Dalla mia panchina di RENATO CARETTONI. 20.09.2007.
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MISCELLANEA : NOTIZIE SUL MONDO DEL BASKET.
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giovedì 20 settembre 2007 09:36
DAL BEL BASKET DEGLI EUROPEI ALLE... MAGAGNE DI CASA NOSTRA.
di
RENATO CARETTONI.
Il basket delle squadre nazionali chiude fino all’anno prossimo, quando avrà la grande ribalta di sport olimpico di squadra numero uno a Pechino. E lascia dunque spazio allo strapotere dei club dei grandi campionati nazionali, dell’ Eurolega e dell’ NBA. Peccato! Peccato, perché pure nel periodo dell’anno in cui è stato relegato dallo strapotere finanziario e dagli interessi dei potenti, ha saputo mostrare agli Europei di Spagna momenti esaltanti e di grandissimo spessore tecnico.
Peccato perché anche da noi in Svizzera ci dovremo accontentare di un campionato di una povertà assoluta, con stranieri che valgono poco e che tolgono spazio ai giovani svizzeri di valore. Fortunatamente siamo in Ticino, dove almeno abbiamo due club di serie A che stanno facendo le cose per bene e che assieme al Friburgo emergono da un grigiore che mette veramente tristezza.
A Madrid abbiamo assistito a un evento epocale: per la prima volta dopo la disgregazione dell’ URSS la Russia vince una grande competizione per squadre nazionali e si porta a casa un titolo europeo molto significativo. E ancora più epocale è che lo abbia fatto grazie al decisivo apporto di due americani: il playmaker Holden che ha ben diretto la squadra dal campo segnando anche il rocambolesco canestro decisivo a due secondi dal termine della finale con i padroni di casa e coach Blatt che l’ha costruita e diretta dalla panchina in modo magistrale, dandole quel gioco e quell’anima che per le squadre sovietiche era un ricordo dell’era del compianto colonnello Gomelski. Kirilenko, il meno chiacchierato tra le star NBA presenti in Spagna, è pure stato decisivo, poiché ha dato grande concretezza e sostanza alla squadra, conquistando meritatamente il titolo di MVP. Poi è chiaro, tutto va relativizzato perché quel tiro di Holden ha ballonzolato sul ferro a lungo prima di entrare e decretare il 6059 finale, mentre quello successivo di Pau Gasol sulla sirena ha pure ballonzolato sul ferro prima di uscire e negare alla Spagna quello che sarebbe stato il suo primo titolo continentale.
Russia, Spagna e Lituania (che ha superato la Grecia nella piccola finale) accedono direttamente ai Giochi olimpici di Pechino, mentre greci, Germania, Croazia, Slovenia e Francia potrebbero arrivarci tramite un torneo pre-olimpico, che però non si sa ancora se verrà organizzato dalla FIBA (altrimenti si terrà conto della classifica).
Le finaliste sono arrivate all’atto finale sfinite da due semifinali vinte dopo partite equilibratissime contro altre due squadre (Lituania e Grecia) che avevano disputato i quarti meno di 24 ore prima mentre le due vincitrici le avevano giocate un giorno prima: cose che contano e che si sono rivelate decisive.
Abbiamo visto in squadre come Russia, Spagna, Lituania e Croazia lo spirito per la bandiera superiore a quello di altre nazioni, come ad esempio Francia o Italia. Abbiamo visto grande intensità e agonismo: peccato che il periodo della stagione e la formula della competizione abbia un poco limitato la lucidità e la condizione, altrimenti lo spettacolo sarebbe stato ancora migliore.
È stato anche bello vedere la sportività degli spagnoli nell’accettare una sconfitta casalinga che più bruciante di così non poteva essere, con i vincitori premiati sul campo e il pubblico locale ad applaudirli, come pure bello è stato vedere le tifoserie delle varie Nazionali vivere l’evento fianco a fianco senza il minimo problema.
Discorso Svizzera: commiato dignitoso a Ginevra con la Gran Bretagna dopo un mese in cui, finalmente, si è parlato molto di basket grazie all’effetto Thabo Sefolosha. Ma il futuro? Mah! La brutta sensazione è che non sarà facile: accontentarsi di quanto fatto è poco ambizioso, ma è anche vero che per pretendere di più bisogna alzare l’asticella e questo significa lavorare di più, investire di più e anche convocare i migliori. Non possiamo permetterci il lusso, in Svizzera, di avere una potenziale nazionale che batterebbe quella ufficiale e – Thabo a parte – questa provocazione non si discosta molto dalla realtà. È comunque vero e lapalissiano che Manu Schmitt non poteva fare di più con questa squadra (figlia di un povero campionato) e che la Gran Bretagna attuale è troppo forte per noi. A parte la figuraccia di Sheffield, questa nazionale conclude in modo più che dignitoso e fa piacere aver trovato nell’estate un ottimo Stockalper che avremo l’opportunità di ammirare nel Lugano che, con un Vacallo che torna ai vertici, terrà alto il nome del Ticino nel panorama cestistico nazionale nel campionato che si appresta a partire.
© Corriere del Ticino
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