lampadine sullo specchio ed una di queste é fulminata, distrugge l'ordine delle immagini riflesse, la schiuma é gelata sul mio viso, mi passo la schiuma ai lati del viso e l'allargo su tutta l'area interessata, mi sciaquo la mano sotto il getto d'acqua caldo e prendo il rasoio, provo se é affilato sul pollice e incomincio a tagliare la barba di un giorno che si é accumulata ai lati del viso, l'operazione per mia fortuna non dura tanto ho sempre odiato farmi la barba, mi sciaquo il viso da ciò che é rimasto della schiuma m'asciugo il viso con l'asciugamano bianco che ho al collo e prendo il dopo barba e faccio scendere dalla bottiglietta di vetro alcune copiose gocce di questo liquido rifrescante, mi masaggio il viso con la mano umida e sono pronto per vestirmi e per uscire cercando di farmi venire l'ispirazione tanto agogniata!
Ho sempre odiato novembre, non é inverno né autunno, i primi venti gelidi incominciano a soffiare da nord ma si sta ancora bene vestiti leggermente, la via dove abito é calma alla mattina per poi riempirsi di pedoni e lavoratori nel pomeriggio e nella sera, il parco dove vado di solito a pensare e a tentare di farmi venire qualche brillante idea per un nuovo romanzo, in questi anni non é che sono rimasto con le mani in mano ma tutto ciò che ho scritto (una quarantina di pagine, non di più) non valeva neanche la carta su cui l'avevo scritto e quindi tutto ciò che ho scritto ha fatto una brutta fine nel cestino di vimini affianco alla mia scrivania, cammino lentamente con la consapevolezza che anche oggi non riuscirò a scrivere nulla di buono, arrivo davanti al chiosco dei giornali e il giornalaio recita la sua battuta :"Scritto qualche capolavoro oggi?" (me la sento nelle orecchie da anni ormai... da quando mi hanno pubblicato per la prima volta!), come se fosse facile mettersi al tavolo e incominciare a scrivere, per chi sta fuori da questo mondo può sembrare facile, ma non lo é affatto, ci vogliono anni e anni di duro lavoro mentale e di archiviazione prima di potersi dire:"Si questo va bene, adesso scriviamo!", compro il mio giornale, saluto cordialmente l'edicolante che mi risponde con un'alzata di cappello per poi dirigermi calmo alla mia panchina nel mio parco.
Mi siedo, apro il giornale, di solito evito le pagine di politica e d'economia e passo subito alla "terza pagina", non ci sono novità, qualche mostra di un qualche pittore che non conosco ma che fa tanto chic andarlo a vedere, qualche romanzo recensito e nulla di più, richiudo il giornale e mi metto ad osservare un'enorme albero che sta di fronte a me, lo guardo da anni ormai lo considero una specie d'amico, naturalmente non gli parlo ad alta voce ma mentalmente, gli racconto del mio blocco dello scrittore, gli racconto come mi venne l'idea per scrivere il mio primo romanzo, gli racconto tutto e spero sempre che lui mi risponda ma non lo fa mai... il cielo é di un bel blu chiaro, una nuvola in cielo disegna una forma che sembra una mucca e un'altra disegna un papero, mi perdo a fissare il cielo, come facevano nell'antichità ma anche così non riesco (pur volendo e pur cercando in tutti i modi possibili e inimaginabili di farlo) a trovare l'idea giusta per il mio prossimo romanzo.
Sono seduto da due ore e tra un pò dovrò andare a amngiare qualcosa, non so ancora se andare a casa o fermarmi al chiosco che vende panini nel parco, mangiare e rimanere ancora un pò seduto, preso dai miei pensieri culinari non m'accorgo subito del pezzo di carta avvolto come una bara da una cartelletta di plastica che mi vola vicino al piede, poi la gurado, dentro alla carteletta di plastica c'é un foglio di carta da fotocopie con sopra appiccicato una foglia e sopra la foglia uno scritto, ma purtroppo é diventato illeggibile a causa dell'acqua direi, ma la mia attenzione non é presa dalle macchiette d'inchiostro ma bensì dalla foglia, é una bella foglia, grande, marrone sembra quasi un uomo crocifisso ed é qui che qualcosa é nato dentro di me, qualcosa d'importante, qualcosa che non riesco a spiegare, mi sento di nuovo vivo e come una saetta in una notte buia mi viene un'idea, una grande idea, prendo la carteletta di plastica e la depongo in mezzo al giornale, faccio la strada che mi divide da casa mia in pochi secondi, salgo le scale (l'ascensore é all'ultimo piano e impiegherebbe troppo tempo per arrivare al piano terra e succesivamente portarmi davanti alla porta del mio appartamento al secondo piano) e in pochi secondi sono seduto alla mia scrivania a scrivere... non mi sono neanché spogliato, ma quando t'arriva l'idea non puoi lasciartela scappare... ho deciso che il mio prossimo romanzo sarà incentrato su questa foglia, la visione del mondo attraverso i suoi occhi... sono ancora seduto alla mia scrivania e mi fermo solamente per mangiare... dopo anni ho ritrovato l'inebriante felicità dello scrivere!
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